Onore al merito!
Non ci capita spesso che su un giornale di tiratura nazionale si parli in modo competente e chiaro di cosa è la decrescita. Ringraziamo quindi di cuore Elisabetta Ambrosi per aver scritto un ottimo articolo e il Fatto Quotidiano per aver concesso di diffonderne la versione PDF.
La qualità dell’articolo non sta solo nel fatto di aver scelto di intervistare chi (come Lucia Cuffaro e Maurizio Pallante) della decrescita ha fatto una scelta di vita e che si impegna con grande abnegazione per la diffusione dei suoi principi, ma soprattutto di aver chiesto pareri autorevoli a docenti universitari (come Simone D’Alessandro e Lorenzo Fieramonti) che pur non riconoscendosi a pieno in questo paradigma socio-culturale l’hanno studiato e ne riconoscono pregi e difetti.
Ma l’Ambrosi ha fatto ancora di più, si è ampiamente documentata. E sì, sembra una banalità e ci si immagina che questo accada sempre. Che lo scrivere dopo aver studiato sia la norma per chi voglia dirsi veramente giornalista. Ma purtroppo non è così. Pochi fra quelli che deridono o denigrano la decrescita hanno letto qualcosa di Mauro Bonaiuti, Marco Deriu o Paolo Cacciari, oppure hanno approfondito testi come Il mito della decrescita verde un rapporto internazionale recentemente tradotto e pubblicato dal Movimento per la Decrescita Felice che dimostra inequivocabilmente l’ipossibilità di disaccoppiare la crescita del PIL da quella del consumo delle risorse (finite!) del pianeta.
Oppure almeno uno dei moltissimi libri scritti da Maurizio Pallante tra cui La decrescita felice (editoriRiuniti), La felicità sostenibile (Rizzoli), Meno e meglio (Bruno Mondadori).
Ed è per questo che suggeriamo la lettura di questo articolo e la sua diffusione perchè sia chiaro che la decrescita non è il ritorno alla società della pietra, non è voler vivere a lume di candela, non è il rifiuto della tecnologia o la rinuncia al benessere e soprattutto non ha nulla a che vedere con la recessione, come spessissimo ci tocca di leggere e sentire dai media. Ma invece è la strada da intraprendere con decisione per traghettare l’umanità tutta verso una società felice perchè equa, giusta e sostenibile dal punto di vista ambientalmente, sociale ed istituzionale.