Jordan Bardella, il nuovo volto dell’estrema destra francese

Il 5 novembre il Rassemblement National, meglio conosciuto come Front National, ha eletto il nuovo presidente del partito. I risultati non sorprendono chi ha seguito l’evoluzione del partito: è infatti Jordan Bardella, già presidente ad interim del partito, giovane “prodigio” e pupillo di Marine Le Pen, che ha vinto con un’enorme maggioranza di voti. Una cosa che non stupisce, ma che è allo stesso tempo particolarmente preoccupante.

Bardella ha 27 anni ed è a capo di uno dei maggiori partiti politici francesi. Il 5 novembre, Marine Le Pen si è ufficialmente dimessa da presidente e il suo protetto ha trionfato con un incredibile 84,84% dei voti del congresso.

Jordan si sta preparando da anni a prendere il controllo del partito. Ha iniziato a far parte del partito nel 2013, quando ha partecipato al Forum ogni mercoledì[1], per imparare a essere un attivista del Front Nazional. François Paradol, che oggi è il suo capo di gabinetto, allora lo aveva subito notato come un ragazzo “piuttosto discreto, che prendeva appunti”.Mathilde Androuët, all’epoca co-presidente del Front National de la Jeunesse, lo descrive un ragazzo che “sapeva parlare bene ed era piuttosto simpatico e che è riuscito ad avere gli atteggiamenti giusti ed efficaci nei confronti delle posizioni apicali del partito”.

È stato prima spinto da Florian Philippot, poi dal cognato di Marine Le Pen, Philippe Olivier, di cui ha sposato la figlia. Viene quindi presentato come capo lista per le elezioni europee del 2019.

Questo giovane incarna perfettamente l’immagine del RN più moderato che Marine Le Pen cerca di dare da anni. Rappresenta un’estrema destra più giovane e proviene da un ambiente più popolare rispetto alla famiglia Le Pen, che può essere descritta come una dinastia. Infatti, Bardella si presenta come “un figlio dell’immigrazione, un francese di sangue misto, italiano al 75%”, ma anche come un giovane cresciuto nella precarietà degli alloggi a basso canone di Seine-Saint-Denis. Si mostra come un uomo di successo, che sembra essere molto vicino all’ideale americano del self-made man.

In termini di ideologia, il partito spera di far credere che rimanga una sola linea di pensiero: quella dei Marine. Tuttavia sembra che Bardella sia in grado di essere molto più estremo dell’ex presidente del partito. Infatti, in un articolo apparso a luglio sul quotidiano Marianne, Bardella ha dichiarato che “la prognosi vitale del popolo francese è in pericolo”, a causa di un “cambiamento di persone [che] si sta realizzando meccanicamente”, “una forma di preferenza verso la popolazione straniera in cui ad altri vengono concessi diritti e privilegi che al nostro popolo sono negati o devono faticare per ottenerli”. Forse è in arrivo una ri-radicalizzazione dell’ex Front Nazional sotto la guida di Bardella, ma peggio ancora, potremmo assistere ad un processo di riunificazione dell’estrema destra.

Bardella si è congratulato con la premier Giorgia Meloni per la sua vittoria in Italia. Ha twittato: “Gli italiani hanno dato una lezione di umiltà all’Unione europea che, per voce della signora von der Leyen [presidente della Commissione europea], cercava di imporre il suo voto. Nessuna minaccia di alcun tipo può fermare la democrazia: i popoli europei stanno alzando la testa e si stanno riprendendo il loro destino! “. Sono parole agghiaccianti.

In generale, tutti concordano sul suo innegabile talento di oratore. Lontano dai soliti dialoghi sordi del FN, lavora ai fianchi il suo avversario senza tralasciare una battuta per metterlo al tappeto. La lista delle sue “vittime” si allunga sempre di più e comprende, tra gli altri, i ministri Gabriel Attal e Bruno Le Maire, la deputata europea Nathalie Loiseau, ma anche la deputata “insoumise” Clémentine Autaine. Tutti lo ammirano o lo temono per la sua tecnica di “insolenza controllata, che tiene testa ai ministri più esperti” (Laure Lavalette, deputata RN del Var).

Ma l’incoronazione di Bardella in questa famiglia quasi reale dell’estrema destra non è avvenuta in modo pacifico. Giovedì 3 novembre, il deputato del RN Grégoire de Fournas è stato protagonista di un evento vergognoso che gli è costato l’esclusione dal Palazzo Borbone (sede dell’Assemblée Nationale) per quindici giorni. Si tratta della sanzione più severa possibile, inflittagli perché nel bel mezzo dell’aula ha tagliato la strada a Carlos Martens Bilongo, deputato della France Insoumise, che parlava del soccorso ai migranti dell’Ocean Viking urlandogli che dovevano “tornare in Africa!” Non è chiaro se il deputato della RN si riferisse a Bilongo, che è una persona razzializata, o alla barca, ma si tratta di uno dei commenti più razzisti pronunciati nella storia recente del Parlamento francese. Tale avvenimento ci ricorda anche che il nuovo presidente della RN dovrà controllare meglio il suo entourage se non vuole trovarsi a capo di un partito demonizzato.

Oggi, quindi, dobbiamo avere paura per la Francia, paura che le tattiche del partito di estrema destra Rassemblement National trionfino come in Italia, e paura di vivere sotto l’influenza dei fascisti, soprattutto sotto la guida di un lupo travestito da pecora, che indossa abiti da migliaia di euro. La sinistra in Francia si sta frammentando e sta perdendo appeal, mentre l’estrema destra riesce a unificarsi sotto il bandeau del pupillo di Le Pen.

Bardella ha talento, certo, ma è pericoloso. Si sta già preparando per le elezioni presidenziali del 2027, mentre i partiti di sinistra non riescono a trovare un accordo nemmeno nell’Assemblea nazionale. E quando vediamo che l’estrema destra sta guadagnando sempre più spazio in Europa, è indubbiamente giunto il momento che i partiti di sinistra cambino le loro tattiche e mettano in atto strategie a lungo termine per combattere la lunga discesa all’inferno che probabilmente vivremo.


[1] Si tratta di un anonimo appartamento nel 13° arrondissement della capitale, dove i giovani frontisti della capitale si allenano alla militanza. Il forum faceva parte dei progetti del Fronte Nazionale della Gioventù, ora diventato il movimento Génération Nation, che forma i giovani agli ideali del partito.

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