«Guai a chi ci tocca!». In piazza a Venezia dopo l’aggressione dei carabinieri ai danni di un attivista del Morion

Dopo l’aggressione fatta dai carabinieri ai danni di un attivista del centro sociale Morion nella notte tra venerdì 24 e sabato 25 luglio, oggi – martedì 28 – è stato lanciato un appuntamento alle 20 alla fermata di Sacca Fisola, alla Giudecca. «Non siamo dispost* ad accettare come normalità il fatto che tornando a casa per una battuta si possa ricevere una manganellata. Non siamo disposti* ad accettare che nell’isola in cui viviamo ci si debba guardare le spalle dai “tutori dell’ordine”» scrive il Laboratorio Morion. Di seguito un testo che riporta i fatti accaduti alcune notti fa.

Nella notte tra il 24 e il 25 luglio, mentre tre attivisti/e del Laboratorio Occupato Morion facevano ritorno a casa alla Giudecca dopo la chiusura dello spazio sociale, sono stati aggrediti da due carabinieri. Mentre i tre scendevano dal battello, i due militari li hanno sentiti parlare dei fatti di Piacenza, dove è stata portata alla luce una spirale di violenze e abusi perpetrati dalle forze dell’ordine. I due uomini hanno deciso di scendere dal mezzo e di inseguire minacciando il primo ragazzo, che nel frattempo continuava a dirigersi verso casa. È a questo punto che, inspiegabilmente, uno dei due carabinieri ha estratto il manganello e ha colpito alle spalle l’attivista del Morion. Un colpo a tradimento, senza alcuna giustificazione, che testimonia il senso di onnipotenza e impunità che anima le forze dell’ordine. 

Venezia carabinieri

Tornano alla memoria le parole che in questi giorni ha pronunciato Ilaria Cucchi alla scoperta degli orrori piacentini: non si può parlare di mele marce, di casi isolati, rari. La storia degli abusi in divisa è un fatto endemico e sistemico, l’episodio di ieri sera è solo la riprova di ciò.

Durante l’attacco, la telecamera di ordinanza del carabiniere che ha colpito Jacopo era accesa, e da lì sarà possibile trarre conferma di questa testimonianza. Un atto di questa natura non può passare sotto silenzio: è un episodio di una gravità incommensurabile, che accade peraltro in un momento in cui finalmente gli abusi in divisa sono tornati sotto gli occhi di tutti dopo le indagini a Piacenza e la ricorrenza del 19esimo anniversario dai fatti di Genova.

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