Ennesimo flop delle elezioni nel paese dove le minoranze governano le maggioranze

Più volte commentando le elezioni varie abbiamo rimarcato il fatto che proseguendo nella loro anti-politica i politici a breve non verranno votati nemmeno dai loro parenti; questa ormai non è più una battuta ma la realtà. Le ultime elezioni regionali hanno avuto protagoniste due fra le regioni più popolose d’Italia, di cui una è la capitale politica e l’altra la capitale economica con complessivi oltre 15 milioni di abitanti, un quarto dell’intera popolazione italiana. Il risultato dell’affluenza ha visto una percentuale di non votanti enorme, un impressionante 60%. I votanti sono stati complessivamente il 40%. E pensare che per tentare di racimolare qualche voticino in più si votava pure in due giorni.
Nella stessa città di Roma, sede del parlamento nazionale, la percentuale dei votanti è stata irrisoria, il 35%, la più bassa nella storia della città. Un dato emblematico di quanto il palazzo romano del potere attragga simpatia nella stessa città che lo ospita.
Un risultato miserrimo che boccia su tutta la linea qualsiasi partito e che non produce nessun vincitore se si pensa che gli pseudo vincitori governeranno con una minoranza assoluta di votanti che è un risicato 20% complessivo. Ormai chi vota quindi è una minoranza e perciò non si può certo dire che le minoranze in Italia non siano tutelate, sono così tutelate che governano. Ma sono governi formati con vittorie di Pirro, che legiferano ben sapendo di avere la schiacciante maggioranza degli italiani contro. Se veramente i politici amministrassero la cosa pubblica per i cittadini, dopo simili debacle si dovrebbero dimettere in blocco ma evidentemente non sono lì per amministrare qualcosa a favore dei cittadini.
Del resto durante la gestione catastrofica della faccenda covid, la politica semmai avesse avuto una credibilità, l’ha completamente persa, fino alla ciliegina sulla torta dell’ammucchiata di tutti i partiti (tranne Fratelli d’Italia che hanno fatto finta di fare una opposizione) pronti a spartirsi i soldi che venivano dall’Europa nei vari fantomatici piani di “ripresa e resilienza”.
Con questi chiari di luna e avendo dimostrato ancora una volta che la politica è per lo più spartizione di poltrone e potere, come possono pretendere i politici che la gente li vada ancora a votare?
Ormai tante persone hanno capito che il Parlamento è solo una appendice dei poteri economici e finanziari e quei poteri fanno i loro interessi, non certo quelli delle popolazione.
Altro che esercizio di democrazia; nei Parlamenti di democrazia rimane solo un lontanissimo ricordo che si perde nel tempo e non poteva che essere così: più la concentrazione del potere è forte e più gli appetiti si scatenano. Hanno diminuito pure i parlamentari proprio per aumentare ancora di più la concentrazione di potere.
E che ben pochi siano immuni alle sirene del potere, lo abbiamo visto con la fine penosa e ridicola che hanno fatto quelli che dovevano cambiare tutto e poi si sono dimostrati peggiori di quelli che loro stessi definivano peggiori e con i quali non avrebbero nemmeno preso un caffè, figuriamoci fare alleanze.
Ma il Parlamento e i Parlamenti di varie forme e misure sono posti stregati dove chi entra deve avere una forza morale e rettitudine quasi sovrannaturale per resistere. Non ci sembra di scorgere figure con questa forza e rettitudine da quelle parti e quindi la politica è destinata a spegnersi lentamente fino a quando non verrà più votata da nessuno, nemmeno i famosi parenti. Allora, chissà, i politici capiranno che forse era meglio cambiare, ma sarà probabilmente troppo tardi e nuovi sistemi e nuove società nel frattempo saranno stati costruiti, dal basso e il cui unico obiettivo sarà veramente essere al servizio di persone e ambiente e non a questo o quel potentato nazionale o internazionale che sia.

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