Mark Crispin Miller
off-guardian.org
Il pezzo seguente, pubblicato il giorno prima del sanguinoso raid su Israele, parlava di un bambino “morto improvvisamente” per arresto cardiaco, a otto anni, tre anni dopo essere stato usato dall’establishment “sanitario” israeliano (e, in particolare, da suo padre, un pediatra) come esempio per far “vaccinare” i bambini israeliani e far accettare loro tutte le altre “misure COVID”.
Sebbene i media israeliani avessero oscurato tutte le notizie del genere, come del resto avevano fatto anche in Canada, Australia e Nuova Zelanda (e in Cina), il prezzo della “vaccinazione” in quel piccolo Paese è stato così evidente che molte persone lo hanno capito, anche se la maggior parte ha tenuto per sé questa consapevolezza.
Per questo sono stati molto più espliciti nel protestare contro il tentativo di “revisione giudiziaria” di Netanyahu, che è stato riportato dai media israeliani e dalla “nostra stampa libera” in tutto l’Occidente.
Netanyahu aveva quindi buone ragioni per permettere quell’orribile attacco: far dimenticare agli israeliani i costi della “vaccinazione” e la rabbia per il suo tentativo di prendere il controllo dei tribunali israeliani.
Naturalmente, questo tipo di manipolazione, “allo scopo di distogliere l’attenzione”, viene usata da sempre per far dimenticare alla gente le notizie scomode per il governo: come (ad esempio) Ronald Reagan che aveva ottenuto il suo schiacciante trionfo militare a Grenada, per “salvare gli studenti di medicina” del Paese (anche se non erano in pericolo) e distogliere così l’attenzione dai 241 Marines uccisi in Libano (dove erano stati mandati senza una buona ragione); o come quando Bill Clinton bombardava i quartieri civili di Belgrado, per fermare quello che la “nostra stampa libera” dipingeva come un “genocidio” serbo, cercando in questo modo di far dimenticare lo scandalo della sua relazione con Monica Lewinsky.
Ma questi esempi americani di strategia erano stati, ovviamente, molto meno sconvolgenti, e quindi di maggior successo, rispetto alla mossa di Netanyahu, perché non avevano causato morti negli Stati Uniti, ma solo molto lontano, dove (inutile dirlo) nessun americano aveva idea di cosa stesse realmente accadendo, dal momento che la “nostra stampa libera”, in entrambi i casi (e come al solito), aveva nascosto questi “combattimenti” a senso unico nella solita nebbia propagandistica del Ministero della Difesa.
La mossa di Netanyahu è stata assai più catastrofica dei precedenti trucchi messi in atto dai presidenti statunitensi, poiché ha comportato la morte e gravi sofferenze per alcune centinaia di israeliani – un fatto che è ormai chiaro ad un numero sempre maggiore di israeliani, per il quale l’inazione di Netanyahu è la prova evidente che l’incursione di Hamas non era stata un “attacco a sorpresa” (così come i “roghi selvaggi” non avevano causato l’incendio di Lahaina), ma una mossa del loro stesso governo – mossa che ha riconfermato la netta sensazione che la campagna di “vaccinazione” di Netanyahu era stata volutamente letale.
E così, mentre milioni di americani e la “nostra stampa libera” sostengono con fervore Netanyahu, il suo stesso popolo vorrebbe estrometterlo – un fatto ignorato da quasi tutti i media statunitensi:
I tre pezzi che seguono – due video e un Substack – ci dicono con precisione perché una chiara maggioranza del popolo israeliano vuole che Netanyahu lasci il suo incarico (come minimo).
1. L’attivista per la pace Shai Danon (che sottolinea i collegamenti della campagna di “vaccinazione” di Netanyahu con l’eugenetico Club di Roma):
2. Un ex comandante dell’IDF parla della sua esperienza:
#IsraelHamasWar
Former IDF Commander: ISRAELI GOVERNMENT Has Gone Rogue and is Killing It’s Own People pic.twitter.com/eZXOFRlpTT— DarumaIkyu (@DarumaIkyu) October 13, 2023
3. Un substack rivelatore di Lowell Gallin, su un’altra “morte improvvisa” in Israele:
La settimana scorsa, lunedì sera (2 ottobre 2023), il ventiquattrenne OFEK, un giovane artista grafico israeliano che arrotondava le sue entrate lavorando part-time come cassiere al ZOL B’SHECHUNA (il più economico del quartiere) SHARON’S MAKOLET, è morto alla sera per un attacco di cuore. I tentativi di rianimare Ofek sono falliti. Poche ore prima dell’OMICIDIO PER INIEZIONE D’OLOCAUSTO Ofek aveva chiamato la mamma dicendo “Mamma, non mi sento bene”. Poche ore dopo Ofek era sul pavimento del suo appartamento con i nostri medici del servizio di emergenza che cercavano di salvare Ofek dall’attraversare la Porta del Non Ritorno (per il momento, fino alla Resurrezione dei Morti).
