L’India secolare sotto i colpi dei bulldozer

Le immagini delle case rase al suolo dai bulldozer sotto i vigili occhi delle forze di polizia sono una costante nell’India contemporanea. Tra le ultime, quelle di una bambina che corre verso la propria casa per recuperare dei libri prima che un escavatore rada al suolo la sua casa, nel distretto di Ambedkar Nagar in Uttar Pradesh. Nelle crepe della democrazia indiana si fanno largo pratiche radicali di esclusione selettiva delle minoranze, sia per motivi religiosi che per ragioni economiche.

Tutto accade sotto l’occhio dell’amministrazione centrale del Bharatiya Janata Party – BJP – e degli Stati guidati da maggioranze dello stesso colore politico. Yogi Adityanath, governatore dell’Uttar Pradesh, ha fatto della pratica il suo simbolo tanto da ottenere il soprannome di ‘bulldozer baba’.

La demolizione come pena è stata sdoganata con l’ordine di abbattimento della casa del gangster Vikas Dubey, killer di otto poliziotti nel 2020. Da lì in poi, sotto la parola d’ordine della lotta alle mafie ed all’illegalità, la pratica si è estesa alla repressione degli oppositori politici e delle minoranze. Sebbene le opposizioni abbiano più volte denunciato la pratica come illegale, i supporter di Adityanath hanno fatto del bulldozer simbolo dell’uomo forte al comando, accogliendo gli eventi della campagna elettorale del santone con escavatori giocattolo o arrivando ai suoi comizi accalcati su pale meccaniche.

Una tattica che ritrova molte affinità con il colonialismo israeliano, tanto da portare vari gruppi della società civile inglese a denunciare la ditta di macchinari JCB – controllata dal miliardario conservatore Anthony Bamford – con la campagna JCB: Stop Bulldozer Genocide. Alla denuncia si è accodata Amnesty international: «Le autorità hanno ripetutamente minato lo stato di diritto, distruggendo case, attività commerciali o luoghi di culto, attraverso campagne mirate di odio, vessazioni, violenza e l’uso di bulldozer JCB come arma.»

Affinità che non si fermano solo ai brand. Gli arresti dell’attivista politico musulmano Javed Mohammad nel 2022, faziosamente incriminato di aver sobillato le folle contro Nupur Sharma nel giugno 2022 – esponente del BJP che aveva pronunciato parole oltraggiose nei confronti dei musulmani in un suo comizio –, e di Ali Ahmed Fatmi, professore di Urdu dell’Università di Allahabad in pensione, sono solo tra i casi più eclatanti. Ad entrambi è stata demolita la casa dopo poche ore dalla formulazione delle accuse.

La salienza degli atti è data anche dal contesto cittadino. Allahabad è il luogo dove si svolgono le celebrazioni religiose dei Mela, tra i festival più importanti dell’hinduismo, dove secondo la tradizione vi è la confluenza dei tre fiumi sacri Yamuna, Gange e dell’invisibile Saraswati. Qui da metà ottocento si tengono celebrazioni e bagni sacri, culminati quest’anno nella festività più importante: il Maha Kumbh Mela. L’evento si tiene ogni 144 anni e quest’anno è stato oggetto di forte politicizzazione da parte della destra hindu-nazionalista.

Non solo abitazioni civili. I casi delle demolizioni della Noori Jama Masjid, nel distretto di Fatehpur, e Madni Masjid, nel distretto di Gorakhpur, mostrano chiaramente come lo strumento sia usato in chiave anti-musulmana. Risuonano nomi delle organizzazioni hindu-nazionalisti, di loro militanti e rappresentanti istituzionali nelle istanze giudiziarie depositate per richiedere la demolizione dei luoghi di culto.

Il dispositivo della demolizione è uno degli ultimi metodi inventati dagli hindu-nazionalisti al governo per annichilire le opposizioni politiche: non fermarsi a reprimere ma distruggere le possibilità di esistenza di dissenzienti e minoranze, soprattutto quelle di fede islamica.

Adityanath sotto questo punto di vista può essere considerato un innovatore. Il santone, formatosi come monaco nel tempio Gorakhnath Math nel distretto di Gorakhpur a nord dell’Uttar Pradesh, si è fatto conoscere all’opinione pubblica per l’organizzazione della milizia privata Hindu Yuva Vahini. Formata esclusivamente da estremisti hindu, la milizia ha un ruolo di primo piano nelle violenze contro i musulmani trovati a trasportare bestiame, macellarlo o semplicemente consumare carni.

La giustizia del bulldozer si è fatta modello di punizione del dissenso politico ed esclusione dei musulmani. Le autorità di Haryana, Madhya Pradesh, Gujarat e Delhi hanno utilizzato lo stesso sistema di giustizia in diversi casi.

Lo scorso giugno, le autorità del Madhya Pradesh hanno demolito undici case in seguito a segnalazioni di presenza di carne, ossa e prodotti di pelle bovina. Alle domande della stampa la polizia ha così risposto «Abbiamo demolito le case dove è stata trovata carne di bovino e per ora abbiamo lasciato intatte le altre. [..] Stiamo agendo contro i trafficanti di bestiame. Saranno indagate le aziende conciarie di Jabalpur che acquistavano pelli animali e le popolazioni tribali locali che compravano carne bovina da questa banda.»

Più sfacciatamente anti-musulmani ed anti poveri è invece il modus operandi adottato a Delhi. Sotto l’ordine di demolire gli accampamenti irregolari, la polizia di Delhi – controllata direttamente dal Ministero degli Interni guidato da Amit Shah, braccio destro di Narendra Modi – ha ordinato la demolizione di accampamenti e case in zone ad alta densità di popolazione musulmana. Atti condannati dall’allora amministrazione dell’Aam Aadmi Party, guidato dall’ex governatore Arvind Kejriwal, in dichiarazioni di sola facciata a cui non sono mai seguiti atti sostanziali di inclusione delle persone sfollate.

La giustizia dei bulldozer ad oggi è pratica consolidata delle fazioni hindu-nazionaliste di governo e di massa. Nonostante le molte richieste di motivazione ed interpellanze delle opposizioni politiche, la pratica è del tutto sdoganata. Troppo impegnati a cercare alleati nell’Indo-Pacifico per contenere la Cina ed alla ricerca di condizioni di scambio favorevole con la quinta potenza economica mondiale, gli Stati occidentali restano indifferenti davanti al graduale smantellamento dell’India casa di tutte le religioni. Il secolarismo viene smantellato a colpi di bulldozer in quella che in molti chiamano ancora la più grande democrazia del mondo.

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