di Riccardo Pizzirani
Dopo aver festeggiato il 25 aprile violando la Costituzione pur di dare armi ai nazisti ucraini, oggi festeggiamo il Primo Maggio dei Lavoratori trascinandoci dietro alcuni problemi non secondari.
Primo fra tutti il divieto di lavorare per i sanitari non vaccinati: non si vorrà certo mostrare che l’alternativa era possibile, che alcuni esperti del settore medico hanno fatto una scelta di cautela e adesso stanno uguale o meglio dei colleghi: una situazione molto scomoda.
Secondo, il divieto agli insegnanti di andare in classe, a mostrare ai ragazzi con l’esempio che resistere le prevaricazioni è possibile, ed è un valore da tutelare.
Poi, abbiamo il paradosso dei lavoratori mascherati e clienti smascherati.
E infine, c’entra poco con il Primo Maggio, ma i bambini devono mantenere altri 45 giorni la mascherina, per proteggersi da una malattia che non gli fa nulla.
Quindi buon Primo Maggio, ricordando questi problemi ancora irrisolti, per i quali siamo gli unici al mondo.
E ricordando che non finirà quando questi ultimi ridicoli soprusi saranno risolti: finirà con i processi e le condanne.
Per adesso, buon Primo Maggio.