Oggi a Trento, all’interno della Kermesse del Festival dell’economia, doveva essere presente il ministro per la “transizione ecologica” – già dirigente di Leonardo Finmeccanica – Roberto Cingolani.
Per una scelta politica del Governo e degli organizzatori del Festival, la maggior parte dei ministri e le ministre – compreso Roberto Cingolani – sono intervenuti da remoto.
Un chiaro segnale che va ad indicare quanto si voglia in qualsiasi modo evitare ogni tipo di contestazione alle politiche messe in atto dai ministeri scelti dal premier Draghi.
Nonostante la scelta del Governo e la città presidiata da decine di agenti, attiviste ed attivisti sono scesi in piazza per contestare, con forza, le azioni del governo che portano avanti un presunto capitalismo verde che, pur nel nome dello “sviluppo sostenibile”, continua invece a sfruttare corpi, popoli e territori.
Gli attivisti e le attiviste dello spazio Rise Up 4 Climate Justice si sono ripresi le strade della città di Trento fino ad arrivare in piazza Duomo, centro nevralgico del festival dell’economia di quest’anno. Un festival dal titolo “Il ritorno dello stato” e che proprio nella giornata ha visto l’intervento online del Ministro della transizione ecologica Cingolani.
Gli attivisti e le attiviste hanno ribadito in numerosi interventi quanto sia inaccettabile la presenza di un personaggio come Cingolani all’interno del festival dell’economia e al ministero per la transizione ecologica: si tratta infatti dello stesso ex amministratore delegato della Leonardo, una delle maggiori aziende produttrici di armamenti da guerra conosciuta per aver venduto le sue produzioni alla Turchia di Erdogan e Israele.
In questo quadro è stata lanciata da Lesvos Calling la carovana per la libertà di movimento, che il 19 giugno partirà da piazza Libertà a Trieste, crocevia di solidarietà e cura, con lo scopo di arrivare a Maljevac sulla frontiera croato-bosniaca. Attraversando stati e confini che incarnano l’ipocrisia delle politiche europee si vuole denunciare chi attua respingimenti a catena.
Presenti alla manifestazione anche gli attivisti e le attiviste di “Stop – Casteller”, per protestare contro un modello economico e industriale che concepisce il mondo come una riserva di risorse umane e non-umane da estrarre e una discarica da riempire.
Trento è il luogo dove, da quasi un anno, la campagna #stopcasteller sta mettendo in evidenza le ipocrisie, le incongruenze, la vigliaccheria, l’incompetenza dei suoi politici per quanto riguarda la gestione degli orsi, ma non solo. Gli ecosistemi montani, infatti, sono ormai sacrificati agli interessi dell’economia turistica, che propone il bosco come estensione del giardino di casa, e agli interessi di allevatori e coltivatori (protetti da Coldiretti) che, non paghi di causare la morte di migliaia di animali “d’allevamento”, hanno intrapreso una guerra senza ritegno anche nei confronti dei selvatici.
«Non accettiamo le sospensioni alla libertà di manifestare fisicamente per la città. Contro una politica che “transita” sempre sullo stesso binario, che non pensa a un mondo più vivibile, ma solo a uno più profittevole, ci schieriamo per un mondo diverso, per noi, per gli altri animali e per gli ecosistemi».
Ha preso parola anche il Coordinamento studentesco di Trento, «siamo scesi in piazza per contestare un presunto capitalismo verde che, pur nel nome dello “sviluppo sostenibile”, continua invece a sfruttare corpi, popoli e territori. Una transizione ecologica – quella di Cingolani – che passa per i cantieri della TAV in Val di Susa, per le raffinerie di ENI, per i gasdotti nel mare Adriatico e contro i tagli alle scuole».
A partire dai G20 preparatori che si terranno a Venezia e a Napoli riguardanti rispettivamente la finanza e il clima, passando per le mobilitazioni che si terranno in Val di Susa, uno dei territori che resiste contro la distruzione e la cementificazione, per arrivare poi a settembre alla pre cop di Milano sul Clima.
Gli interventi parlano di tanti appuntamenti che portano la voce di una governance che da troppo tempo trae profitto dai corpi e dai territori e che vedranno altrettante voci forti e determinate a farsi sentire per rivendicare un modello di sviluppo diverso, che metta finalmente al centro la vita, i territori e la salute.