Ecco perché i nuovi missili russi cambiano davvero le carte in tavola

Moon of Alabama
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In risposta alla decisione degli Stati Uniti di autorizzare attacchi con missili balistici dall’Ucraina verso la Russia, il grande mago e Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha tirato fuori un coniglio dal cilindro.

Ieri le sei testate indipendenti di un nuovo missile balistico a raggio intermedio hanno colpito l’impianto missilistico di Yuzhmash a Dnipro, in Ucraina.

Finora, il nuovo missile e il suo profilo di missione erano sconosciuti. È la chiara contropartita agli sforzi decennali degli Stati Uniti per ottenere la supremazia, soprattutto in Europa, sulla Russia.

I missili possono essere classificati in base alla portata:

1. I missili balistici a corto raggio (SRBM) sono progettati per colpire le forze nemiche entro un raggio di circa 1.000 chilometri. Tipicamente impiegati in scenari tattici, consentono una risposta rapida alle minacce regionali.

2. I missili balistici a medio raggio (MRBM) portano il raggio operativo a circa 3.500 chilometri. Questi sistemi potenziano le capacità di deterrenza di una nazione, consentendo di colpire obiettivi più lontani senza ricorrere a sistemi intercontinentali.

3. I missili balistici intercontinentali (ICBM) rappresentano la categoria a più lunga gittata, con un raggio d’azione superiore a 5.500 chilometri. Questi missili fungono da deterrente strategico, sono in grado di trasportare carichi utili da un continrnte all’altro e di incidere significativamente sulle dinamiche della sicurezza globale.

Stati Uniti, Russia e Cina hanno sviluppato tutti e tre i tipi di armi. Alla fine degli anni ’80, su iniziativa del leader sovietico Mikhail Grobaschev, gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica avevano firmato il Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (Trattato INF):

Il Trattato INF metteva al bando tutti i missili balistici nucleari e convenzionali lanciati da terra, i missili da crociera e i lanciamissili delle due nazioni con gittate di 500-1.000 chilometri (310-620 miglia) (a corto-medio raggio) e di 1.000-5.500 chilometri (620-3.420 miglia) (a raggio intermedio). Il trattato non si applicava ai missili lanciati dall’aria o dal mare. Nel maggio 1991, le due nazioni avevano eliminato 2.692 missili, a cui erano seguiti 10 anni di ispezioni e verifiche in loco.

Anche se il dispiegamento di missili di una certa gittata era proibito, lo sviluppo di questi missili era continuato. Intorno al 2008 la Federazione Russa aveva utilizzato il progetto di base del missile intercontinentale RS-24 (Yars) per sviluppare una versione più flessibile con un carico utile più leggero. Il risultato era stato il missile RS-26, più facile da gestire. Pur potendo raggiungere la gittata necessaria per essere classificato come missile intercontinentale, il suo carico utile era troppo ridotto per essere davvero efficace.

All’inizio del 2018 la Federazione Russa aveva deciso di interrompere ogni ulteriore sviluppo dell’RS-26, investendo le proprie risorse nel più promettente veicolo ipersonico a planata Avanguard.

Pochi mesi dopo la decisione della Russia di accantonare lo sviluppo dell’RS-24, gli Stati Uniti si erano ritirati dal trattato INF. Anche se [come pretesto per il ritiro] gli Stati Uniti sostenevano che alcuni progetti di missili da crociera russi violavano il trattato, la vera ragione del ritiro era un’altra:

La necessità degli Stati Uniti di contrastare la concentrazione di armamenti cinesi nel Pacifico, compreso il Mar Cinese Meridionale, era un’altra ragione per il ritiro, perché la Cina non era firmataria del trattato. Lo avevano notato i funzionari statunitensi fin dalla presidenza di Barack Obama.

Tuttavia, il ritiro degli Stati Uniti dall’INF era perfettamente in linea con il ritiro degli Stati Uniti dal Trattato sui missili anti-balistici del 2002, che limitava le difese missilistiche. Poco dopo, gli Stati Uniti avevano annunciato la costruzione di “installazioni antimissile” in Europa orientale. Queste installazioni potevano essere facilmente trasformate in postazioni offensive e utilizzate per lanciare missili da crociera verso la Russia.

Nel luglio 2024 la NATO aveva annunciato che gli Stati Uniti, a partire dal 2026, avrebbero schierato in Germania missili a raggio intermedio con capacità nucleare.

Questo avrebbe ricreato la pericolosa situazione che l’Europa aveva visto prima dell’entrata in vigore del trattato INF. Una guerra nucleare all’interno dell’Europa, senza il coinvolgimento degli Stati Uniti continentali, sarebbe tornata ad essere una possibilità.

La Russia, alla fine, ha dovuto reagire alla minaccia. Poche settimane dopo l’annuncio della NATO, Vladimir Putin ha risposto a questi piani:

L’amministrazione statunitense e il governo tedesco hanno rilasciato una dichiarazione degna di nota riguardo ai loro piani di dispiegamento in Germania di sistemi missilistici di precisione a lungo raggio statunitensi nel 2026.

