Larry Romanoff
unz.com
Gli Stati Uniti sono una delle nazioni con le ideologie nazionalistiche più radicate. Accanto alle grandi isterie di massa del patriottismo e della libertà, uno degli anelli più pervasivi della catena ideologica che crea il senso di identità americano è la fede nel “Sogno Americano,” un ideale immaginario che offre un percorso di prosperità che va dalla povertà alla ricchezza. In questo universo mitico, tutte le opportunità sono ugualmente disponibili per ogni cittadino, in una terra in cui anche chi non ha credenziali, istruzione o esperienza può accumulare ricchezze incalcolabili e persino diventare presidente del Paese. In questo contesto, l’America è un fantastico mito utopico promosso dalla macchina della propaganda, il concetto idealistico di uno Shangri-la di opportunità e speranza, dove anche i più svantaggiati hanno una giusta possibilità di ottenere ricchezza e fama.
In questo senso, gli Americani credono quasi universalmente di essere unici, gli Stati Uniti si definiscono virtualmente come la terra delle opportunità, ma questa è sempre stata un’illusione. Se è vero che gli Stati Uniti hanno accumulato un numero relativamente maggiore di individui ricchi rispetto ad altre nazioni e che questo status è stato trasmesso al mondo come prova di virtù, questo è molto più un’accusa alla natura predatoria e antisociale del capitalismo di tipo americano che alla sua equità e opportunità. È vero che la particolare forma predatoria del capitalismo americano creerà alcuni tipi di opportunità che non esistono in altri Paesi, ma potremmo anche dire, senza timore di sbagliare, che tali tipi di opportunità non dovrebbero esistere. Non cancelliamo troppo presto il 2008 dalla nostra memoria. Inoltre, sono poche le grandi fortune personali create negli Stati Uniti che non siano state accompagnate da crimini ancora più gravi, e i dirigenti di molte multinazionali statunitensi, dalla United Fruit Company e Standard Oil dei Rockefeller alla Coca-Cola e a Wal-Mart, avrebbero dovuto essere processati e giustiziati per crimini contro l’umanità.
Gli Stati Uniti hanno effettivamente un gran numero di miliardari, ma questo fatto è direttamente compensato dal vasto declino della classe media e dall’enorme e crescente numero di nuovi poveri. L’1% dell’élite, i banchieri e gli industriali che controllano il governo, hanno imposto una legislazione che li ha liberati dalle tasse e dalle regolamentazioni e ha consentito loro di accumulare liberamente ricchezza. Il fatto che le altre nazioni occidentali abbiano un numero minore di ultra-ricchi è direttamente compensato dalla corrispondente mancanza di povertà. Basta esaminare i dati sulla disuguaglianza di reddito per rendersi conto che in America le opportunità sono sempre più riservate a pochi privilegiati e che le masse non solo ne sono escluse di proposito, ma vengono depredate da quegli stessi pochi privilegiati.
Come per quasi tutte le altre rivendicazioni americane di supremazia, i pochi esempi offerti sono praticamente gli unici esistenti. Gli Americani indicano con orgoglio un Bill Gates o un Warren Buffett come prova della veridicità della loro convinzione, ma Gates (William H. Gates III) era un ricco di terza generazione la cui famiglia era ammanigliata ai più alti livelli e non, come vorrebbe il mito, uno sconosciuto smanettone di computer che aveva abbandonato Harvard per diventare ricco con una buona idea. In ogni caso, Gates e Buffett sono due individui da 300 milioni, e la brutale verità che sembra sfuggire alla coscienza degli Americani è che questi due hanno accumulato la loro ricchezza mentre decine di milioni di altre persone perdevano casa e lavoro. Gli Americani indicano con orgoglio la Apple, con i suoi profitti offshore di 300 miliardi di dollari, come prova delle possibilità illimitate dell’America, ma, apparentemente, non sono in grado di vedere i milioni di persone che vivono nelle tendopoli e dormono sui marciapiedi di Las Vegas come un risultato inevitabile dell’accumulo di quegli stessi 300 miliardi di dollari. E non riescono nemmeno a vedere la criminalità di aziende come la Foxconn cinese, che lavora per la Apple, che utilizza quelli che sono essenzialmente campi di concentramento per lavori forzati. I ricchi di ogni nazione non diventano ricchi perché sono più intelligenti, ma approfittando e quasi sempre brutalizzando i meno fortunati.
