Le persone sono ancora convinte che i prodotti solari – gentilmente offerti dalle industrie chimiche – siano pensati per la loro salute. Poveri, non capiscono che le aziende producono esclusivamente per il proprio fatturato e che della salute della plebe non gliene può fregare di meno.
Veniamo al punto: gli ingredienti usati per la protezione solare dovrebbero essere testati accuratamente per potenziali effetti sulla salute a breve, a medio e a lungo termine. Simili test includerebbero quelli di tossicità per irritazioni e allergie cutanee, oltre a testare l’assorbimento della pelle, il potenziale di tossicità del sistema ormonale e i danni alla riproduzione e allo sviluppo dei feti. Secondo voi questi accertamenti vengono fatti? Claro che sì: su poveri e disperati animali tenuti negli stabulari la cui fisiobiologia nulla ci azzecca con l’essere umano. Sofferenze inaudite a norma di legge affinché le industrie superino i controlli e possano bucare il commercio con le loro porcate chimiche!
Ci sono per fortuna società che non usano animali e questo è un bene, ma non cambia di una virgola il senso di questo articolo.
Nel 2021 la Food and Drug Administration, che regola (per modo di dire) la sicurezza di alimenti e farmaci ha proposto i suoi più recenti aggiornamenti alle normative in merito alla protezione solare. La scoperta è intrigante perché solo DUE ingredienti (ossido di zinco e biossido di titanio) possono essere classificati come “sicuri” ed “efficaci”.
No, scusate e tutto il resto della sbobba? Mistero della fede…
Una valanga di composti chimici sconosciuti, tanto più che vengono usati nomi in latino (per ingannarvi meglio) non possono essere classificati come “sicuri” per la salute (qualche esempio? Avobenzone, cinoxato, diossibenzone, ensulizole, homosalate, meradimato, octinoxato, octisalate, ottaceriolene, ossibenzone, padimato O e sulisobenzone, e moltissimi altri) eppure si trovano nelle creme solari che adulti e purtroppo anche bambini si spalmano felicemente sulla pelle!
Molte sostanze chimiche agiscono da perturbatori endocrini, cioè vanno a disturbare per non dire distruggere, il delicatissimo equilibrio endocrino e cioè ormonale. Avete idee delle conseguenze quando squilibriamo l’asse degli ormoni?
La pelle questa sconosciuta
Oltre ad espellere sostanze, la pelle è un organo digestivo, quindi in grado di assorbire. Non a caso Big Pharma ha inventato farmaci per uso topico.
Qualsiasi crema e/o pomata che sporca la pelle viene assorbita dai pori facendo penetrare le sostanze chimiche contenute direttamente nel sistema linfatico e sanguigno. Queste alla fine giungono al fegato. La ghiandola epatica infatti è il primo organo a risentire della tossicità di queste sostanze. Perciò usando le creme solari non facciamo altro che danneggiare il fegato, ma questo non è l’unico problema, c’è dell’altro…
La sintesi della Vitamina D, come ho spiegato innumerevoli volte durante le varie conferenze (e nei libri sulla Luce e sul Colesterolo), è un processo alchemico sviluppato dalla natura in milioni di anni e avviene partendo dal colesterolo.
Sì, avete capito bene: il precursore della famosa Vitamina D è proprio il grasso (per meglio dire uno sterolo) più odiato e combattuto al mondo!
Ecco perché le persone che prendono la statina per il colesterolo rischiano grosso…
Infine vi siete mai chiesti come fanno le creme solari ad evitare le scottature alla pelle?
Bloccando la componente ultravioletta (UV) del sole. Ma tale radiazione è proprio quella fondamentale per chiudere il cerchio nel ciclo produttivo della Vitamina D. Senza infatti gli ultravioletti non è possibile produrre una beata fava!
Quindi le creme solari rappresentano una doppia fregatura: intossicano l’organismo da una parte e impediscono la normale sintesi della Vitamina D dall’altra! Due rogne al prezzo di una, non male direi come promozione!
Per milioni di anni l’uomo si è esposto alla luce del sole (da mattina a sera, dagli ultravioletti agli infrarossi) per cui la pelle ha sviluppato programmi evolutivi perfetti di autoprotezione.
I melanociti sono le cellule che risiedono tra l’epidermide (la parte superficiale della pelle) e il derma, in grado di produrre la melanina che conferisce la pigmentazione scura alla pelle.
L’organismo quindi ha creato una specie di “schermo protettore” contro lo stimolo che minaccia l’integrità, in questo caso le scottature del sole: una specie di scudo biologico!
Ma secondo voi è sano arrivare ad agosto bianchi come cadaveri e pretendere di abbronzarsi?
La pelle va lentamente e sapientemente esposta al sole durante TUTTO l’anno, in particolare in autunno e inverno per quel poco che il clima lo permette, per poi aumentare l’esposizione in primavera arrivando così alla stagione più ostica, quella estiva, con i melanociti allenati e abbronzati. Non serve alcuna protezione. E così difficile da capire che non serve nulla di chimico, ma solo la conoscenza e l’esperienza?