Questi missili avrebbero la gittata sufficiente per raggiungere le principali strutture statali e militari russe, i centri amministrativi e industriali e le infrastrutture di difesa. Il tempo di volo verso gli obiettivi sul nostro territorio di tali missili, che in futuro potrebbero essere dotati di testate nucleari, sarebbe di circa dieci minuti.

Gli Stati Uniti hanno già condotto esercitazioni per il trasferimento di sistemi missilistici Typhon dal loro territorio in Danimarca e nelle Filippine. Questa situazione ricorda gli eventi della Guerra Fredda relativi al dispiegamento in Europa dei missili americani Pershing a medio raggio.

Se gli Stati Uniti attueranno questi piani, ci considereremo liberi dalla moratoria unilaterale precedentemente ipotizzata sul dispiegamento di armi d’attacco a medio e corto raggio, compreso l’aumento delle capacità belliche delle truppe costiere della nostra Marina.

Oggi, in Russia lo sviluppo di tali sistemi sta per essere completato. Adotteremo misure speculari per il loro dispiegamento, tenendo conto delle azioni degli Stati Uniti e dei loro satelliti in Europa e in altre regioni del mondo”.

L’attacco di ieri al complesso Yuzhmash di Dnepropetrovsk è stata la prima dimostrazione della nuova capacità russa.

I nuovi missili, denominati Oreshnik (nocciola), sono una variante dell’RS-26 con una gittata più corta e un carico utile di sei (invece dei precedenti quattro) veicoli di rientro multipli indipendenti (MIRV). Ogni veicolo di rientro può trasportare sei sub-munizioni. Il carico utile può essere inerte (e distruggere il bersaglio con la forza dell’energia cinetica), convenzionale alto potenziale o nucleare.

Il missile utilizza combustibile solido ed è autocarrato. Può essere lanciato con breve preavviso da posizioni mimetizzate.

Lanciato dalla Russia, il missile può raggiungere qualsiasi obiettivo in Europa in meno di 20 minuti. Al rientro nell’atmosfera le testate del missile raggiungono una velocità ipersonica di 3-4 chilometri al secondo. Non c’è sistema di difesa aerea al mondo che possa fermarle.

La sorprendente e riuscita dimostrazione di una tale enorme capacità è un campanello d’allarme per gli strateghi europei.

Cullati dai discorsi neoconservatori sulla supremazia occidentale e sulle presunte incapacità russe, gli europei erano ansiosi di collegare il loro destino a una guerra per procura contro la Russia. Dopo essere stati sconfitti nella lotta per le materie prime della regione del Donbass, hanno spinto per estendere la portata delle loro armi all’interno della Russia.

I risultati sono ora sotto gli occhi di tutti. L’Europa è indifesa contro le nuove armi russe che possono raggiungere ogni centro politico e industriale d’Europa con una potenza devastante e con pochi minuti di preavviso.

Per fortuna c’è ancora tempo per cambiare rotta.

Nell’annunciare le nuove capacità, il presidente russo ha anche fatto un’offerta per limitarne il dispiegamento:

Stiamo sviluppando missili a raggio corto e intermedio in risposta ai piani degli Stati Uniti di produrre e dispiegare missili a raggio corto e intermedio in Europa e nella regione Asia-Pacifico. Riteniamo che nel 2019 gli Stati Uniti abbiano commesso un errore distruggendo unilateralmente il Trattato INF sulla base di un pretesto inverosimile. Oggi gli Stati Uniti non solo producono questo tipo di equipaggiamento, ma, come possiamo vedere, hanno trovato il modo di dispiegare i loro sistemi missilistici avanzati in diverse regioni del mondo, compresa l’Europa, durante le esercitazioni delle loro truppe. Inoltre, nel corso di queste esercitazioni, addestrano le truppe al loro utilizzo.

Come promemoria, la Russia si era impegnata volontariamente e unilateralmente a non dispiegare missili a raggio intermedio e a corto raggio fino a quando armi statunitensi di questo tipo non sarebbero apparse in qualsiasi regione del mondo.

Vorrei ribadire che stiamo conducendo test di combattimento del sistema missilistico Oreshnik in risposta alle azioni aggressive della NATO contro la Russia. La nostra decisione sull’ulteriore dispiegamento di missili a raggio corto e intermedio dipenderà dalle azioni degli Stati Uniti e dei loro satelliti.

Se gli Stati Uniti e i loro lacchè europei dovessero compiere altre azioni offensive contro la Russia, si procederà a “testare” l’Oreshnik in modo più severo, in condizioni reali e potenzialmente mirati a obiettivi al di fuori dell’Ucraina:

Determineremo gli obiettivi durante ulteriori test dei nostri sistemi missilistici avanzati in base alle minacce alla sicurezza della Federazione Russa. Ci consideriamo autorizzati a usare le nostre armi contro le strutture militari di quei Paesi che permettono l’uso delle loro armi contro le nostre strutture e, in caso di escalation di azioni aggressive, risponderemo in modo deciso e speculare. Raccomando alle élite al potere dei Paesi che stanno covando piani per utilizzare i loro contingenti militari contro la Russia di prendere seriamente in considerazione questo aspetto.

Speriamo che lo facciano.

Moon of Alabama

Fonte: moonofalabama.org
Link: https://www.moonofalabama.org/2024/11/why-these-new-russian-missiles-are-real-game-changers.html#more
22.11.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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