Genealogie e prospettive della poesia working class

Sabato 5 aprile, Campi Bisenzio.

Si apre il secondo giorno del Festival di Letteratura working class 2025 con il panel intitolato “Genealogie e prospettive della poesia working class”, che vede la partecipazione di Monica Dati (autrice di “Si dovrebbe insomma pensare a dei poeti operai”), Simona Cleopazzo (autrice di “movimenti terra”) e Bernardo De Luca (autore di “Campo aperto”), con il coordinamento di Pietro Cardelli (Arci Firenze) ed Emily Zendri (Edizioni Alegre).
Un’occasione preziosa di confronto su uno dei generi letterari oggi più rappresentativi dell’universo working class.

Dopo i saluti iniziali, è Emily Zendri ad aprire il panel, sottolineando come la poesia sia una delle forme d’arte più accessibili ed economiche: capace di catturare pensieri, emozioni e parole in modo rapido, nei ritagli di tempo, senza la necessità di grandi mezzi materiali.
«È necessario riappropriarsi degli spazi della poesia», afferma, «spesso percepita come genere aulico e distante, quando in realtà può e deve tornare ad essere uno strumento popolare».

Zendri ribadisce quindi la volontà del festival di indagare, attraverso i vari incontri, le prospettive future della poesia. Una ricerca che dà voce ai poeti contemporanei ma che, allo stesso tempo, riscopre le radici storiche della poesia come strumento di lotta e narrazione del presente.

Interviene quindi Monica Dati, autrice del saggio “Si dovrebbe insomma pensare a dei poeti operai”, dedicato all’esperienza di abiti-lavoro, una rivista fondata e scritta da poeti operai, definita come il «primo tentativo di dare forma organizzata alla letteratura operaia».
Storica di formazione, Dati restituisce uno sguardo critico e profondo su un’esperienza troppo spesso dimenticata dalla narrazione letteraria canonica – come sottolineato anche da Giovanni Garancini, autore della prefazione al volume.
Nel suo intervento, l’autrice mette in evidenza il valore della ricerca situata, che significa immergersi nei contesti reali della scrittura per coglierne le contraddizioni e, soprattutto, la spinta alla vita, all’arte e alla comunicazione che muove i poeti operai.
«Perché questo titolo?», si chiede e risponde: «Perché volevo dare voce a chi la fabbrica la vive davvero, come disse Pasolini, e a chi, con la poesia, si oppone alla riduzione dell’uomo a mero mezzo di produzione».

Prende poi la parola Pietro Cardelli, che sottolinea l’importanza di tracciare un vero e proprio itinerario della poesia operaia: partire dal passato, attraversare il presente e delineare alcune coordinate per il futuro.
Introduce quindi i poeti Bernardo De Luca e Simona Cleopazzo, offrendo al contempo una lettura della poesia come genere dotato di elementi riconoscibili, riassunti nei concetti di formalizzazione e mediazione.

Bernardo De Luca, autore di “Campo aperto”, legge alcune delle sue opere e racconta le proprie origini, strettamente collegate al mondo operaio. Anche lui rimarca il ruolo centrale della forma poetica:
«Ogni poesia è un’operazione che dà forma all’informità della lotta», afferma, mostrando come la parola poetica possa modellare e rendere visibile ciò che spesso resta invisibile.

È poi il turno di Simona Cleopazzo, che legge alcuni versi tratti dalla raccolta “movimenti terra”. La sua voce si muove tra memoria familiare e ribellione:
«Scrivo contro mio nonno, che possedeva una fabbrica di materassi», dice. Nelle sue poesie emergono le condizioni di lavoro, gli odori e le immagini della fabbrica, l’alienazione provocata dalla frammentazione del lavoro:
«Le operaie non sanno come si fa un materasso intero», sottolinea.
Racconta anche la sua esperienza come cameriera, in una Bologna dove la precarietà diventa un pozzo vorace, capace di trascinarla sempre più giù.

L’elefante nella stanza:
A concludere il panel è Marta Casini di Redacta, che negli ultimi anni ha portato avanti un’importante attività di ricerca sulle condizioni di lavoro nell’editoria. Con il suo intervento, evidenzia l’urgenza di costruire nuove soluzioni e proposte concrete per i lavoratori del settore.

E’ possibile ascolta tutti i podcast degli incontri del Festival di Letteratura Working Class su Radio Wombat

Immagine copertina di Siria Toccafondi

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