Periodo pesante quello attuale, per chi è in sofferenza a causa di qualsiasi malattia e difficoltà abbia. Ma anche per l’Italia in reclusione e per la caccia alle streghe e criminalizzazione di chi osi mettere in discussione il “sacro verbo” che ci arriva dal Grande Fratello.
In questa caccia alle streghe si etichetta chiunque perché farlo significa circoscrivere qualcuno in una categoria e quindi disarmarlo, disinnescarlo. Non sei una persona con idee od opinioni che possono anche cambiare, ma sei un ambientalista, un alternativo, un no vax, un complottista, un vegano, un questo e un quello. E così con una comoda e semplice etichetta abbiamo risolto tutti i problemi, ti abbiamo messo in un angolo e ti abbiamo impacchettato. Perché l’indefinibile, il complesso, il non scontato, fa sempre paura a chi deve avere tutto sotto controllo, pena la perdita delle poche fragili sicurezze psicologiche che si è faticosamente costruito per poter in qualche modo tirare avanti.
Così viene messo all’indice chi vede i fatti da un’angolatura diversa, e magari si tratta solo di persone che cercano altre spiegazioni anche fantasiose rispetto alle versioni ufficiali, che spesso sono ancora più fantasiose.
Ma ascoltando i vari pareri non possiamo farci una nostra idea, verificare e decidere chi sta dicendo stupidaggini e chi no? Dal periodo attuale si ha la netta impressione che finché le stupidaggini le dicono i grandi media, va tutto bene, ma se la gente ascolta altre campane allora si strepita al complottismo. Crederò pure agli UFO e alla terra che ha forma di cono piuttosto che a chi, fra una pubblicità di un formaggino, un’auto e un prodotto farmaceutico, mi dice la versione che gli suggerisce lo sponsor che gli paga lo stipendio attraverso la rete televisiva, la radio, il giornale per cui lavora…
Inoltre una informazione televisiva, radiofonica o sui media cartacei che annovera come opinionisti qualsiasi specie di soggetto che pontifica in nome di una sua presunta fama, fosse anche solo ottenuta in qualità di calciatore, pornostar o “influencer”, è una informazione per la quale in confronto il cosiddetto complottismo è roba da Nobel.
Se ci si sente investiti da qualche strano dovere di difendere il popolo da determinate informazioni significa che si pensa che la gente sia così stupida da bersi qualsiasi idiozia. E’ di certo una infima considerazione che si ha del popolo, se si ritiene che debba esserci l’Inquisizione perché la gente non sa discernere fra le stupidaggini e le informazioni serie.
Infatti quale è il miglior modo per svelare le stupidaggini? La cultura, il sapere, lo studio, la corretta informazione indipendente, l’ascolto e la possibilità di tutte le opinioni e tesi di esprimersi. Ed è proprio l’informazione prezzolata e un tanto al chilo che ha devastato quella cultura che dovrebbe essere il miglior sistema immunitario contro le stupidaggini, da qualsiasi parte arrivino. Basti pensare come esempio per tutti all’impero Berlusconiano e ai suoi purtroppo tanti emuli, per cui la cultura era ed è una faccenda che ha che fare con parti anatomiche femminili da mostrare a profusione sui propri media. Un modello che tanti hanno seguito senza distinzioni, perché gli sponsor vogliono audience mica cultura, quella vera.
I veri complottisti sono quelli che hanno bisogno di censurare e criminalizzare il prossimo perché le loro tesi sono così inconsistenti da non reggere alcun serio confronto. Confronto da cui praticamente sfuggono sempre; sarebbe infatti assai impietoso magari coglierli sul fatto con le tasche gonfie di quattrini di compiacenti aziende di cui portano avanti gli interessi…
Ma loro lo fanno sempre per il bene del popolo, sia chiaro.