Venerdì 14 aprile, di fronte a Palazzo Bo, in occasione di un momento di formazione insieme ad Alberto Peruffo, membro del comitato no Pfas ed autore di “Non torneranno i prati”, dove viene riassunta la vicenda Pfas nella zona di Trissino, è stata contestata la presenza all’interno dell’Università di Padova di Angelo Moretto, tossicologo, direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina del lavoro di Padova. Il suo ruolo all’interno dell’ateneo viene criticato da Fridays For Future Padova e dal collettivo universitario Spina, per i suoi legami con la Miteni e con l’ex Ilva di Taranto.
Il problema della contaminazione da PFAS nelle acque del Veneto è noto da tempo. Un primo studio del 2013 ne rileva la presenza nelle acque superficiali, sotterranee e potabili in più di 30 comuni nelle province di Vicenza, Padova e Verona. Un ulteriore studio del 2016 rivela inoltre che l’inquinamento da PFAS ha causato almeno 1260 morti in 30 anni nei comuni interessati da contaminazione delle acque potabili.
I PFAS sono sostanze di largo uso nell’industria, ma che non sono degradabili né dall’ambiente né da organismi: si tratta di sostanze persistenti, bioaccumulabili e tossiche.
Queste molecole, rilasciate nell’ambiente, hanno la capacità di filtrare nelle acque sotterranee e di accumularsi nelle piante, con la conseguente possibilità di essere ingerite, aggiungendo rischi per la salute ai già presenti rischi ambientali.
Una volta entrati nell’organismo i PFAS tendono ad essere assorbiti dal sangue, dove si legano alle proteine, diventando più difficili da eliminare per l’organismo, agendo da interferenti endocrini, causando patologie croniche e tumori.
Nel 2017 la commissione ecomafie sui Pfas ha certificato che ‘quasi il 97% dell’apporto totale di Pfas scaricati nel bacino idrico Fratta-Gorzone, nel vicentino, sia riconducibile alla Miteni’ e che ‘le misure poste in essere per il suo contenimento non siano state completamente efficaci’. Miteni viene quindi indagata per omissione di fondamentali Informazioni sull’ inquinamento e la pericolosità delle sostanze prodotte e non mette in atto nessun processo di bonifica, con un continuo scarico di responsabilità tra Miteni e la regione con un conseguente ritardo nella messa in sicurezza del sito e nell’attuare misure di bonifica.
È proprio nel corso di questi processi che emerge la figura di Angelo Moretto.
Angelo Moretto, il quale ricopre ora il ruolo di direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina del lavoro di Padova, dove è anche professore della medesima materia, ha un passato di consulenze in ambito tossicologico per aziende come l’ex Ilva di Taranto e la Miteni di Trissino. Assunto dall’Ilva come consulente in ambito di tossicologia, testimonia durante diversi processi contro l’ex acciaieria pugliese. Durante un processo per la morte di un bambino di 5 anni in seguito ad un tumore al cervello, dove l’ex acciaieria veniva accusata di aver contribuito con l’inquinamento prodotto dalla fabbrica al verificarsi della patologia, Moretto dichiara che la sua morte non era riconducibile all’inquinamento aereo.
Inoltre partecipa alla relazione sulla tossicità dell’Ilva di Enrico Biondi dove viene affermato che non vi sarebbe connessione alcuna tra le emissioni dello stabilimento e l’alta percentuale di tumori riscontrata a Taranto, le cui cause andrebbero invece attribuite all’abuso di tabacco e alcol, alla povertà della città ed ai deficit nelle strutture sanitarie.
Le condanne del 2021 proveranno il contrario, risultando in maxi condanne per i responsabili della devastazione climatica e sanitaria causata dall’ex Ilva nell’ambito del processo Ambiente Svenduto.
A distanza di non molti anni viene assunto dalla Miteni, la quale lo ringrazia per l’aver scelto di effettuare un lavoro di consulenza in un ambito come l’inquinamento derivante dai Pfas per conto delle aziende, dove la disponibilità di scienziati è molto scarsa, motivazione da ricondurre, secondo Moretto, allo scarso prestigio del tema.
