“Cessate il fuoco!”: l’appello della comunità accademica dell’Università di Padova

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Come componenti della comunità accademica dell’Università di Padova (dottorand*, ricercator*, docent*, precar* della ricerca, personale tecnico-amministrativo, CEL e tecnolog*) assistiamo con dolore e angoscia a quanto si sta perpetuando nei confronti della popolazione palestinese, ai ripetuti bombardamenti che non hanno risparmiato neppure Rafah.

Ad oggi, dopo più di 7 mesi dall’inizio dell’occupazione della Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano, sarebbero almeno 34.654 i morti tra la popolazione civile e 77.908 i feriti.
A nord della Striscia di Gaza il rischio di morire è altissimo, poiché le persone non hanno accesso nemmeno alle cure mediche di base. La situazione è catastrofica e altre morti per fame e malattie seguiranno se l’accesso umanitario continua ad essere impedito dalle autorità israeliane.
Nel sud di Gaza, in un fazzoletto di terra di soli pochi chilometri ci sono più di un milione e mezzo di persone rifugiate in aree assolutamente disorganizzate, costrette a proteggersi dalla pioggia e dal freddo con tende di plastica.

La situazione peggiora di giorno in giorno dato che si stanno intensificando gli attacchi dei droni, il fuoco dei cecchini ed i bombardamenti nelle immediate vicinanze degli ospedali.

Oggi a Gaza nessun posto è sicuro, non è possibile lavorare, studiare, VIVERE.
Quel che è in atto, senza mezzi termini, è un vero e proprio Genocidio e come Comunità Accademica non possiamo restare a guardare.
Con questa dichiarazione, unendoci all’appello lanciato da molti accademici e studenti delle Università italiane, europee e mondiali, ci rivolgiamo alle Istituzioni tutte affinché si impegnino in un’azione diplomatica e pubblica che garantisca l’urgente rispetto del diritto umanitario internazionale da parte di tutti gli attori coinvolti, l’immediato cessate il fuoco, la fornitura di aiuti umanitari, la protezione delle Nazioni Unite per la popolazione palestinese.
Consideriamo, infine, urgente, in quanto componenti di una comunità universitaria multiculturale e storicamente impegnata nella difesa dei diritti umani, contribuire attivamente per un percorso che ripudia la guerra.

Per quanto detto chiediamo all’Università di Padova di:

– Aderire formalmente alla richiesta di CESSATE IL FUOCO immediato in tutti i conflitti in corso per mettere fine alle morti di migliaia di civili ed al bombardamento di intere città;

– Predisporre aiuti accademici concreti per studenti, ricercatori e docenti universitari palestinesi, che hanno subito la distruzione di tutte le loro sedi universitarie dai bombardamenti israeliani, così come programmi di mobilità per studio o ricerca o anche per percorsi di specializzazione, in analogia a quanto già realizzato per la guerra in Ucraina;

– Realizzare un processo di “due diligence” così come avvenuto presso l’Università di Bologna, per arrivare ad un report che permetta di intraprendere la mappatura per la rescissione/sospensione/rifiuto di stipula (o rinnovo, se in scadenza) degli accordi in corso con partner complici delle guerre in atto: gruppi, industrie, fondi di investimento e organizzazioni che a vario titolo sono impegnati nella produzione di armamenti, in ambito militare, strategico, bellico e para bellico. Occorre agire anche in funzione di autotutela da parte dell’Ateneo, in quanto la possibile condanna del governo israeliano da parte della Corte Internazionale dell’Aja potrebbe coinvolgere a cascata anche l’Università di Padova;

– Introdurre ed implementare in Ateneo, anche nell’ambito del processo di revisione del Codice etico e di comportamento, i principi e le pratiche dell’ethical procurement anche in funzione dei rapporti con le imprese e con le istituzioni nell’ambito della ricerca, della didattica e della terza missione e per tutelare la propria immagine e la propria reputazione da rapporti di complicità con realtà coinvolte in contesti bellici.

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