Dall’inizio della crisi per il coronavirus abbiamo assistito a una quantità stratosferica di balle, dichiarazioni di una assurdità sconvolgente, contraddizioni e idiozie incredibili.
Urlatori, media, politici e presunti esperti hanno fatto ruotare questa quantità pazzesca di disinformazione intorno all’assioma della scienza e della sua infallibilità. “Lo dice la scienza”, è stato il mantra che ci ha bombardato e ci bombarda a tappeto quotidianamente.
Di fronte a qualsiasi domanda anche le più ovvia, di fronte a qualsiasi dubbio, c’è sempre il sacro detto: lo dice la scienza! E se lo dice la scienza, mica vorremo mettercisi contro, mica vorremmo dubitare di colei che ci ha regalato progresso e invenzioni fenomenali?! Quindi nessun dubbio, nessuna perplessità, lo dice la scienza, quindi ha sicuramente ragione. Però anche i sassi sanno che la scienza non avrebbe fatto un millimetro in avanti senza i dubbi, senza le domande, senza gli approfondimenti, senza il confronto con tesi diverse. E già qui si capisce che “lo dice la scienza” regge poco e quindi sarebbe più corretto dire: lo dice la multinazionale tale che ha l’interesse tale, lo dice il politico o l’esperto tale che ha qualche interesse con la multinazionale tale, lo dice, anzi lo urla il giornalista tale a cui viene pagato il suo stipendio dalla multinazionale tale attraverso la pubblicità che compra sul suo giornale o media in genere. Oppure semplicemente perché l’urlo e il terrore fa comunque vendere copie del suo giornale o media in genere, aumenta l’audience e quindi gli inserzionisti sulla sua trasmissione televisiva e così via. E allora si inizia a prendere atto che la scienza è scienza a seconda degli interessi….
Ma a prescindere da queste considerazioni, ammettiamo pure che la scienza sia scienza sempre, cioè che dobbiamo darle retta, dobbiamo ascoltarla, a maggior ragione se viene da canali cosiddetti “ufficiali”, con la speranza che quei canali non siano prezzolati dagli interessi di cui sopra.
Se dobbiamo dare retta alla scienza, allora ci chiediamo perché esiste una scienza a cui ci dobbiamo inginocchiare credendole a priori e invece una scienza che non solo non conta nulla ma non viene né ascoltata, né urlata dai media né seguita dai politici.
Sono ormai oltre venticinque anni che emeriti scienziati, con curriculum e studi ufficiali lunghi chilometri, dicono che ci stiamo suicidando, stiamo distruggendo la casa in qui viviamo. Una catastrofe senza pari, una apocalisse che non solo sta uccidendo noi ma che a causa nostra sta facendo piazza pulita di tutto il mondo vivente. Siamo infatti nella sesta estinzione di massa.
Se tanto mi dà tanto e se per il coronavirus si è praticamente bloccato mezzo mondo, per una crisi estremamente più grave avremmo dovuto avere altro che lockdown, bensì la legge marziale di stampo ambientalista e un contrasto radicale di tutto quello che va contro la nostra salute.
Anche in questo caso infatti la scienza sta parlando della nostra salute. Invece no, in questo caso è una scienza che non ha sponsor, che non smuove urlatori, non produce task force, non produce lock down, non produce paesi arlecchino, non produce allarme, non produce provvedimenti, non produce comitati di esperti che pontificano da tutti i canali televisivi, al massimo produce del green washing, bei discorsi, bei proponimenti e zero fatti.
La si può pensare come si vuole in merito a questo anno passato in un incubo orwelliano ma ci si potrebbe almeno chiedere come mai c’è scienza di serie A e scienza di serie Z e c’è salute di serie A e salute di serie Z. E farsi dei ragionamenti conseguenti, forse…
Leggetevi questo ulteriore inutile e drammatico articolo sulla catastrofe ambientale, scritto dai soliti scienziati che tanto non conterà nulla e per il quale non si farà niente: QUI IL LINK. Leggetelo fra il gossip e lo sport, così tanto per fare, però poi preoccupatevi di mettervi le mascherine, quelle si che ci salveranno dall’apocalisse, di sicuro.
Un commento