Durante la sua esperienza come consulente della Miteni si fa notare dichiarando che “I Pfas non fanno niente, non c’entrano, non c’è nessuna correlazione tra patologie e sostanze perfluoroalchiliche, non c’è nulla che dimostri a livello scientifico una associazione tra Pfas e alterazioni patologiche o di funzioni fisiologiche. Non c’è neanche nulla che provi una mortalità maggiore”, dichiarando gli articoli scientifici riportanti una correlazione tra l’inquinamento da Pfas e la mortalità poco attendibili dal punto di vista scientifico.
L’azienda, inoltre, prova ad utilizzare il prestigio della sua figura tentare di ristabilire l’immagine della Miteni, la quale, una volta scoperto l’inquinamento delle falde acquifere della zona di Trissino da parte dei Pfas scaricati proprio dall’industria, inizia a subire attacchi da parte dell’opinione pubblica e delle amministrazioni locali.
Nel 2017, per cercare di smentire le accuse a carico della Miteni, i dirigenti della fabbrica convocano un convegno a porte chiuse, invitando esclusivamente i sindaci delle zone interessate, il cui principale relatore è proprio Angelo Moretto, al quale viene richiesto di tenere una Lectio Magistralis sul tema dei Pfas. Il convegno, previsto inizialmente in una sala comunale, ma spostato poi nella sede di Confindustria, è un flop totale: la sala è quasi vuota, ma fuori dalle porte avviene una grande contestazione da parte dei comitati.
Il prosieguo della storia è ben noto: la fabbrica dichiara fallimento nel 2018, la zona inquinata dalla Miteni viene bollata come zona rossa per i valori di Pfas, ed il disastro sanitario ed ambientale causato dall’azienda diventa uno dei più grandi al mondo.
Insomma non proprio le conseguenze che ci si potrebbe aspettare da delle sostanze che, a detta del tossicologo, “Non fanno niente”.
Recentemente il professor Moretto è stato nominato membro esperto del Comitato consultivo della World Health Organization sulla sicurezza dell’alimentazione.
Compito del professor Moretto sarà il costante aggiornamento e la valutazione tossicologica sulla contaminazione da sostanze chimiche degli alimenti. La nomina avrà una durata di 4 anni.
Come collettivo universitario ci opponiamo con forza alla presenza di Angelo Moretto in università, che dovrebbe essere un luogo libero, di approfondimento e cultura critica e non possiamo accettarlo come direttore di medicina del lavoro dopo il ruolo che ha avuto come consulente di tossicologia della Miteni sui Pfas.
L’università si è già esposta riguardo ai Pfas quando il centro di ateneo per i diritti umani “Antonio Papisca” nel 2022 ha organizzato un convegno per sottolineare la rilevanza del tema in relazione ai diritti umani e alla salute, invitando tra l’altro Angelo Peruffo del comitato No Pfas.
Noi crediamo che l’università debba creare saperi indipendenti e quindi non possiamo accettare la figura contraddittoria di Angelo Moretto, avendo questi legami con aziende che hanno contribuito ad un disastro sanitario e climatico di cui ancora non si conosce esattamente la portata.
Per questo diciamo che Angelo Moretto deve stare fuori dall’università e vogliamo che sia proprio essa a prendere una posizione forte e concreta, affinché Moretto non abbia più alcun ruolo all’interno del nostro ateneo.
Sitografia:
Pfas: crimini ambientali, bugie e mistificazioni, Globalproject.info 28.09.2017
Pfas Veneto: nel sito della Miteni si aspetta la bonifica da 6 anni, Osservatorio Diritti 15.03.2023
Ex Ilva: bimbo morto di tumore, prosciolti 9 dirigenti dell’azienda, Il Sole 24 Ore 12.07.2022
«L’Ilva fa più male del tabacco», Il Manifesto 16.07.2023
Sentenza ex Ilva: 22 e 20 anni per Fabio e Nicola Riva, 3 anni e mezzo a Vendola, Il Sole 24 Ore 31.05.2022
Chi abita nella zona rossa contaminata dai Pfas ha livelli alti di colesterolo?, Il Gazzettino 23.11.2017
Pfas, disertato l’incontro di Miteni, Il Gazzettino 16.02.2017
La storia tossica della Miteni che avvelena mezzo Veneto, Il Manifesto 16.06.2023
Un padovano all’Oms: Angelo Moretto nominato membro esperto per la sicurezza alimentare, Padova Oggi 14.02.2023