Docenti in subbuglio: “Assunzioni bloccate da un algoritmo che non funziona”

Con l’inizio del nuovo anno scolastico, in diverse città italiane si sono levate voci di protesta da parte dei docenti precari. Dalle problematiche legate alle assunzioni alle irregolarità nelle graduatorie, il malcontento si è fatto sentire da nord a sud, con mobilitazioni a Milano, Torino e Napoli.

A Milano, un gruppo di insegnanti ha occupato l’atrio dell’Ufficio Scolastico Territoriale (UST), denunciando gravi disfunzioni nelle operazioni di reclutamento che hanno lasciato molti di loro senza un incarico, nonostante i punteggi elevati ottenuti nelle graduatorie. La protesta, organizzata dal sindacato ADL Cobas, ha portato alla ribalta una situazione che molti ritengono insostenibile, in cui le speranze di docenti qualificati sembrano infrangersi contro un sistema che li tradisce.

Il principale oggetto della contestazione è l’algoritmo utilizzato per l’assegnazione delle cattedre, descritto dai manifestanti come un meccanismo fallace e iniquo. Diverse testimonianze raccontano di insegnanti esclusi dalle nomine a causa di errori tecnici, o di altri che si sono trovati in situazioni paradossali, come dover prendere servizio insieme ad altri venti colleghi per la stessa cattedra, o essere convocati per incarichi già assegnati ad altri. Molti di loro hanno dovuto sostenere viaggi lunghissimi per fare l’accettazione di un incarico rivelatosi poi un fake.

Ad esasperare ulteriormente la protesta, è stata una comunicazione ufficiale dell’UST di Milano, in cui si affermava che le operazioni di reclutamento del personale docente a tempo determinato si stavano svolgendo “in modo regolare” e che non fosse in atto alcuna protesta. Una dichiarazione che ha suscitato indignazione tra i docenti, sconcertati dall’evidente negazione dell’evidenza.

I docenti precari chiedono la sospensione dell’algoritmo e la ripetizione delle nomine, seguendo l’esempio di Brescia, dove gli errori sono stati corretti mediante nuove procedure. Tuttavia, a Milano, la situazione si presenta più complessa. Considerata una “vetrina” istituzionale, la città sembra voler nascondere errori a tutti i costi, anche se ciò comporta lasciare migliaia di insegnanti senza lavoro.

Il malcontento, tuttavia, non si limita a Milano. A Torino, un gruppo di docenti precari si è radunato davanti alla sede dell’Ufficio Scolastico Provinciale per denunciare problematiche simili. Anche qui, le disfunzioni nelle graduatorie e nell’assegnazione delle cattedre hanno sollevato proteste, con richieste di maggiore trasparenza e di una revisione delle procedure che hanno penalizzato molti insegnanti.

A Napoli, invece, la protesta ha assunto contorni diversi. I precari del Concorso Straordinario 2020 si sono mobilitati per denunciare l’assenza di soluzioni concrete per il loro inserimento nel sistema scolastico. Con lo slogan “Noi del Concorso Straordinario 2020 dimenticati”, i manifestanti hanno chiesto maggiore attenzione da parte delle istituzioni, che finora non hanno fornito risposte chiare sul loro futuro professionale. Nei giorni scorsi ci sono state agitazioni anche a Palermo e Bologna.

Queste manifestazioni segnalano un inizio di anno scolastico caratterizzato da incertezza e tensioni per molti docenti, lasciando presagire che il clima di malcontento potrebbe perdurare.

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