La Q di Qomplotto, di Wu Ming 1. Anteprima dell’indice, preordine e riflessioni sul pubblicare libri in un momento come questo

Se tutto va come deve andare, il libro di Wu Ming 1 La Q di Qomplotto – sottotitolo non definitivo: «QAnon e dintorni. Come le fantasie di complotto aiutano il sistema» – arriverà in libreria il 25 febbraio.

La Q di Qomplotto è già preordinabile sul sito delle Edizioni Alegre, dove si può leggere in anteprima l’indice completo. Che non è “solo” un indice, perché include i sommari dei singoli capitoli.

I sommari – ispirati a quelli de Il mattino dei maghi di Pauwels e Bergier – sono composti a loro volta di titoli. O meglio: sono concatenazioni di frasi allusive, indovinelli, calembours. Consentono di vedere già ora l’architettura del libro, di comprenderne in linea di massimo l’andamento narrativo ed espositivo, e al tempo stesso lasciano vuoti da riempire, propongono enigmi e misteri.

È un tentativo di applicare nella scrittura stessa e nella presentazione del libro quel «mostrare la sutura» che da anni sta al centro della prassi wuminghiana e che, con le debite riconcettualizzazioni, proponiamo come alternativa al semplice «debunking».

A febbraio, molto probabilmente, saremo ancora in piena emergenza «Inetti vs. Covid»: bombardati di dpcm che per essere interpretati hanno bisogno di FAQ che per essere interpretate hanno bisogno di FAQ sulle FAQ; schiacciati nei soffietti di provvedimenti a fisarmonica uno più irrazionale e rococò dell’altro; colpevolizzati da governanti che dall’emergenza traggono vantaggio politico e dai media che dalle campagne di linciaggio traggono profitti; sottoposti continuamente al doppio legame schizogeno «questo puoi farlo, ma se lo fai sei un irresponsabile».

È implausibile che da qui a febbraio si possa tornare a presentare libri negli spazi fisici.
Questo, per chi fa il nostro lavoro, è un grosso problema.
Per noi che lo facciamo in un modo tutto nostro, è un problema due volte.

Come si sa, fin dal principio noi ci siamo dati un precetto: non andare in televisione, non apparire nei media coi nostri volti, evitare a tutti i costi di diventare vedettes mediatiche. Ci siamo presi l’impegno di raggiungere lettrici e lettori con la sola forza del nostro lavoro in rete e degli incontri fisici con le persone.

Senza quegli incontri, per un pezzo avremo solo il lavoro in rete. Che però:

1) non compensa la perdita: se dopo una bella presentazione fisica davanti a cento persone si vende come minimo una trentina di libri, dopo una bella presentazione on line davanti a cento persone si vendono al massimo tre libri;

2) nel nostro caso, è a sua volta sottoposto a restrizioni che derivano dal nostro stile, dal nostro peculiare profilo. Detto in parole povere: noi le presentazioni on line nemmeno le facciamo.

L’unica cosa che ci è venuta in mente è coinvolgere chi ci segue, condividere queste nostre riflessioni, partire prima rispetto al solito, lavorare su anticipazioni e preordini, reinventarci il mestiere di presentar libri nei modi che ci verranno in mente. Compiendo ogni sforzo possibile, nei limiti dello stile che ci siamo dati, perché lavori di anni non finiscano in un tonfo sordo.

Quando è cominciata l’emergenza, la Wu Ming Foundation aveva diversi titoli sulla rampa di lancio. Libri a cui si era lavorato molto, alcuni erano il risultato di un impegno durato diversi anni. La loro pubblicazione è stata rinviata di alcuni mesi, ma non è bastato, perché quando finalmente sono arrivati in libreria sono scattate le nuove chiusure. Nei mesi scorsi abbiamo dato notizia di queste uscite, ma non siamo stati in grado di valorizzarle come meritavano. Questa è l’occasione per recuperare quei libri, ricordare che esistono, aggiornare chi legge sul loro problematico viaggio. Un viaggio iniziato mentre, per forza di cose, quasi tutt* pensavano ad altro.

A settembre la casa editrice Minerva ha mandato in libreria La battaglia della merda, testo di Wu Ming 2 e illustrazioni di Giuseppe Palumbo.
Il libro – scritto e illustrato per bambini dai 10 anni in su – racconta una vicenda accaduta a Bologna tra il 1327 e il 1334, nel bel mezzo delle lotte tra guelfi e ghibellini, quando la città era governata dal francese Bertrando del Poggetto, rappresentante del Papa in Italia, durante il trasloco dei pontefici ad Avignone.
La battaglia del titolo è quella che permise ai Bolognesi di cacciare l’infame Bertrando, dopo averlo assediato per due settimane nel suo castello nuovo di pacca, usando come arma quintali di merda.
Il 14 ottobre, quando ancora si poteva, WM2 & Palumbo, affiancati da Tiziana Roversi, hanno presentato il libro alla biblioteca Sala Borsa di Bologna. Ecco l’audio dell’evento.

