Diverse migliaia di persone hanno partecipato ieri a Pesaro alla manifestazione per protestare contro la realizzazione di un biolaboratorio di livello 3.
L’obiettivo della protesta è, appunto, fermare la realizzazione del biolaboratorio a Pesaro e quella di altre strutture simili nel resto d’Italia. Una delle associazioni si è rivolta al presidente della Repubblica Mattarella, come spiega l’Ansa, per ottenere l’annullamento della delibera con cui il Comune di Pesaro ha disposto l’alienazione del terreno dove dovrebbe sorgere il biolaboratorio.
Come scrive il Corriere Adriatico, «il corteo blindato ha suscitato la protesta degli organizzatori: “Ci hanno relegato in una location dove nessuno ci ha visto”. L’intento invece era quello di sensibilizzare la cittadinanza sulle conseguenze che potrebbe avere la realizzazione del biolaboratorio a Pesaro».
La manifestazione ha avuto inizio intorno alle 10 per concludersi alle 18, con un corteo che ha permesso ai manifestanti di sfilare con cartelli e striscioni.
Come ha scritto ByoBlu, che ha seguito la manifestazione, «la costruzione del “laboratorio di bio-sicurezza (BSL3), ossia una struttura in grado di garantire sperimentazioni e manipolazioni – in vivo e in vitro – di agenti virali pericolosi per la salute animale e dell’uomo” è stata autorizzata dal consiglio comunale di Pesaro con una delibera approvata il 24 ottobre 2022, che prevede l’alienazione di oltre 12mila metri quadrati di terreno, all’Istituto zooprofilattico sperimentale di Umbria e Marche (IZSUM)».
Anche L’Indipendente ha parlato della manifestazione spiegando che «tra i residenti di Pesaro, la presenza di questa nuova struttura ha sollevato molte preoccupazioni» e i cittadini hanno formato un Comitato e creato una petizione. «Appare chiara – si legge nella petizione – l’intenzione di effettuare sperimentazione ‘in vivo’ su piccoli e grandi animali, presumibilmente ammalati e non, per verificarne le reazioni, le guarigioni e i decessi e sperimentare cure e vaccini. E ci domandiamo: esisterà un inceneritore interno per smaltire le carcasse? Quale altro smaltimento è previsto? I liquami come verrebbero gestiti, visto che lì accanto c’è il fiume Foglia? La qualità dell’aria rimarrà la stessa, visto che ci saranno animali malati in piena zona urbana? Quali pericoli potrebbero apportare i vettori di trasmissione come gli artropodi (tra cui gli insetti, compresa la zanzara tigre, la chikungunya, ecc.) ed i piccoli mammiferi (tra cui i ratti) diffondendo malattie dal rione al resto della città e altrove, a macchia d’olio?».
Sempre L’Indipendente ha scritto che «il biolaboratorio di Pesaro non sarebbe il primo di questo tipo in Italia. Di fatto sul territorio italiano sono almeno cinque le strutture BSL3: solamente nel 2022 ne sono state inaugurate almeno due, una presso l’Ospedale di Circolo di Varese, una all’interno dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e le altre tre che si trovano rispettivamente a Sigonella (base NATO), a Trieste e a Roma, allo Spallanzani. Inoltre, ne esistono due che constano di un livello di sicurezza superiore (BSL4), l’Ospedale Luigi Sacco di Milano e l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma».
Il giornalista Franco Fracassi ha parlato delle problematiche legate ai biolaboratori nel suo libro “Biolab” uscito lo scorso anno.
Foto: Ansa Marche