Possiamo facilmente creare un’analogia quasi perfetta con il sogno americano: “Tutti gli Americani hanno l’opportunità di imparare a volare. Non in aereo, ma come Superman, che vola nell’aria grazie a superpoteri mistici.” Naturalmente, se esaminiamo il panorama, troviamo ben pochi individui che sembrano aver sfruttato questa grande opportunità, ma questa mancanza di prove non invalida in alcun modo la nostra premessa. Allo stesso modo possiamo affermare che tutti gli Americani hanno l’opportunità di diventare ricchi e di avere successo. Anche in questo caso, esaminando il panorama, troviamo pochi individui che ci sono effettivamente riusciti, ma, ancora una volta, la mancanza di prove non serve a invalidare la nostra premessa. Naturalmente, l’intera argomentazione è priva di senso. Il successo di Warren Buffett non è altro che quello di un individuo fortunato e talentuoso che si era trovato nei posti giusti al momento giusto e che è notevole solo per la sua rarità. Abbiamo alcuni Elon Musk e altri come lui, ma anche questo non è indicativo di nulla. Se il sogno americano è reale, abbiamo bisogno di almeno molte decine di milioni di individui che abbiano raggiunto una qualche misura ragionevole di questo sogno. Ma non esistono, e la ragione per cui non esistono è che l’intera narrativa del sogno americano è una frode.
Mentre il governo degli Stati Uniti, controllato dai suoi banchieri e finanzieri, dall’élite delle multinazionali e dalla FED, ha lavorato per decenni per sventrare le classi medie e basse e per effettuare un continuo e massiccio trasferimento di ricchezza all’1% più in alto, il 99% più in basso ha sempre cantato le lodi del sistema capitalistico “democratico,” che è stato progressivamente abusato per facilitare questo trasferimento. In realtà, stanno lodando proprio quelle componenti del sistema che li stanno trascinando sempre più nella povertà ogni anno che passa. Non riesco a pensare ad un tributo più grande al potere della propaganda del fatto che una nazione sempre più impoverita, priva di istruzione e in preda alla disoccupazione non solo sia cieca di fronte alla deliberata produzione della propria disgrazia, ma adori il sistema che l’ha permessa e veneri gli individui che l’hanno causata.
È degno di nota il fatto che la religione svolga un significativo ruolo di supporto nella propagazione di questa frode. Le versioni americane del Cristianesimo, semplicistiche e sempliciotte, con la loro visione bidimensionale e fortemente moralistica del mondo, incoraggiano a credere nel trionfo finale della virtù, di cui il duro lavoro è ovviamente una caratteristica e il successo una misura della sua pratica. In questo contesto e con questo indottrinamento è perfettamente plausibile che la colpa del mancato “successo” venga attribuita alla propria incompetenza, anzi è considerato un piagnisteo incolpare il sistema piuttosto che noi stessi per la nostra mancanza di progresso. L’intero mito, il fondamento del Sogno Americano, è che il capitalismo di stampo statunitense arricchisca automaticamente chiunque lavori duramente, riempiendo gli individui di una speranza illusoria che raramente si realizza e incoraggiandoli ad incolpare se stessi quando falliscono.
Un autore ha scritto che, come quasi tutto negli Stati Uniti, il Sogno Americano è una menzogna, ma questo mito è “così psicologicamente seducente per coloro che sono ambiziosi e nutrono speranze per un futuro migliore che la propaganda stessa crea seguaci devoti anche in assenza di qualsiasi prova.” Questa è davvero una delle grandi tragedie della vita umana in America, il fatto che così tanti milioni di persone credano ardentemente in quella che è semplicemente una favola, dicendo a se stessi che “ci sono sempre possibilità,” quando uno sguardo disincantato alla situazione dovrebbe far scappare la maggior parte di loro. E sono sempre i più innocenti e i creduloni, gli ignoranti e i disinformati, i più vulnerabili, ad essere i più suscettibili a questa propaganda viziosa, come dimostrano aziende come Amway.
