Ieri in Sala del Canevon a Malcontenta è stato presentato il nuovo progetto di Eni dell’inceneritore di Marghera. L’iniziativa è stata contestata da comitati ambientali e cittadini, che hanno manifestato per mettere in luce le tante criticità del progetto. Il comunicato del Comitato No Inceneritore di Fusina.
Eni, il Comune e la Regione speravano di far passare la presentazione pubblica del nuovo inceneritore sotto silenzio, fissandola di lunedì pomeriggio nella giornata e nell’orario meno accessibili alla cittadinanza.
Peccato che, insieme alle decine di poliziotti in tenuta antisommossa pronti a difenderli, ci fossero 300 persone ad aspettarli.
Chiusi in una sala che poteva contenere solo 50 persone, i delegati di Eni Rewind hanno presentato il progetto, cercando di indorare la pillola in qualunque modo e tacendo la maggior parte dei lati problematici. Addirittura, in tutta la presentazione sono riusciti a tacere la presenza di PFAS nei fanghi che andranno bruciati.
Insoddisfatti e arrabbiati per l’ennesima presa in giro, abbiamo imposto che la discussione continuasse all’esterno per poter permettere a tutte le persone presenti di partecipare e esprimere la propria opinione.
Comitati, pediatri/e, cittadini/e, medici e giovani del territorio hanno messo all’angolo l’amministratore delegato di Eni Rewind e i tecnici al suo seguito, entrando nel merito di ogni problematicità dell’inceneritore per il territorio e la salute di tutti e tutte.
La risposta della popolazione è stata chiara ed evidente: non sarà ammesso nessun nuovo impianto di ENI sul nostro territorio. Di qui non si passa!
Come potremmo fidarci di ENI, la stessa azienda che ha a che fare con l’inquinamento delle falde acquifere del Veneto?
Come potremmo fidarci del suo inceneritore mentre la stessa ENI ha distrutto territori lontani e vicini, come nel caso della Basilicata?
Come potremmo fidarci di chi mente spudoratamente di fronte ai cittadini per fare aumentare i propri profitti?
Di fronte alla crisi climatica, sempre più drastica e evidente, nonostante la comunità scientifica internazionale chieda a gran voce un’inversione di rotta radicale, Brugnaro, Zaia e ENI continuano a proporre di costruire progetti che inquineranno per i prossimi decenni.
In questo territorio c’è chi ci vive e chi vuole continuare a viverci. In questo territorio c’è chi non è disposto a farsi prendere in giro da ENI o da Veritas. In questo territorio ci sono comunità resistenti pronte a reagire anche quando le istituzioni locali operano contro il bene della collettività. In questo territorio piangiamo già centinaia di morti per tumore e malattie croniche causate dall’inquinamento e non abbiamo intenzione di continuare a farlo.
Oggi è stato solo l’inizio.
Non brucerete il nostro futuro.