Hanno fallito. Ofek è stato dichiarato morto quella sera (lunedì 2 ottobre 2023).
SHARON, che ha origini ebraiche marocchine, come Ofek: Quando la settimana scorsa, giovedì mattina (5 ottobre 2023), ho chiesto a Sharon se Ofek fosse morto, la prima risposta di SHARON è stata: “Sì, Ofek è morto. Alcune persone dicono che è stato a causa del ‘vaccino’“.
Questa è stata la prima risposta di Sharon. Quando ho visto Sharon ieri mattina (domenica 8 ottobre), per sapere quando e dove è stato sepolto Ofek (Givat Shaul) e dove si terrà la shiva (sette giorni di lutto) (la casa della nonna di Ofek vicino a Kiryat Yovel), ho detto a Sharon:
“Lei è uno dei pochissimi israeliani nati in patria con cui posso parlare di REALTA’ senza che il muro cerebrale di ‘Quelle sono Teorat Conspiratzia’ [Teorie del complotto] si alzi e la “linea telefonica” si interrompa”.
Sharon mi aveva detto: “Aryeh, ti sbagli, ci sono MOLTI, MOLTI, MOLTI come me che sanno che quello che tu e quelli come te state dicendo è VERO. Tuttavia, la maggior parte di noi che sa che le ‘teorie del complotto’ sono più vicine alla realtà che alla propaganda di partito che sentiamo dai nostri governanti, che non ne parlano apertamente”.
Questi pezzi forniscono il contesto di questa rara storia apparsa nei media mainstream:
Israeli anger at Netanyahu erupts at hospital bedsides
19 ottobre 2023
Nel frattempo, fuori dalla finzione cinematografica del “giornalismo” occidentale, troviamo notizie (reali) che giustificano la rabbia israeliana contro Netanyahu. Se questa storia, ad esempio, è stata notata dalla “nostra stampa libera”, io non l’ho vista:
CONFIRMED: Netanyahu ordered the Israeli military to STAND DOWN for 7 HOURS during the Hamas invasion.
I sat down with Jewish Charity leader, Cecily Routman, who received intel directly from her Israeli Rabbi and other top level government sources.
While I do not agree with… pic.twitter.com/2liNmdJ7fZ
— Lauren Witzke (@LaurenWitzkeDE) October 15, 2023
E poi c’è questo:
Le forze israeliane hanno sparato ai loro stessi civili, dice un sopravvissuto del kibbutz:
“Perché credo che sia stato un lavoro dall’interno”:
— Vincent Kennedy (@VincentCrypt46) October 22, 2023
“Deve essere stato un lavoro dall’interno”:
Rabbi Mizrachi: “It has to be an inside job”#Palestine #Israel #Gaza pic.twitter.com/jwckahq1Zo
— SleepyLionz (@SleepyLionz) October 17, 2023
Ecco quindi un altro “improvviso” trauma globale, con la “nostra libera stampa” che riporta ancora una volta solo la Storia Ufficiale – un altro melodramma mortale che non ha alcuna relazione con ciò che è realmente accaduto, poiché il suo vero scopo è quello di narcotizzarci con la paura e la rabbia (gli uni contro gli altri).
Così, questa “storia” incendiaria ricorda la propaganda alleata contro “gli Unni” di oltre un secolo fa; e, naturalmente, l’occulto – e dubbio – “attacco a sorpresa” di Hamas ricorda più specificamente l’11 settembre, come alcuni hanno osservato in modo convincente:
“È L’11 SETTEMBRE DI ISRAELE?!
