Molto rumore per nulla, o quasi.
Sottovalutare una pandemia non è certo un errore in cui incappare, ma analizzare con lucidità un eventuale calo dei contagi è ben diversa cosa.
E’ questa la posizione del Dottor Matteo Bassetti, presidente della Società italiana di terapia antinfettiva, che prende le distanze dai “catastrofisti”, seppur non identificandoli con precisione.
Il virus si sta indebolendo, o per lo meno ci possiamo ritenere fuori dalla prima ondata epidemica: parola di chi i reparti li ha visti pieni e d chi ha visto morire pazienti più o meno anziani.
Questo non succede più, lo dice il medico a ‘Lavori in Corso’ portando come esempio una delle tante prove a dimostrazione che il Covid è meno aggressivo di come non lo fosse a marzo.
La tesi dovrebbe anche essere presto riportata su rivista scientifica, e dunque ufficializzata.
Nel frattempo ci si chiede cosa ne sarà delle restrizioni nelle prossime settimane.
Scopriamo di più nell’intervista di Stefano Molinari e Luigia Lucani al Prof. Matteo Bassetti
“Catastrofisti negano i fatti: è evidente che il virus si è indebolito” ► Prof. Bassetti
“Questa prima ondata epidemica iniziata i primi giorni di marzo sta volgendo al termine perché i nostri reparti oggi sono vuoti rispetto a quanto fossero pieni qualche settimana fa. I casi sono meno gravi di prima, quindi questo primo focolaio epidemico che ha avuto origine a Codogno o forse prima, si sta esaurendo.
Cerchiamo di capire cosa succederà tra 3-4 mesi. Io francamente non so se si ripresenterà con la stessa aggressività e cattiveria. Ne dubito, perché siamo più bravi, più rodati e credo che se si ripresenterà non avrà le stesse caratteristiche, ma nella situazione attuale possiamo dire di essere ragionevolemente quasi fuori.
Poi un conto la situazione attuale, un conto quella che potrebbe verificarsi a ottobre-novembre per la quale dobbiamo prepararci ma che credo non avrà le stesse caratteristiche.
Io non faccio il politico, ma se la politica ritiene che questi numeri portino a dire di restare ancora chiusi, se ne assumeranno la responsabilità.
Io dico che oggi fare il medico è più facile di quanto non lo fosse tre mesi fa, poi se questo significa essere estremamente ottimisti, sono estremamente ottimista.
Il problema è questo, la questione è multifattoriale. Non è solo il virus che si è depotenziato, non è solo la minor carica virale, non è solo che siamo più bravi.
Sono ipotesi tutte vere allo stesso modo.
L’ultima verifica che Caruso ha dimostrato e di cui aspettiamo la pubblicazione su rivista scientifica è quella in cui aveva trovato il virus con minor virulenza, un virus meno aggressivo e che uccide più lentamente di quanto non facesse prima.
Il dato che vogliamo dimostrare in laboratorio, io che sono un medico sul campo, l’ho già visto, perché vi assicuro che nel mio reparto ho gente di 80-90 anni che due mesi fa moriva in tre giorni. Oggi non muore più, è un dato di fatto.
E’ una sensazione “di pancia”, del medico di corsia che ha preso tanti schiaffi da questo virus. Oggi probabilmente siamo noi a prendere a schiaffi il virus.
Catastrofisti? Non so chi siano, ma sento ancora un pensiero molto florido nel nostro paese che non ama vedere le cose positive. Non so come e francamente non mi interessa, però come siamo stati giustamente bacchettoni in un primo momento, ora non è il momento di dire “liberi tutti” ma è anche giusto dare informazioni corrette alla popolazione e dirgli: avete seguito le regole, noi abbiamo fatto del nostro meglio e oggi la situazione è diversa rispetto a tre mesi fa. Chi nega questo nega l’evidenza.
Il catastrofismo esagerato secondo me non paga.
Secondo me è presto per dire cosa accadrà a settembre. Tre mesi fa l’Italia era completamente diversa da ora.
Bisogna vedere cosa succederà a giungo, luglio ed agosto e prendere allora decisioni più attuali e se questo focolaio come ci auguriamo tutti tenderà allo zero nelle prossime due-tre settimane.
Tra la prima e la seconda settimana di giugno potremo avere quella Rt veramente vicina allo 0 e non ci sarà praticamente più circolazione di virus.
Prenderemo a quel punto decisioni su come tornare a scuola.
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