Gilad Atzmon – The UNZ Review – 19 gennaio 2021
Alla fine ho capito: la Terza Guerra Mondiale è iniziata ed è una battaglia epica tra “vaccinisti” e “scettici”. Siamo nel pieno di un duello all’ultimo sangue: da un lato lo schieramento di coloro che credono che Big Pharma, Gates e Fauci salveranno il pianeta, dall’altro gli irriducibili sostenitori del legame inscindibile che esiste tra umanità e universo, tra il sole, la terra, il mare, l’organismo umano e i suoi virus (compreso il Covid 19).
Si tratta di una vera e propria guerra che vede coinvolti su fronti opposti coloro ai quali le parole “distanziamento sociale” provocano un brivido di piacere lungo la schiena e dall’altra parte dei personaggi strani: che hanno nostalgia della vita sociale, dell’aria pura e, in generale, delle nostre libertà, percepiti dai più come votati al suicidio.
È la terza guerra mondiale, signori, una lotta senza esclusione di colpi tra i sostenitori del concetto di “scienza reale”, che probabilmente non hanno ben chiara la differenza tra “scienza” e tecnologia”, e chi sembra invece aver compreso che, se “scienza” si traduce nello di studio e nel tentativo di interpretazione delle leggi dell’universo, la tecnologia non è altro che l’arte di trarre profitto da questi studi.
C’è una differenza lampante tra studiare il Covid 19 per comprenderlo e sconfiggerlo (scienza) e il voler ad ogni costo monetizzare questi studi (tecnologia). I sostenitori dell’esistenza dei “veri scienziati promulgatori di tesi universali” sembrano non accorgersi dell’incoerenza e della paradossale mancanza di scientificità di questa tesi: la scienza, infatti, non si è mai basata sui larghi consensi, come succede campo artistico; le scoperte e le innovazioni affondano le loro radici nella creatività e nella rottura dei paradigmi, cioè, del consenso universale. I sostenitori delle “tesi scientifiche unanimi” sembrano ignorare il fatto che, storicamente, le più importanti rivoluzioni in questo settore videro la luce in un contesto di profonda dissidenza intellettuale.
Nella terza Guerra mondiale che stiamo vivendo non esistono più “Destra” e “Sinistra” né nazioni e confini, il mondo è spaccato esattamente a metà; così vediamo individui “di sinistra”, sulla carta nettamente in opposizione alle idee di Trump, che all’improvviso si trovano concordi con la sua politica, non certo perché ne approvino i modi rudi o lo stile, ma perché Trump è riuscito ad avvicinarsi al loro modo di sentire e percepire l’esistenza. Mentre molti prevedevano che il Covid 19 avrebbe segnato la fine politica di Trump, sembra stia accadendo l’esatto opposto e il suo approccio alla pandemia gli sta portando nuovi consensi e, se andiamo più in profondità, troviamo altri aspetti interessanti: ferventi pacifisti e, in particolare, sostenitori della causa palestinese si stanno rendendo conto che le stesse misure vigliacche e orwelliane inflitte a quel popolo vengono ora utilizzate sulla gran parte di cittadini americani e Covid-scettici. Assistiamo in pratica a un’insolita alleanza che, benché non sia ancora concreta e alla luce del sole, porterà benefici se non al Trump attuale, di sicuro al Trump 2.0
Nella la terza Guerra mondiale che stiamo vivendo gli “anti-fascisti” di un tempo sono i nuovi fascisti moderni, mentre i loro tradizionali oppositori, bollati come “razzisti”, “fascisti”, e persino “suprematisti”, sono in prima linea nelle battaglie per le libertà fondamentali e i diritti umani. Allo stesso modo coloro che si definivano “di sinistra” sposano le idee hitleriane più controverse: sostengono che i popoli dovrebbero essere distinti politicamente in base alla biologia (identitariani), al colore della pelle (salvo essere bianchi), al sesso (salvo essere maschi) e in base all’orientamento sessuale (salvo essere eterosessuali). Secondo Hitler i popoli di lingua germanica erano superiori politicamente grazie alla loro biologia, cioè alla “razza”, in quanto “non” ebrei o latini.
