di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org
I BAMBINI vivono intensamente, qualsiasi cosa facciano.
Sono interamente nell’attimo.
Con tutti i sensi percepiscono quello che c’è, proprio ora, e godono del momento presente.
Per NOI ADULTI che siamo sempre di corsa e troppo cerebrali, invece, è quasi impossibile “sentire” davvero, assaporare quel che capita, provare la vera gioia del cuore.
Stiamo svolgendo un’attività e intanto pensiamo a quel che dobbiamo fare dopo, ci creiamo teorie sulle persone invece di aprirci a loro, mangiamo velocemente ingoiando bocconi di cibo appena masticato, facciamo molte cose per abitudine e non ci accorgiamo affatto di quanto è intorno a noi perché il più delle volte siamo focalizzati solo sulla superficie e questo ci impedisce di vedere davvero gli altri, le cose, gli accadimenti o di cogliere il valore simbolico di un incontro, di un incidente o di una malattia.
Non percepiamo la bellezza.
Non percepiamo la felicità che, più spesso di quanto crediamo, è a portata di mano. La cerchiamo altrove, nei sogni che facciamo, nelle aspettative che ci creiamo per il futuro.
Per questo siamo spesso infelici, perché non siamo capaci di vivere pienamente l’attimo e campiamo, giorno dopo giorno, in un vortice di impegni che ci risucchiano, lasciandoci ogni sera scontenti e privi di energie.
Come se potessimo vivere per sempre. Come se ci fossero dovute infinite possibilità.
In realtà ogni momento è unico e ogni giorno potrebbe essere l’ultimo.
Non è scontato poter vedere ogni giorno il sorgere del sole, essere in salute, ricevere un sorriso da una persona, avere cibo da condividere con i nostri cari, poter rientrare la sera a casa stanchi dopo una giornata di lavoro.
Eppure quel che di bello abbiamo, non lo vediamo.
Non siamo grati per ciò di cui possiamo godere. Il più delle volte, puntiamo l’attenzione solo su ciò che manca e su ciò che non va bene.
Come se la vita dovesse essere sempre al top, non accettiamo che essa abbia lati di luce e di ombra, degli alti e dei bassi, delle gioie, ma anche dei dolori.
A volte ci porta su in alto con esperienze eccezionali.
Altre volte, invece, giù con prove, fatiche e contrarietà da superare.
Ma per essere sani bisogna accettare la vita nel suo complesso.
La SALUTE non si può ottenere solo attraverso un’alimentazione sana e delle norme comportamentali positive.
Se si vuole stare bene e in armonia con se stessi, dobbiamo anche vivere con consapevolezza e piena coscienza ogni attimo.
La vita è uno splendore comunque, anche quando ci obbliga a lottare.
Ed è sempre emozionante contemplarla.
L’arte di essere consapevoli, di vivere in piena coscienza ogni istante, si può imparare.
Prima di tutto dobbiamo essere attenti.
In secondo luogo ci si deve staccare dai molti pensieri che continuamente ci rimuginano in testa.
Poi si deve imparare ad andare con più lentezza.
Infine, nei limiti del possibile, ci si dovrebbe anche affrancare da tutti quei mezzi tecnologici che ormai ci accompagnano quotidianamente per lavoro, ma che finiscono per catturare in modo invadente la nostra attenzione con continue notifiche per cui ogni istante che potrebbe, magari, essere quello giusto per entrare nella Presenza, viene invece sviato dall’arrivo di un nuovo messaggio su whatsapp o su telegram o su facebook o da una mail. E, siccome non sappiamo dire di no, rimaniamo imbrigliati in una rete che finisce per trascinarci, ancora una volta, fuori da noi stessi.
Eppure RIMANERE FOCALIZZATI NEL “QUI E ORA”, anche se difficile, è possibile.
Come gli sportivi si allenano ogni giorno per ottenere risultati sempre migliori, così anche noi possiamo allenarci a percorrere ogni passo dell’esistenza con presenza di sensi, cuore e mente.
Se ci riusciremo, avremo vissuto con maggiore intensità e avremo avuto più occasioni di gioia.
“La felicità è qualcosa che capita agli esseri umani, la felicità è destino” – afferma il poeta e scrittore Rainer Maria Rilke – “la gioia è invece qualcosa che le persone fanno fiorire dentro di sé, è il massimo che abbiano in loro potere”.
Se dunque possiamo solo ricevere con gratitudine la felicità, della gioia siamo responsabili in prima persona.
Dipende da come reagiamo a quel che ci capita, alle persone che incontriamo ogni giorno.
Se siamo vigili e aperti, tutto può essere sentito in modo più profondo: possiamo svolgere il lavoro con più abilità e piacere, vedere il prossimo con occhi nuovi facendo cadere tutti i pregiudizi, ammirare le bellezze della natura percependo in ogni creatura, in ogni forma vitale, l’essenza divina della vita.
Cercando di avere un rapporto attento con la realtà, possiamo far crescere le occasioni di gioia. “La capacità di essere interamente nell’attimo suscita gioia” – conferma Anselm Grun, monaco benedettino, uno degli autori di spiritualità più apprezzati d’Europa – che aggiunge “È vero anche il contrario: la gioia crea presenza”.
Il che significa che uno stato d’animo gioioso ci aiuta a vivere con più pienezza e profondità il presente. Infatti, il più delle volte quando siamo preoccupati o tristi o arrabbiati il pensiero rimugina sempre attorno al futuro o al passato. La gioia, invece, ci avvicina a noi stessi e all’attimo presente.
Il mondo è pieno di piccole gioie. Dipende da noi coglierle.
Come i bambini, allora, cerchiamo di percepire appassionatamente, totalmente, ogni attimo.
Significa cominciare a vivere su un altro livello dell’essere.
Significa vibrare a un’altra frequenza.