L’ex guardia delle torri di sorveglianza dell’IDF fa una soffiata e mette in dubbio l’autenticità della narrazione ufficiale della “sorpresa”. Nel suo recente Substack, Robert Morningstar sottolinea alcuni dei numerosi parallelismi tra l’11 settembre e l’attacco di Hamas, Sun, Oct 8, 2023 at 8:25 pm. – Richard Gage
L’”11 SETTEMBRE” DI ISRAELE È UN ALTRO LAVORO DALL’INTERNO?
In questo episodio del Chris Smith Show di TNT Radio, mi è stato chiesto di condividere la mia analisi sulla nuova guerra in Medio Oriente e di collegare questi sviluppi agli sforzi di interrompere gli sforzi di Cina, Iran e Russia per realizzare una strategia di sviluppo eurasiatica. – Mattew Ehret
L’11 SETTEMBRE DI ISRAELE – LE SOMIGLIANZE SONO SORPRENDENTI…
Sono passati solo pochi giorni da quando Hamas ha attaccato Israele. È stato definito l’11 settembre di Israele. Sono d’accordo e per ragioni diverse da quelle che vengono raccontate al pubblico. Migliaia di persone innocenti sono state uccise dagli atti terroristici della scorsa settimana. L’emozione è alta. Gli appelli alla rappresaglia immediata sono accolti da altri che invitano alla prudenza. – Madhava Setty
L’11 SETTEMBRE DI ISRAELE
Mi dispiace, ma ho già visto questo film. L’ho visto a New York nel 2001. Il pomeriggio dell’11 settembre, mi trovavo tra la folla sul lungomare di Brooklyn Heights e guardavo bruciare ciò che restava delle Torri Gemelle. Mentre tornavo a casa al tramonto, sembrava che stesse nevicando. Non nevicava. I fiocchi di neve erano pezzi di carta… – CJ Hopklns
Eppure, non possiamo cogliere l’importanza apocalittica della storia di Israele, o la sua malvagia genialità, guardando indietro alla Prima Guerra Mondiale, o al 2001 o, se vogliamo, a qualsiasi capitolo della storia precedente di Israele e della Palestina, o alla calamitosa preistoria dell’antisemitismo (come lo chiamiamo ancora in modo impreciso) in Occidente.
In effetti, per percepire ciò che sta realmente accadendo, dobbiamo dimenticare tutto questo e concentrarci solo sulla storia unica e sconvolgente degli ultimi tre anni; perché l’orrore iniziato il 7 ottobre non è che l’ultima delle catastrofi in serie che si sono abbattute su tutti noi da quando, nel gennaio 2020, era sembrato che la pandemia da “coronavirus” esplodesse, devastando il mondo così come lo conoscevamo e mettendo la maggior parte di noi fuori di sé dalla paura e dalla rabbia (gli uni verso gli altri).
Secondo il melodramma “COVID”, diffuso in tutto il mondo dalla maggior parte dei governi e da tutta la “nostra stampa libera” (una pietra miliare nella storia della propaganda), il “SARS-CoV-2” era arrivato “all’improvviso” e in modo micidiale dall’Asia (come gli Unni), obbligando tutti a chiudersi in casa, ad indossare le mascherine e ad evitarsi a vicenda (o saremmo morti tutti), chi ne dubitava ad alta voce veniva messo a tacere o condannato (e, spesso, peggio), allontanato dal posto di lavoro, mentre tutti coloro che non si adeguavano venivano definiti nazisti (proprio come Trump, che la “nostra stampa libera”, nel melodramma preparatorio lanciato prima delle elezioni del 2016, aveva additato come Hitler).
Lungi dal “salvare vite”, quella Grande Bugia ha ucciso milioni di persone, soprattutto attraverso la devastazione economica, e, nonostante gli infiniti miagolii di preoccupazione “umanitaria”, la propaganda sul “coronavirus” è stata una vera e propria sinfonia di odio, con la conseguente demonizzazione degli inosservanti (che ci “mettevano tutti a rischio” ), sprezzantemente additati come yahoo di “estrema destra”.
