La mattina del 21 febbraio, Fridays for Future Treviso ha effettuato un flash mob all’esterno della cava Morganella di Ponzano Veneto, gestita dal Gruppo Grigolin. Gli attivisti hanno così voluto denunciare la devastazione ambientale portata avanti da uno dei più grandi cavatori e cementificatori del Veneto. In particolare, il Gruppo Grigolin è uno dei proprietari del terreno di 500.000 mq tra Casale sul Sile e Quarto D’Altino dove si progetta di costruire un maxi polo della logistica Amazon, che peraltro vorrebbe insediarsi anche a Roncade.
La costruzione del solo maxi polo di Casale sul Sile porterebbe alla cementificazione di 336.000 mq di suolo verde e permeabile, grandi aumenti del traffico, la distruzione di più posti di lavoro di quelli che creerebbe e l’ulteriore precarizzazione del settore della logistica. Per opporsi a questo modello di sviluppo nocivo, Fridays for Future Treviso invita coloro che hanno a cuore la difesa del territorio a partecipare all’assemblea pubblica indetta dal Coordinamento No Maxi Polo Casale-Quarto e Roncade per il 27 febbraio in piazzale del Pennone (via Roma) a Roncade.
Se Amazon sarà l’utilizzatore finale, Grigolin è uno dei grandi beneficiari di questo progetto, che si inscrive all’interno di una strategia d’impresa del tutto insostenibile. Questa inchiesta spiega il perché.
Chi è il Gruppo Grigolin
Il Gruppo Grigolin raccoglie le attività di molteplici aziende che coprono il processo di produzione dei materiali di costruzione, con Fornaci Calce Grigolin Spa, l’escavazione, la realizzazione di asfalti e calcestruzzi, con SuperBeton Spa, fino alla creazione di prefabbricati, con Nuova TesiSystem Srl. A questo si aggiunge la produzione di ferro per cemento armato, Ferrobeton Srl, l’attività edilizia vera e propria, Brussi Costruzioni Srl, l’estrazione e lavorazione di inerti, ICG Srl (Figura 1).
Motore del gruppo, assieme all’attività di cava (Tabella 1), è la Fornaci Calce Grigolin Spa, specializzata nella produzione di calce, il cui primo forno è stato acceso nel 1963. Controllata dai fratelli Grigolin al 100%, tramite quote personali e quote della holding 3G Investimenti Srl, di cui sono a loro volta proprietari e soci, ha registrato nel 2019 un utile di 855 mila euro. La società è radicata in tutto il territorio nazionale, avendo impianti, cave e magazzini in provincia di Treviso, Alessandria, Bergamo, Belluno, Brescia, Ferrara, Gorizia, Padova, Pordenone, Prato, Rimini, Venezia e Verona. Non mancano partecipazioni in società estere europee.
La sinergia con le altre aziende permette al gruppo di curare tutti i passaggi di piccole, medie e grandi opere: la distruzione del territorio dalla A alla Z, chiave in mano. Sbusar e costruir. Tra le opere portate a termine dal gruppo vi sono 4,5 km della Superstrada Pedemontana Veneta, i centri commerciali Nave de Vero a Marghera e Zero Center a Zero Branco, e il Nuovo Polo Universitario di H Farm a Roncade.
Non stupisce quindi che i fratelli Grigolin cerchino e promuovano qualsiasi iniziativa che permetta alla loro mastodontica creatura di funzionare, ovvero, di mangiare suolo. Il loro investimento, tramite la società Immobiliare Quadrifoglio Srl (figura 2), nella proprietà dei terreni ove è previsto l’insediamento del Maxi Polo di Casale sul Sile, sembra quindi funzionale agli interessi del gruppo, le cui società potrebbero avere nel futuro un ruolo di primo piano nella realizzazione del polo logistico stesso.
Figura 2 Composizione societaria dell’Immobiliare Quadrifoglio Srl. L’immobiliare possiede 94.053 m2 dei 502.219 m2 dell’area PUA Parco Tematico.
Il Peso Politico e Ambientale dei Grigolin
Il Veneto ha registrato, nel 2019, una delle più alte percentuali di consumo di suolo a livello nazionale, pari all’11,9%, con un incremento di suolo consumato, rispetto al 2018, di 785 ettari (Rapporto SNPA “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici – Edizione 2020”). Questi traguardi li dobbiamo, anche, ad esperienze come quella del Gruppo Grigolin. Esperienze che, per loro stessa natura, mirano a promuovere nuove costruzioni e, considerati gli interessi economici capaci di generare, a influenzare le scelte, politiche e amministrative, che decidono sulla programmazione del territorio.
