Da quando, negli anni Novanta, sono stati presi i primi impegni globali per ridurre le emissioni di gas serra, i Paesi europei hanno speso 1.500 miliardi di euro per le infrastrutture stradali e 930 miliardi di euro per quelle ferroviarie, incentivando così il trasporto privato alimentato con carburanti fossili anziché il trasporto pubblico sostenibile: lo afferma Greenpeace presentando uno studio che ha commissionato.
È quanto emerge dall’analisi commissionata da Greenpeace Europa centro-orientale (CEE) al Wuppertal Institut e al T3 Transportation Think Tank sullo sviluppo della rete di trasporti in Europa.
Lo studio ha analizzato la contrazione e l’espansione delle infrastrutture di trasporto (ferrovie, strade, aeroporti) in Europa (i paesi dell’UE27 , Regno Unito, Norvegia e Svizzera) dal 1995 e mostra, come scrive Greenpeace, che il sistema ferroviario europeo, comprese le linee ferroviarie, le stazioni ferroviarie e le fermate, è stato sistematicamente sottofinanziato e si è ridotto negli ultimi tre decenni, mentre le infrastrutture come autostrade e aeroporti sono state ampliate.
A differenza di altri settori, come prosegue Greenpeace, le emissioni di gas serra derivanti dai trasporti sono aumentate del 15% nel periodo dal 1995 al 2019. Un viaggio medio in treno in Europa produce il 77% in meno di emissioni di gas serra rispetto a un viaggio in auto per passeggero-chilometro. I dati mostrano che una rete ferroviaria densa e ben sviluppata è fondamentale per rendere il trasporto pubblico accessibile e attraente per le persone, il che a sua volta porterà a ridurre le emissioni di gas serra.
Il rapporto dedica anche un focus ai diversi Stati, tra cui l’Italia, con i dati che seguono.
– Tra il 1995 e il 2018 – periodo per il quale sono disponibili dati comparabili a livello europeo – l’Italia ha investito il 28% in più nelle strade che nelle ferrovie: 150,9 miliardi di euro nelle strade e solo 117,9 miliardi di euro nelle ferrovie.
– Tra il 1995 e il 2020 l’Italia ha investito 159,5 miliardi di euro nelle strade e 131,9 miliardi di euro nelle ferrovie, il 21% in più di investimenti per le strade.
– Negli ultimi quattro anni per i quali sono disponibili dati, l’Italia ha speso in media leggermente di più per le ferrovie che per le strade (10%). Tuttavia, questa media favorevole alle ferrovie è dovuta agli investimenti molto elevati nelle ferrovie nel 2020, con 9,8 miliardi rispettivamente per le ferrovie e 4,4 miliardi per le strade. In tutti gli altri anni recenti, gli investimenti nelle strade sono stati leggermente superiori a quelli nelle ferrovie.
– I maggiori investimenti nelle ferrovie italiane sono stati realizzati nel periodo 2003 – 2008, con investimenti annuali superiori a 7 miliardi di euro ogni anno. Ad eccezione del 2020, gli investimenti ferroviari in tutti gli anni successivi sono stati inferiori a 6 miliardi di euro.
– Dal 1995 la rete autostradale italiana è cresciuta di 542 chilometri, pari all’8,4%. Si tratta del quarto tasso di crescita più basso di una rete autostradale nazionale tra tutti i Paesi analizzati.
– Oltre il 75% della rete ferroviaria ad alta velocità in Italia è stata costruita dopo il 1995, e nel 2020 ha raggiunto una lunghezza totale di 921 chilometri.
– L’espansione dell’alta velocità in Italia è andata di pari passo con il decadimento della rete ferroviaria regionale. Dal 1995 sono state chiuse al trasporto passeggeri 40 linee ferroviarie per una lunghezza totale di 1.831 chilometri. Oltre il 90% di queste linee non è stato smantellato e potrebbe essere riaperto.
– Dal 1995, in Italia sono state chiuse 384 stazioni ferroviarie, escludendo centinaia di migliaia di persone dall’accesso ferroviario.
– La linea ferroviaria più lunga chiusa era quella della Sardegna, da Mandas ad Arbatax, con una lunghezza di 159 km.
– La lunghezza totale della rete ferroviaria in Italia è aumentata del 5% tra il 1995 e il 2021, mentre la rete ferroviaria europea si è ridotta in media del 6,5%. Questa crescita è dovuta principalmente alla costruzione di nuove linee ad alta velocità e al basso tasso di smantellamento delle linee chiuse.
– Nel 1999 all’Aeroporto di Roma-Fiumicino è stata aggiunta un’ulteriore pista. Nel 2007 è stato aperto un nuovo aeroporto a Comiso, in Sicilia, ricavato da un ex aeroporto militare.