I Fridays For Future lanciano un appello affinchè non si appoggi il progetto Eacop (East African Crude Oil Pipeline) in Africa, che, spiegano, avrà un impatto fortemente negativo sull’ambiente.
«Complessivamente, EACOP comprende tre progetti: Tilenga, Kingfisher e l’oleodotto».
I FFF sottolineano come «il megaprogetto colpirà direttamente la terra di 100.000 persone, che potranno usufruire di indennizzi solo dopo almeno 3 anni di attesa, con danni economici e sociali devastanti. Così come danneggerà direttamente le persone, avrà anche effetti devastanti su clima e ambiente, sia nell’immediato sia sul lungo periodo: la distruzione di ecosistemi spesso fragili e unici al mondo, soprattutto le zone umide, importantissime riserve ecosistemiche. In più, il progetto contribuirà con 34 milioni di tonnellate all’anno di CO2, un numero enorme equivalente a 6 volte le emissioni annue attuali dell’Uganda».
«Ciascuno dei tre progetti avrà un impatto di diversa intensità su clima, ambiente e persone – spiegano ancora i FFF – Tilenga prevede uno sfruttamento petrolifero senza freni nel cuore del parco naturale più grande dell’Uganda, con centinaia, se non migliaia, di viaggi di camion e con danni irreversibili al lago Albert, centrale per la vita delle persone dell’area. Simile la situazione del progetto Kingfisher, sempre sul lago Albert. Per EACOP l’impatto è molto più devastante: si parla della distruzione irreversibile di habitat, parchi naturali, zone umide e riserve di biodiversità sia in Uganda che in Tanzania, oltre che di danni gravissimi al Lago Vittoria, dal quale dipende la vita di 40 milioni di persone. Si tratta quindi di rendere impossibile la vita a intere popolazioni, costringendole a spostarsi, quando già a causa della crisi climatica e ambientale conoscono le difficoltà di una terra sempre più inospitale».
«La dannosità del progetto risulta evidente. Secondo l’ultimo rapporto dell’IPCC sui cambiamenti climatici, approvare nuovi progetti per petrolio o gas naturale significa rendere impossibile restare sotto i +1,5°C di aumento delle temperature globali medie rispetto alla media preindustriale. In sostanza, significa condannare l’umanità al collasso climatico ed ecosistemico – proseguono i FFF – E, ironia della sorte, a essere colpite di più dagli effetti della crisi climatica saranno proprio coloro che subiscono neocolonialismo e sfruttamento, come nel caso di quelle colpite da questo megaprogetto. Dunque, se il governo italiano e SACE sono seri nel contrasto alla crisi climatica, chiediamo di ritirarsi rapidamente da qualsiasi discussione sul sostegno finanziario a EACOP e alle infrastrutture associate».