Per esempio, non è sfuggito a nessuno, né sfugge tuttora, quanto sfacciatamente ben rappresentati siano gli interessi di Grigolin, così come di molti altri sbusoni, nel Consiglio regionale del Veneto. A titolo di esempio, ricordiamo la legge regionale per il contenimento del consumo di suolo, la n. 14 del 2017, che pur provando a fissarne i limiti, individua poi, all’art. 12, le attività che possono derogare agli stessi; tra queste ovviamente c’è anche quella di cava (comma 1, lettera f).
Oltre a proporre un modello di sviluppo e di edilizia non sostenibile, i problemi ambientali legati ai Grigolin sono rintracciabili anche nella gestione dei vari impianti. Sebbene nel loro sito internet specifichino la grande attenzione all’ambiente e ai territori, situazioni particolari, anche recenti, dimostrano l’esatto opposto. L’attività dei Grigolin, infatti, ha spesso trovato l’opposizione di associazioni ambientaliste e comitati locali formatisi per contrastarne l’azione. È stato così a Nervesa della Battaglia, dove i fumi provenienti dalla cava provocano malesseri fisici ai cittadini (la Tribuna di Treviso, 21/08/2018).
Un altro caso è la cava Morganella, situata tra il comune di Ponzano Veneto (TV) e Paese (TV), gestita oltre che da SuperBeton Spa, da Biasuzzi Spa e Calcestruzzi Spa. Nel sito viene estratta ghiaia e misura 1km in lunghezza, 500m in larghezza, 40m in profondità; dato, quest’ultimo, che ne fa una delle cave più profonde d’Europa (OggiTreviso, 12/07/2010). Nel 2008 i gestori presentarono richiesta in Regione Veneto di portare il limite di profondità a 60 metri, ottenendone il via libera definitivo alla fine del 2020 (TrevisoToday, 02/02/2021). Molte sono le criticità sottolineate da numerosi osservatori rispetto a questo ampiamento: dalla vicinanza di una discarica, collocata nel medesimo sito della cava, alla possibilità che la falda inferiore venga irrimediabilmente contaminata, mettendo in serio pericolo i vicini pozzi da cui attinge l’acquedotto del comune di Treviso (OggiTreviso, 08/02/2021, la Tribuna di Treviso, 05/02/2021). L’attività di cava sta inoltre generando un forte flusso di camion in entrata e in uscita dal sito, con conseguente ripercussioni sulla viabilità e sull’inquinamento atmosferico.
Il saccheggio del territorio non è ovviamente prerogativa del Gruppo Grigolin e non è causato solamente dall’attività di cava. Come abbiamo già ricordato, i fratelli Grigolin sono altresì shareholder di punta del Maxi Polo di Casale sul Sile. Il diretto concorrente, Mosole Spa, è anch’egli proprietario di un’area nel limitrofo comune di Roncade, dove è in programma la realizzazione di un progetto simile, composto di un edificio di 59 mila m2 su una superficie d’intervento complessiva di 180 mila m2.
Amazon, il cui insediamento era stato ventilato inizialmente a Casale, ora a Roncade, sembra stia mettendo in concorrenza i due gruppi per testare chi dei due costruirà più velocemente (la Tribuna di Treviso 08/02/2021). Del resto, Mosole e Grigolin da anni gareggiano per arraffare terreni su cui speculare, prima con la compravendita, poi con un probabile ruolo di primo piano nell’erezione dei rispettivi piani urbanistici. Tuttavia, questa corsa al cemento, che per alcuni soggetti è “un’occasione da cogliere” è fatta sulla nostra pelle (il Gazzettino di Treviso, 12/02/2021, la Tribuna di Treviso, 12/02/2021). Perché il suolo che verrà definitivamente impermeabilizzato sarà quello dei nostri territori. Perché i danni causati da alluvioni sempre più frequenti e forti, in parte dovuti a decenni di cementificazione selvaggia, li pagheremo noi. Perché le polveri sottili, scaricate dalle migliaia di mezzi generati da questi poli logistici, le respireremo noi.