Domenica 23 aprile 2023, dalle h.17, doppio evento a Nassau, in via de’ Griffoni 5/2, a Bologna, con Wu Ming, con Wu Ming, Melologos, Chialab, Jet Set Roger e Marco Manfredi.
Nassau è uno spazio polivalente e indipendente, un piccolo porto pirata in pieno centro storico.
I luoghi hanno la loro metempsicosi. Il seminterrato che oggi è Nassau negli anni Settanta era il circolo anarchico “La Talpa” e alla fine di quel decennio divenne il Punkreas.
Dentro Nassau ha la propria sede Melologos, il «laboratorio di fonologia narrativa» co-fondato da Wu Ming. Che ha già prodotto due neo-radiodrammi: Radio Piemonte International e Volodja. E prima ancora di essere fondato aveva contribuito al podcast Morte di un giallista bolzanino.
Quella del 23 aprile sarà la prima di una serie di soirées particulières a cura di Melologos, dedicate ai rapporti tra lingua poetica e musica, sperimentazione vocale e testo letterario, riscoperta e forzatura dei codici della radiofonia ecc. Lezioni-concerto, reading, seminari, ascolti pubblici di dischi, e chi più ne ha più ne metta.
Ma andiamo con ordine, perchè la soirée non comincerà stimolando l’udito bensì la vista.
Alle 17 inaugureremo la mostra «Squarci di copertina – ~20 anni di immagini per Wu Ming», con le copertine, le locandine e in generale l’arte grafica di Chialab – Andrea Alberti, Alex Weste e Antonio D’Elisiis – applicata al nostro lavoro. Saranno esposti anche bozzetti e versioni alternative delle cover di nostri romanzi come L’Armata dei Sonnambuli, Ufo 78, l’edizione speciale di Q per il ventennale ecc.
Ecco il testo che apparirà sul pannello introduttivo.
Diabolici «making of» – di Wu Ming
«Situazione quasi comica, paradossale nella sua disagevolezza: occorre offrire un’immagine che incuriosisca e attragga un ignoto a prendere in mano un oggetto di cui nulla conosce […] Ma al tempo stesso l’immagine della copertina dovrebbe risultare giusta anche dopo che l’ignoto abbia letto il libro […]»
Roberto Calasso, L’impronta dell’editore
Ogni volta che abbiamo coinvolto Andrea Alberti, e per suo tramite l’intero studio Chialab, in una nostra operazione, chiedendogli di progettare la copertina di un romanzo o la locandina di un film o l’artwork per un disco, sapevamo che ci avrebbe inviato un insieme diabolico di proposte.
Usiamo l’aggettivo riferendoci al suo etimo remoto, che sta nel verbo greco διαβάλλω, che ha diversi significati, tra cui “ingannare”, ma che letteralmente vorrebbe dire: “gettare in due direzioni diverse” (δια deriva da δύο, due).
Ogni memorabile, iconica trovata di Andrea e Chialab è stata preceduta da una molteplicità di bozzetti, proposte, appunti visivi fermati prima che l’idea svanisse, opzioni non solo alternative ma a volte radicalmente differenti tra loro. Di nuovo quel prefisso, δια-: «differente» deriva dall’uso intransitivo di διαφέρω, diaphérō, che letteralmente, e in forma transitiva, vorrebbe dire: “portare in due direzioni diverse”.
L’esempio più eclatante è anche il più recente: quando gli abbiamo chiesto una copertina per Ufo 78, Andrea ci ha inviato un set variegato, contraddittorio, sorprendente. L’immagine più conturbante era forse la celebre foto di Moro prigioniero con stella e scritta «Brigate Rosse» alle sue spalle… ma senza più Moro né stella e scritta! Cosa restava, dopo questo radicale lavoro di sottrazione? La “grana” dell’immagine, una certa atmosfera, e il cerchio che prima inscriveva la lettera. No, un momento… C’’era anche il lettering! Il lettering originale della scritta «Brigate Rosse» era usato per «Wu Ming» e «Ufo 78». Impressionante. Ma forse troppo “concettuale”, per una copertina.
Si trattava di passare dal diabolico al… simbolico, che in effetti sarebbe il concetto opposto. Deriva da σῠμβάλλω, synbállō, letteralmente “lanciare due cose nella stessa direzione”, cioè lanciarle insieme. Due cose: ad esempio, un’immagine e un significato. Una copertina e un libro. Ogni volta abbiamo dovuto scegliere la copertina più d’impatto e che fosse più memorabile, retrospettivamente sempre ri-associabile al libro.
Negli anni, le opzioni scartate si sono accumulate, e ci siamo resi conto che formavano un notevole “tesoretto” iconografico. Osservate tutte insieme accanto alle immagini “ufficiali”, quelle nel frattempo divenute note, le immagini mai uscite dalla nostra cerchia potevano raccontare qualcosa di importante, illuminare quel che accade in un momento cruciale, il momento in cui si sceglie l’abito con cui un libro andrà in giro.
E così questa mostra. Dentro gli spazi di Nassau.