A circa quattro mesi dall’inizio di quella campagna mondiale, la storia della “COVID” era stata aggravata, e il suo scopo ulteriormente servito, dalla morte di George Floyd, morte e non omicidio perché ci sono seri motivi per dubitare che sia morto per un’asfissia causata dal ginocchio di Derek Chauvin. Che a ucciderlo siano stati il fentanyl e le malattie cardiache è ora oggetto di dibattito tra il dottor Pierre Kory e George Parry; anche se il dibattito si svolge solo qui su Substack, dato che la “nostra libera stampa” (ovviamente) non lo tocca.
In ogni caso, a parte la causa della morte, questo (secondo) “improvviso melodramma” di Minneapolis aveva – proprio come il panico da “virus” – tutte le caratteristiche di una propaganda globale, dalla bizzarra teatralità del filmato (da quando in qua dei poliziotti impegnati in un omicidio si fanno tranquillamente riprendere in video?), alla sua immediata risonanza globale, con proteste ben oliate fino al Ghana e al Giappone, e con tutti i miliardari predatori, le banche più importanti e le grandi aziende “improvvisamente” preoccupate per le “vite dei neri”.
Tutta questa propaganda era servita ad approfondire la divisione tra bianchi e neri, a rafforzare la finzione umanitaria dei boss della Covid, a demonizzare la polizia (facilitando la sua eventuale sostituzione con l’IA e i cani-robot) e, non da ultimo, a dare un altro duro colpo all’economia americana, mentre le rivolte “antirazziste” in tutta la nazione (qui i criminali non indossavano le mascherine) distruggevano innumerevoli attività commerciali già provate dai lockdown, mentre la “nostra stampa libera” liquidava la violenza come un mito razzista (anche se in tutta la nazione aveva maggiormente danneggiato le attività commerciali di proprietà dei neri).
Nel frattempo, durante quei mesi di “improvviso” caos urbano (con le forze di polizia stranamente ferme in ogni città – e, a Boston, persino con cumuli di mattoni già pronti vicino ai luoghi delle proteste), il melodramma della “COVID” si avviava verso il suo lungo e atroce culmine con la campagna di “vaccinazione” che avrebbe dovuto “salvare” tutti noi (e i neri in particolare!) dalla “morte per COVID”.
Una volta che il melodramma della “vaccinazione” era iniziato, nel dicembre 2020, la “nostra stampa libera” aveva continuato a raccontare solo la storia ufficiale e ad attaccare chiunque la mettesse in discussione, cosicché la stessa maggioranza che ignorava che la “COVID” non era poi così pericolosa e che l’HCQ e (soprattutto) l’Ivermectina erano rimedi efficaci, ora non sapeva (e troppi ancora non lo sanno) che quei “vaccini” non solo sono inefficaci, ma anche molto più pericolosi di quanto il “virus” sia mai stato, o avrebbe potuto essere.
Così la “nostra libera stampa” aveva fatto qualcosa di ancora peggiore che oscurare tutte le necessarie informazioni che sarebbe stata in grado di fornire (potendo utilizzare la protezione costituzionale). Terrorizzando milioni di persone (senza motivo) e pubblicizzando la “vaccinazione” come l’unica via di fuga possibile da tutta quella paura, la “nostra libera stampa” li aveva accecati completamente (e, in troppi casi, in modo permanente), cosicché ora non possono vedere la verità, anche quando è proprio di fronte a loro, anche quando sta uccidendo loro e/o i loro cari.
Così la “nostra stampa libera” è stata usata per traumatizzare milioni di persone, spingendole a rischiare il suicidio e a odiare chiunque le avesse avvertite di non vaccinarsi (un trauma che ha accecato anche molti degli stessi “giornalisti”).
Come continuazione (pianificata) del panico da “virus”, la spinta alla “vaccinazione” non è, ovviamente, (apparentemente) spuntata dal nulla, come la “COVID” e “l’omicidio” di George Floyd – o il “6 gennaio”, un altro trauma “improvviso” che la “nostra stampa libera” ha pubblicizzato in modo stridente, per mesi, continuando a spingere la storia ufficiale di una “insurrezione”, anche se, all’epoca, era palesemente assurda, soprattutto per chiunque fosse andato in rete e avesse guardato i numerosi video della polizia del Campidoglio che accompagnava i manifestanti all’interno dell’edificio, per nulla “sopraffatta” dalla folla.
