La leggenda di Calza di Cuoio

di Giorgio Bona

“Calza di cuoio” fu la sede di un’associazione di promozione sociale che comprendeva una parte museale dedicata ai nativi americani nel Borgo Campidoglio a Torino. Anima e cuore di questo spazio era Luca Gaidano che fin dalla giovanissima età si appassionò alla storia dei nativi americani.

Il nome Calza di Cuoio è tratto dal ciclo di romanzi di James Fenimore Cooper I racconti di Calza di Cuoio (Leatherstocking Tales, 1823-1841) dove il protagonista è Nathaniel Bumppo, un esploratore le cui avventure sono legate all’epoca del colonialismo europeo in terra americana, precisamente nel New England, durante il conflitto tra inglesi e francesi e le guerre indiane.

Il più conosciuto di questi romanzi è sicuramente L’ultimo dei Mohicani (The Last of the Mohicans) pubblicato nel 1826 che fu il secondo della serie, il più celebre e il più letto tra quelli dell’autore.

Da questo romanzo anche il cinema trasse i suoi vantaggi e si ebbero diverse trasposizioni. La prima rimonta al 1911, un cortometraggio con regia di Theodore Marston, ma quelle oggi meglio ricordate furono le successive: quella del 1920 diretta da Clarence Brown e Maurice Tourneur e quella del 1936 diretta da George B. Seitz, co-sceneggiata da John L. Balderston (noto per i trattamenti sui mostri Universal) e interpretata da Randolph Scott, Binnie Barnes e Henry Wilcoxon. La versione del 1936, The last of the Mohicans, apparirà nel nostro paese con il titolo Il re dei pellirosse.

La più nota degli anni recenti è quella del 1992 diretto da Michael Mann con Daniel Day-Lewis nella parte di Bumppo che nel film ha in dotazione tutti i nomi indiani, da Occhio di Falco a Longue Carabine, nel ruolo del giovane figlio adottivo di Chingachgook Ultimo dei Mohicani, altro personaggio che sarà presente in tutti i cinque racconti di Calza di Cuoio. Sul tema esistono poi film per la tv, serie e miniserie televisive, cartoni animati. Non mancano versioni a fumetti, come quella celebre del francese Georges Ramaïoli, che produsse tutta la saga dei cinque romanzi in una produzione limitata di 150 copie.

I racconti di Calza di Cuoio non seguirono un ordine cronologico perché l’autore non si poneva il problema di scrivere una serie ma, dopo il successo del secondo volume, L’ultimo dei Mohicani, continuò con entusiasmo a scrivere altre storie con i protagonisti Nathaniel Bumppo e Chingachgook. Quest’ultimo diventò un vecchio pellerossa ubriacone conosciuto dai bianchi come John l’indiano.

I cinque racconti furono ambientati in un arco temporale di circa sessant’anni (1740-1804) con la vita del protagonista dal periodo giovanile alla vecchiaia. Nathaniel Bumppo figura come un bianco cresciuto tra gli indiani Delaware, e soprannominato Leatherstocking, The Pathfinder dai coloni e Deerslayer, Longue Carabine e Hawkeye dai nativi americani.

La letteratura americana ritenne che Cooper per la creazione di questo personaggio si sia ispirato a un pioniere del Kentucky, Daniel Boone (1734-1820), e anche a Robert Rogers (1731-1795), uomo di frontiera che servì l’esercito inglese durante la guerra Franco Indiana e comandò un corpo famoso di rangers e come il suo protagonista combatté la guerra dei sette anni e conobbe due famosi capo indiani della tribù dei Mohicani. Un film con il riferimento a Robert Rogers fu il celebre Passaggio a Nord-Ovest (Northwest Passage) del 1940 diretto da King Vidor, con Spencer Tracy nella parte del Maggiore Rogers.

Cooper creò con questo ciclo il modello dell’eroe nordamericano, ovvero colui che evadeva dalle restrizioni imposte dalla civiltà per vivere un rapporto con Madre Natura. Questo modello troverà affinità in una ricerca di autenticità nei nativi americani, suoi fratelli e anche pericolosi nemici. Di qui romanzi che segnarono lo spartiacque tra un mondo in espansione e la fine del popolo rosso, destinato a scomparire: l’opera di Fenimore Cooper darà idealmente avvio a questo percorso, in cui l’autore manterrà una posizione ambigua.

Quel che sembra di cogliere, se pur marginalmente nelle pagine di questi racconti, è che l’avanzata della civiltà e l’espansione legata alle conquiste delle nuove terre non appaia come un fenomeno del tutto positivo: indicativo il comportamento del protagonista Nathaniel Bumppo, che si sposta ogni volta che la civiltà avanza.

In The Prairie, il terzo della serie (1827) ma che può essere considerato quello che chiude il ciclo di Calza di Cuoio (è ambientato nel 1804) troviamo il protagonista ormai ottantenne che vive nella prateria in compagnia soltanto del suo cane e osserva con preoccupazione il crescente flusso di pionieri a seguito dell’acquisto della Louisiana da parte degli Stati Uniti. La fine del grande esploratore si conclude come avrebbe desiderato o come avrebbe voluto che desiderasse il suo autore. Bumppo si stabilirà presso il villaggio degli indiani Pawnee, il cui stile di vita sarà più consono a quello da lui condotto fino a quel momento, e quando si troverà in punto di morte comunicherà a un amico le sue ultime volontà, perché in quell’amico aveva rivisto i suoi grandi ideali che la civiltà e il progresso avevano cancellato.

Luca Gaidano per tutta la vita ha seguito con passione la storia, i costumi e le tradizioni dei nativi americani e nel suo laboratorio di Via Fano teneva in mostra in una sorta di museo permanente moltissimi e introvabili cimeli. La passione per i nativi lo ha portato più volte in America dove aveva pensato di stabilirsi, poi la nascita e la crescita del  museo che oltre ai cimeli dà spazio a volumi veramente rari. Tanto che, si può dire, i racconti di Calza di cuoio continuano.

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