Rispetto agli Stati Uniti, nel complesso il Canada ha gestito bene l’emergenza covid, adottando una strategia nazionale e approvando subito misure di distanziamento sociale. “Ma il livello di contagio non è rimasto basso in tutto il paese”, spiega il Guardian. Alcune province sono state colpite più duramente. In particolare il Québec, che è diventato l’epicentro nazionale perché molte persone sono andate in Europa e negli Stati Uniti per le vacanze di primavera, il cosiddetto spring break, e poi sono tornate a casa.
Adesso l’attenzione si sta spostando sulle comunità indigene, dove i livelli di malattie croniche sono più alti che nel resto del paese. Anna Banerji, che si occupa di salute delle popolazioni indigene all’università di Toronto, spiega i rischi della situazione. “Sono luoghi con alti livelli di denutrizione, dove le persone vivono spesso in abitazioni sovraffollate e dove l’incidenza di malattie polmonari, cardiovascolari e obesità è particolarmente alta”. In queste condizioni il virus potrebbe diffondersi rapidamente e fare molti danni.
Banerji e i suoi colleghi hanno presentato una petizione al governo federale per chiedere più risorse per le comunità di nativi, che in molti casi possono essere raggiunte solo in aereo.