Che l’intero spettacolo fosse una produzione dell’FBI, e non un “tentativo di colpo di Stato” (tutti i “partecipanti” erano disarmati), è un fatto ben noto a chi si è preso la briga di indagare, mentre la “nostra stampa libera” (ovviamente) l’ha derisa come un’altra “teoria della cospirazione” portata avanti dall’”estrema destra” – proprio come le prove inconfutabili che Biden/Harris non erano stati realmente eletti.
Lungi dal chiedere la verifica di tali prove (come dovrebbe essere consuetudine in una democrazia), la “nostra stampa libera” si limita a sbraitare che non ce ne sono, usando il “6 gennaio” come pretesto per equiparare il “negazionismo elettorale” (una variante della “negazione dell’Olocausto”) alla sedizione, e coloro che vi si dedicano come “terroristi interni”, che quindi meritano di essere rinchiusi in una prigione federale, e magari torturati, perché “fascisti”.
Così il “6 gennaio” aveva incrementato lo sforzo propagandistico per disumanizzare tutti coloro che resistevano alle “misure COVID”, in modo da giustificare la loro persecuzione – esattamente la stessa strategia per cui tutti i dissidenti, dal 1947 al 1960 (e oltre), erano stati etichettati come “comunisti”, anche se la stragrande maggioranza non lo era (né, in base al Bill of Rights, quei pochi che lo erano meritavano tale trattamento), proprio come le decine di migliaia di persone che protestavano a Washington il 6 gennaio non erano un’orda di nazisti, ma una moltitudine tanto pacifica quanto eterogenea. Che non fossero nazisti e non fossero a Washington per rovesciare il governo – e che il “nostro” governo stesso stesse seguendo il manuale nazista arrestando e imprigionando tutti gli oppositori, usando il “6 gennaio” come Hitler aveva usato l’incendio del Reichstag – sono fatti che quelli che si definiscono “liberali” e “di sinistra” non riescono a vedere, e questo perchè la “nostra stampa libera” li ha ancora una volta fatti piombare in una cecità fascista.
Mentre questo tormentone era continuato per tutto il 2021 (e oltre), la “nostra stampa libera” aveva concentrato la sua attenzione sull’urgenza esistenziale della “vaccinazione” – una spinta che lentamente, e inevitabilmente, ha perso il suo potere, dato che sempre meno “vaccinati” hanno fatto il richiamo, e certe bugie sul “virus” hanno finalmente iniziato a crollare.
Nel 2022, per alcuni, sembrava che la “COVID” potesse essere finalmente finita – poi, “improvvisamente”, il 25 febbraio, Putin aveva lanciato la sua “brutale e immotivata invasione dell’Ucraina, il nostro pacifico piccolo alleato democratico”, proprio come Hitler aveva fatto con la Polonia, bla bla bla. Così la “nostra stampa libera” aveva cambiato bruscamente melodramma, sbandierando una narrativa sull’”Ucraina” tanto fuorviante e (potenzialmente) tanto letale quanto la storia della “vaccinazione”, storia che comunque aveva continuato ad essere spinta. Dopo la finzione propagandistica della “Rivoluzione di Maidan” nel 2014, il governo e i media avevano continuato a nascondere le caratteristiche naziste del regime di Kiev e il suo massacro della popolazione di lingua russa nell’Est, fatti liquidati come “propaganda russa”.
In questo modo, i milioni di persone che, per otto anni, erano state ferocemente disinformate dalla “nostra stampa libera” erano ora indignati dall’invasione “non provocata” di Putin, dal momento che di queste provocazioni (14.000 massacrati nell’est, invasione USA/NATO, laboratori per la guerra biologica in tutto l’ovest del Paese, ecc.) erano completamente all’oscuro.
Così gli stessi milioni di persone che credevano religiosamente nelle mascherine, detestavano i “no-vax”, adoravano BLM e volevano che tutti quegli “insurrezionalisti” fossero rinchiusi, ora sostenevano con la stessa rabbia Zelensky, esponendo bandiere ucraine (alcuni persino indossando capi di vestiario blu e gialli) e sputando fuoco contro chiunque osasse dissentire ad alta voce.
Ormai il piano generale della catastrofe seriale era abbastanza chiaro a quelli di noi che potevano ancora vedere, o che avevano finalmente iniziato a vedere, tanto che avevamo iniziato a fare ipotesi su cosa sarebbe potuto ancora accadere per favorire il Grande Reset. Si sarebbe trattato di una carestia “improvvisa”? Di un attacco informatico (“russo”) alla rete elettrica? Di un’”invasione aliena” (da Marte, non dal Messico)?