Squarci di copertina, come da sottotitolo, copre quasi vent’anni di produzioni, ma in realtà la collaborazione con Andrea pre-data Chialab, dura dai primi anni Novanta. E come tacere del fatto che nel 1994 Andrea, insieme a Edi Bianco, miscelando quattro fotoritratti della prima metà del ventesimo secolo creò il volto di Luther Blissett?
«Storicizzare sempre!», andiamo ripetendo, sulla scorta di quel tale.
Ecco, anche questa dimensione era tempo di storicizzarla.
Buona visita, buone visioni.
Una serata con Jet Set Roger
Al termine del vernissage si terrà la conferenza-concerto del cantautore anglo-italiano Jet Set Roger, altro nostro collaboratore di lunga data.
L’incontro sarà incentrato su due suoi concept album, autentici capolavori di convergenza musical-letteraria: Lovecraft nel Polesine (2016, se ne è scritto estesamente qui) e Un rifugio per la notte (2019). Album nel senso più pieno del termine, perché ciascuno di essi include una versione a fumetti della storia narrata, disegnata da Aleksandr Zograf.
Si tratta di operazioni complesse e curatissime: Roger si adopera per rendere i rovelli creativi ma anche spaziali, persino geografici, del cantore dell’orrore cosmico H. P. Lovecraft e del poeta “maledetto” per eccellenza François Villon. Dietro quest’ultimo appare un terzo scrittore, il maestro del terrore e dell’avventura Robert Louis Stevenson.
Lovecraft nel Polesine
L’album del 2016 si ispira a un falso di cui si è discusso una manciata di anni fa: un diario di viaggio del misantropo di Providence, che nel 1926 sarebbe venuto in Italia e si sarebbe aggirato nei territori tra Rovigo e il Delta del Po. Addirittura, da alcune leggende locali avrebbe tratto spunto per i suoi racconti.
Di quella truffa letteraria Roger prende soltanto la premessa e la usa per mettere in scena Lovecraft in una bizzarra parentesi della sua vita, immaginaria eppure rivelatrice. Le musiche sono psichedeliche, e tanto raffinate – come ci si attende da un diplomato in pianoforte che ha studiato con due allieve di Arturo Benedetti Michelangeli – quanto dirette e coinvolgenti. I testi, poi, sono una rivelazione: Roger cesella versi alessandrini a rima alternata, e più nel classico di così non potrebbe avventurarsi, ma è un classico al servizio di una storia horror – benché un horror tutto potenziale – bassopadana.
Un rifugio per la notte
Un rifugio per la notte segna, musicalmente e poeticamente, un ulteriore passo in avanti. Roger adatta il racconto di Stevenson A Lodging For The Night (1977), il cui protagonista è Villon in una gelida notte parigina. In un paio di occasioni Roger scavalca Stevenson e risale direttamente al poeta francese, mettendo in musica la Ballade des pendus e la Ballade des dames du temps jadis.
Il punto di partenza è il lavoro di traduzione di Luciano Parinetto (1934-2001), grande outsider della filosofia, della storiografia e del pensare altro. Nel 1993 Parinetto tradusse una scelta essenziale di versi di Villon e li pubblicò come libretto Millelire di Stampa Alternativa, per riportare Villon «nelle mani di tutti, come quando, quasi all’alba del Rinascimento, il popolo ne tramandava a memoria le ballate». Di quell’operazione, per molti versi seminale, ricorre il trentesimo anniversario.
Nel saggio in cui presenta l’album Roger scrive:
«Questa storia si apre con un poeta che cerca una rima […] Lungi da me il volermi paragonare a Villon, ma ci tenevo a ribadire che la mia idea di canzone è questa: la ballata scritta in rima, con un metro a scandirne il ritmo. Non sono così accademico da voler proporre composizioni che ricalchino fedelmente i canoni della ballata medievale, ma mi piace pensare di portare avanti una tradizione, e che il tentativo di narrare cantando e accompagnandosi con la musica sia qualcosa che abbia radici più antiche e profonde rispetto ai successi radiofonici della scorsa stagione.»
An Evening with Jet Set Roger
All’inizio del 2020 sembrava imminente una svolta nella ricezione del lavoro di Roger. La buona accoglienza di Un rifugio per la notte si era concretizzata in un tour di quaranta date… ridottesi a zero quando calò come una scure il “lockdown”.
Da poco Roger ha ripreso a girare. Imperterrito, sta lavorando al terzo episodio del “ciclo degli scrittori”. Domenica prossima, ospite di Melologos, dalle h.20 aprirà l’officina e mostrerà i ferri del mestiere, dialogando con Wu Ming 1, raccontando la genesi dei brani ed eseguendoli in versione piano e voce, come fa qui.
Ospite speciale, l’attore Marco Manfredi leggerà prima in francese poi nella versione di Parinetto la Ballade des dames du temps jadis.
Vernissage e concerto sono a ingresso gratuito, serve però la tessera AICS, chi non ce l’ha può farla seduta stante. Il tesseramento aiuta le sorelle e i fratelli di Nassau a far vivere il posto, anzi, l’avamposto. Uno spazio non cooptato, non di “sottogoverno”, a poche centinaia di metri da Palazzo d’Accursio.
Ci vediamo lì domenica 23 aprile.