Nel mondo alla rovescia che è ormai diventato la nostra realtà quotidiana, la classe lavoratrice, o meglio, NON lavoratrice (viste le attuali condizioni socio economiche) è finita a simpatizzare per Trump, per la Brexit e i Tories (in Gran Bretagna) e i Gilet gialli (in Francia e in altri paesi dell’Europa Occidentale)
In termini di identificazione politica socio economica, la sinistra e la destra si sono scambiate i ruoli, e non si tratta di una semplice fase di transizione ma di uno scambio profondo a livello metafisico e esistenziale. Di fatto, i progressisti/di sinistra/liberali sono attratti dalle nuove tecnologie, dai media “mainstream” e da Wall Street, mentre la destra è mutata in un movimento populista che accarezza le idee rivoluzionarie.
Quello che sta succedendo in Israele rappresenta un perfetto terreno di prova della terza guerra mondiale in corso; i ruoli in gioco in termini di politica, strategia “scienza” e diritti umani corrispondono perfettamente. Israele per varie ragioni, politiche, è in testa alla classifica delle vaccinazioni di massa con largo distacco rispetto agli altri paesi. Ha infatti già somministrato il “miracoloso” siero Pfizer a più di un quinto della sua popolazione, nonostante ciò, o proprio per questo, il Covid 19 stia colpendo pesantemente il paese. Il sistema sanitario è sull’orlo del collasso, esattamente come quello britannico, gli ospedali, al pari di quelli brasiliani, hanno un disperato (e letterale) bisogno di ossigeno, e mentre il governo tenta di manipolare i numeri, i casi registrati aumentano ogni giorno.
Il caso israeliano è ancor più affascinante se lo esaminiamo alla luce del primo patto sionista. I padri fondatori israeliani e sionisti si proponevano di rendere i nuovi ebrei un popolo coraggioso e intrepido, legato profondamente alle antiche tradizioni della natura e al ritorno all’agricoltura. L’esperimento è fallito: nel 2021 nel territorio ebraico il vaccino Pfizer sta decisamente rimpiazzando i cari vecchi rimedi della nonna, gli israeliani, finora, hanno accettato passivamente di fungere da cavie e da testimoni per il resto del mondo, “rumors” dicono addirittura che Hezbollah e Hamas stiano pensando di andare in pensione, il vaccino Pfizer sta facendo egregiamente il loro lavoro. Paradossalmente le sole comunità israeliane immuni dalla paura e che attualmente rispecchiano fedelmente l’ideale sionista sono gli ebrei ortodossi e gli arabi (palestinesi, di fatto). A tal proposito è interessante sottolineare che nessuna delle due comunità ha mai lontanamente sospettato di essere sionista, sono soltanto esseri umani.
In alcuni giornali ho letto che in vari paesi, si stanno facendo pressioni per varare leggi che impongano l’obbligo di indossare un braccialetto GPS a chi è sottoposto a regime di quarantena, in modo da controllare la loro obbedienza alle imposizioni. Ora, correggetemi se sbaglio, se la terza guerra mondiale che stiamo combattendo è una lotta senza quartiere tra vaccinisti e scettici, sarebbe logico applicare lo stesso sistema coercitivo ad entrambe le categorie, in modo da essere certi che si evitino a vicenda. È chiaro che queste due fazioni non possono e non devono entrare in contatto tra loro e, per ovvie ragioni, è bene che continuino a sentirsi minacciate reciprocamente.
Nei precedenti conflitti mondiali i popoli hanno lottato per la conquista di territori, per i confini degli stati, per far valere ideologie e spesso per la propria libertà. Nel conflitto attuale purtroppo non riesco a immaginare come la pace potrà prevalere e in che modo questa terza guerra mondiale potrà finire. Cosa comporteranno la sconfitta o la resa in questa guerra? Non lo so, probabilmente nulla di buono.
Link: https://www.unz.com/gatzmon/in-the-ww3-in-which-we-live/
Libera traduzione di Irene Pagliarini per ComeDonChisciotte