Mentre ognuna di queste Prossime Grosse Eventualità sarebbe stata piuttosto ovvia, quella che stiamo vivendo ora non è solo la più spettacolare e violenta, e – dopo la “COVID” e la spinta alla “vaccinazione” – ma anche la più seducente. Se la maggior parte di quelli che non si erano fatti infinocchiare dai precedenti melodrammi non riesce a comprendere ciò che sta accadendo è perché questa “improvvisa” conflagrazione che infiamma tutto il mondo partendo dal Medio Oriente sembra così familiare, e il sentimento che ha scatenato è così violento, che è difficile scorgere il disegno globalista di questo nuovo incubo.
C’è una novità in questa ultima operazione di propaganda che la differenzia da quelle susseguitesi dal gennaio 2020. Mentre le altre avevano unito quella che (molto vagamente) chiamiamo “sinistra” (insieme ad alcuni settori del GOP) contro lo spauracchio dell’”estrema destra”, questa ha spaccato di colpo quella grossolana alleanza, poiché entrambi i partiti – Trump e altri inclusi – e i “media liberali” sono (prevedibilmente) diventati ferventi sionisti, mentre le masse “sveglie” (prevedibilmente e, spesso, in modo violento) “stanno con la Palestina”, insieme ad alcuni politici, star del cinema e rapper. Questo acceso scontro ha solo indebolito i vari antagonisti, dal momento che entrambe le parti sono afflitte da una comune cecità nei confronti di ciò che sta realmente accadendo a loro (e a tutti noi).
“Noi siamo il popolo della luce, loro il popolo delle tenebre – e la luce trionferà sulle tenebre”. Così si è espresso Netanyahu due giorni fa, sottolineando la visione manichea che la “nostra stampa libera” ha diffuso in lungo e in largo dal 7 ottobre e che ha reso i Sionisti folli di rabbia genocida, non solo nei confronti di Hamas e/o dei suoi confederati armati, ma anche dei gazesi in generale e, senza dubbio, di tutti i palestinesi.
Naturalmente è stato l’orrore dell’”improvviso” attacco di Hamas e la perenne invocazione dell’Olocausto da parte del governo israeliano (e quindi della “nostra libera stampa”) a far sì che i Sionisti non solo esultino mentre l’IDF uccide migliaia di persone in più di quelle uccise da Hamas (e ne “trasferisce” con la forza molte altre migliaia), ma attacchino chiunque non esulti, chiedendo che chiunque non “sta dalla parte di Israele” venga censurato, licenziato, espulso da scuola o altrimenti eliminato, in un giro di vite che fa sembrare la “cultura della cancellazione” (quasi) benigna.
Questo feroce accanimento contro i palestinesi, e contro chiunque si schieri a loro favore, si basa interamente sulla Storia Ufficiale che la “nostra stampa libera” (come al solito) si guarderà bene dal mettere in discussione, anche se lo stesso popolo israeliano non ci crede, dal momento che esistono prove schiaccianti contro di essa – prove che la “nostra stampa libera” non riporterà, così come ha a lungo oscurato l’agonia di Gaza (e gli otto anni di violenza nazista in Ucraina orientale).
E, come i Sionisti sono stati disastrosamente ingannati dalla Storia Ufficiale, lo stesso è successo a coloro che hanno applaudito i sanguinosi raid di Hamas, esprimendo “euforia” per quella che ritenevano essere una giusta rivolta contro la potenza occupante, come l’eroica rivolta del ghetto di Varsavia. Mentre Gaza ricorda il ghetto di Varsavia, l’”attacco a sorpresa” di Hamas non ricorda quella rivolta, che in effetti era stata una sorpresa (ma senza vittime civili), mentre il “7 ottobre” è stato chiaramente un “lavoro dall’interno”, come il popolo israeliano sa – un fatto scomodo per tutti coloro che ora vogliono vedere morire ancora più persone, che siano israeliani, gazesi, ebrei, palestinesi, musulmani o chiunque altro odino, per qualsiasi motivo (o nessun motivo).