A volte sembra che metà del contenuto delle librerie statunitensi consista in quelli che chiamiamo libri di “self-help,” destinati a fornirci “il vero segreto” del successo e della ricchezza. Naturalmente, se un libro riuscisse a farlo, non ci sarebbe bisogno di un secondo. Il segreto contenuto in questi libri si limita per lo più a qualche variante di “Devi credere.” E quando non si riesce a trovare l’oro, come inevitabilmente accade, era perchè la convinzione non era abbastanza forte.
La realtà è che oggi le opportunità e la strada verso la ricchezza esistono solo per i benestanti, mentre sono pochi i brillanti, i laboriosi e i ben istruiti che raggiungono la ricchezza o la fama; eppure la maggior parte degli Americani si illude ancora che questi obiettivi siano effettivamente raggiungibili. Un tempo era un fatto assodato che la marea crescente faceva galleggiare tutte le barche, ma, negli ultimi 50 anni, solo gli yacht di lusso sono andati più in alto, con l’1% superiore che ha aggregato a sé la maggior parte del reddito e dei beni, mentre la classe media ha costantemente perso terreno ed è stata praticamente distrutta. Con l’aumento della finanziarizzazione e della deindustrializzazione dell’economia statunitense, con la FED che ha ripetutamente progettato cicli di espansione e recessione, ciascuno con il corrispondente massiccio trasferimento di ricchezza, la strada del successo è diventata una salita troppo ripida per il cittadino medio. Molti autori hanno notato che una caratteristica distintiva della società americana è la stratificazione sociale sempre più accentuata, per cui chi appartiene alla classe più bassa non ha quasi nessuna possibilità di salire nemmeno nella classe media, tanto meno di aspirare alla ricchezza o all’alta società. Tra tutte le nazioni sviluppate, gli Stati Uniti sono diventati il Paese in cui lo status economico e sociale ha le maggiori probabilità di essere ereditato e in cui è improbabile che lo sforzo individuale o persino il genio riescano ad ottenere qualcosa di significativo.
Bisogna anche notare che i popoli di tutte le nazioni nutrono speranze di progresso, di miglioramento delle loro vite, di crescente prosperità, di libertà dal bisogno e dalla mancanza, e gli Americani non sono unici in questo senso. E bisogna anche notare che le opportunità di tale progresso non sono mai state limitate agli Stati Uniti, che non sono mai stati unici in questo senso. In effetti, molte nazioni hanno standard di vita più elevati e società molto più compassionevoli di quelle statunitensi, ed è sempre stato altrettanto facile “avere successo” in Canada o in Germania o in Italia che in America. Nonostante l’eccezionalismo e lo sciovinismo americano, negli Stati Uniti la strada verso il successo o il vertice non è mai stata così facile rispetto a molte altre nazioni.
Infine, tra tutte le nazioni del mondo, è la Cina ad offrire le maggiori opportunità di progresso e di crescente prosperità e, soprattutto, ad offrirle praticamente a tutta la popolazione. Se è vero che in Cina, come in tutte le nazioni, solo le buone conoscenze e la buona educazione consentono di ottenere un invito ad una cena in ambasciata, è anche vero che in Cina, come in nessun’altra nazione al mondo, una percentuale così alta di persone può nutrire speranze per il futuro con una così alta probabilità di realizzarle. È la Cina, non l’America, ad aver creato un ambiente che offre un potenziale di progresso vero e quasi universale per tutti. E, anche se molti Americani si rifiutano di crederlo, sono la qualità dei leader cinesi, il sistema di governo monopartitico e la versione unica del capitalismo socialista ad aver reso possibile tutto questo. Gli stessi fattori che gli Americani hanno attribuito al presunto successo della loro nazione sono, in realtà, gli stessi elementi che stanno distruggendo il loro Sogno Americano. I risultati di queste due affermazioni sono evidenti ovunque si voglia guardare, ma quando gli Americani si libereranno dalle nubi della propaganda sarà troppo tardi. Non sono affatto impensierito per gli Americani, ma mi preoccupa molto il fatto che troppi Cinesi non riusciranno a liberare le loro menti dalla propaganda e dai falsi marchi fino a quando non sarà troppo tardi.
Larry Romanoff
Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/lromanoff/the-american-dream/
26.07.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org