La battaglia della Merda – incontro in Sala Borsa, Bologna del 14 ottobre 2020

L’8 ottobre è arrivato in libreria, pubblicato da Alegre, Quando qui sarà tornato il mare. Storie dal clima che ci attende, del collettivo Moira Dal Sito. Un «romanzo di racconti», scritto da una ventina di autrici e autori, risultato di un laboratorio su cambiamento climatico e scrittura collettiva coordinato da Wu Ming 1 nella biblioteca comunale di Ostellato, basso ferrarese, nel 2018-2019 (con una coda fin dentro il 2020). Il laboratorio era parte del progetto transmediale di WM1 Blues per le terre nuove, progetto che durerà diversi anni.
Lo scopo era immaginare il mondo sommerso di fine secolo e ambientarvi storie create con vari metodi. Ne è nata l’epopea di un mondo ancora e sempre in bilico, tra fatalismi e ritorni all’utopia, miti antichi e sogni di futuro. Un mondo di isole creole, afropadane, dove si parlano pidgin e nuovi dialetti.
Nel lungo testo introduttivo, WM1 racconta storia, conflitti e peculiarità del basso ferrarese, riflette sul ruolo dello scrittore nel clima che cambia, racconta l’esperienza del laboratorio e annuncia il progetto Blues per le terre nuove.
Qui una densa intervista al collettivo Moira Dal Sito, apparsa sulla testata ferrarese Filo Mag.
Qui una videopresentazione del libro, con due componenti del collettivo, a cura di Gaia Benzi di Edizioni Alegre.

Il diario dell'eroe

Il diario dell'eroe

Il 5 novembre la casa editrice Pendragon ha pubblicato Il diario dell’eroe, raccolta di scritti di Gilberto Centi – poeta, scrittore, performer, giornalista culturale – tra i quali spicca l’opera che dà il titolo al volume, sulla quale Gilberto stava ancora faticando quando la morte gli impedì di proseguire il lavoro, nella prima estate del nuovo millennio. Ci sono voluti vent’anni, a inseguire scatoloni e riordinare fogli volanti, tra l’Aquila e Bologna, perché questo libro vedesse la luce, e vecchie promesse venissero mantenute. Il grande lavoro di riordino dei materiali si deve a Vincenzo Bagnoli, ma un contributo importante a quest’uscita tanto attesa, lo hanno dato anche Valerio Monteventi, Cesare Ferioli e Mavi Gianni. Noi abbiamo scritto, per l’occasione, un breve ricordo di quel nostro “fratellastro maggiore”, che fu nostro compagno di strada negli anni del Luther Blissett Project.

L'Uomo Calamita

L'Uomo Calamita

Il 7 novembre siamo tornati a parlare de L’Uomo Calamita, lo spettacolo teatrale, illusionistico e circense scritto e interpretato da Giacomo Costantini, Fabrizio “Cirro” Baioni e Wu Ming 2. Ci è toccato annunciare l’annullamento della tournée autunnale, dopo che già era saltata quella primaverile.
La vicenda è ambientata durante la seconda guerra mondiale, quando il fascismo proibì gli spettacoli girovaghi degli “zingari” e iniziò a rastrellarli e concentrarli “sotto rigorosa vigilanza”. Vista la situazione, una compagnia di circensi, guidata dall’enigmatico “Uomo Calamita”, mette i propri superpoteri magici e funambolici al servizio della Resistenza antifascista.
La storia dell’Uomo Calamita è raccontata anche in un libro scritto da Wu Ming 2, illustrato da Marie Cécile e pubblicato da Strane Dizioni. In vista della tournée autunnale c’era stata una ristampa di mille copie.
Non potendo girare insieme allo spettacolo, il libro può comunque arrivare nelle case di lettrici e lettori. È ordinabile al costo di 15 € (spese di spedizione incluse)  mandare una mail all’indirizzo stranedizioni@gmail.com, con oggetto “UC”, e seguire le istruzioni che si riceveranno.

La farina dei partigiani

La farina dei partigiani

Il 3 dicembre è uscito La farina dei partigiani, di Piero Purich e Andrej Marini.
Sedicesimo titolo della collana Quinto Tipo diretta da Wu Ming 1 per Alegre, La farina dei partigiani è stato descritto – in una recensione a tutta pagina sul quotidiano di Trieste Il Piccolo – come una versione proletaria de I Buddenbrook di Thomas Mann. Si tratta infatti  di una saga familiare, la storia – ricostruita tra interviste e archivi – di una famiglia allargata della classe operaia bisiaca, i Marini-Romano-Fontanot, dall’inizio alla fine del Novecento. Tre generazioni di lotte e odissee personali, tra il cantiere navale di Monfalcone e l’emigrazione in America, tra la guerra partigiana in Friuli e il tentativo di costruire il socialismo in Jugoslavia.
Chi ha amato Una cosa oscura, senza pregio di Andrea Olivieri ritroverà quel mondo, visto da diverse angolature, ne La farina dei partigiani. I due libri sono “cugini”, hanno in comune diverse ambientazioni, storie e personaggi.

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