Poniamo quindi finalmente la domanda cruciale: chi trae vantaggio dalla catastrofe che potrebbe travolgerci tutti, se non romperemo l’incantesimo della Storia Ufficiale? Sicuramente non i Sionisti, perché Netanyahu ovviamente non lo è, altrimenti non avrebbe imposto la “vaccinazione” al suo popolo, attraverso quella che potrebbe essere stata la coercizione “vaccinale” più dura del mondo. Nonostante la sua reputazione e la sua retorica demagogica, Netanyahu sembra essere un globalista, non un sionista (e quindi è probabilmente un massone, non un ebreo).
Certamente quest’ultimo melodramma sta intensificando rapidamente le tendenze repressive iniziate con la diffusione del “virus”, dalla censura sempre più stretta, alla sorveglianza ancora più “intelligente”, alla frammentazione dell’opposizione, all’esacerbazione della crisi dei rifugiati, e così via, come chiarisce questo acuto pezzo di OffGuardian:
La guerra tra Israele e Hamas sta GIÀ spingendo l’agenda del Grande Reset”.
Kit Knightly, Off-Guardian.org, 20 ottobre 2023
Torniamo ora all’unica buona notizia di tutto questo episodio iper-barbarico: il fatto che il popolo israeliano ha mangiato la foglia, non solo sull’”attacco a sorpresa” di Hamas, ma anche sulla campagna di “vaccinazione” che Netanyahu ha imposto loro, e che ora li vede “morire improvvisamente” settimana dopo settimana, insieme ad altri popoli in tutto il mondo.
È possibile che Netanyahu non sia l’autore ultimo o unico del “7 ottobre” e che il suo scopo non fosse solo quello di salvarsi la pelle politicamente?
È possibile che, così come la “sua” spinta a “vaccinare” tutto il popolo israeliano era stata probabilmente dettata dall’alto, abbia organizzato il “7 ottobre”, o l’abbia autorizzato, su ordine delle stesse potenze che stanno devastando il mondo dal gennaio 2020?
Non solo questa crisi serve perfettamente a promuovere ancora più caos, divisione e rovina economica in generale, ma, più precisamente, ha (almeno per ora) completamente affossato la diffusa e condivisa consapevolezza degli israeliani che la “vaccinazione” fa parte della politica di depopolamento, imposta in tutto il mondo non con il nobile obiettivo di “salvare vite umane”, ma – al contrario – per porre fine al maggior numero possibile di vite umane (come Bill Gates una volta aveva incautamente rivelato, quando aveva fatto riferimento all’eventuale fase conclusiva della “vaccinazione” globale definendola “la soluzione finale”).
L’ultima cosa che i nostri padroni vogliono è che la consapevolezza di ciò che è stato fatto agli israeliani si diffonda in altri Paesi, questo per evitare che un numero sufficiente di noi si svegli e si unisca per porre finalmente fine a queste catastrofi.
Perciò coloro i cui occhi sono ormai così pieni di sangue da voler vedere morire altre persone – che siano ebrei o palestinesi non importa – farebbero meglio a capire, per il loro bene, che coloro che stanno dietro alla campagna di “vaccinazione” sono d’accordo con voi, e con il vostro nemico, poiché vogliono la morte di quasi tutti noi, e prima è meglio è.
Quindi, se non riuscite a smettere di odiare gli altri fino al punto di volerli tutti morti, continuate pure a farlo. Sarà il vostro funerale (ammesso che ci sia qualcuno a seppellirvi).
Germania, 1938:
Germania, 2021
Israele, 2021:
Per quanto riguarda la vera posizione di Netanyahu, chi è interessato a saperne di più può trovare interessante questo pezzo:
Spia, terrorista o criminale? I misteriosi file americani su Netanyahu”.
Neve Gordon, ottobre 1996
Mark Crispin Miller
Fonte: off-guardian.org
Link: https://off-guardian.org/2023/10/31/netanyahus-two-genocides/
31.10.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
Mark Crispin Miller è professore di Media, Cultura e Comunicazione alla New York University e autore di numerosi libri, tra cui Boxed In: The Culture of TV; Seeing Through Movies; Mad Scientists: The Secret History of Modern Propaganda; Spectacle: Operation Desert Storm and the Triumph of Illusion e The Bush Dyslexicon. È possibile leggere altri suoi lavori sul suo Substack e attraverso la sua newsletter, News from the Underground.