Poche e sintetiche premesse prima che procediate alla lettura di questo mio scritto:
– Ogni riferimento a fatti, luoghi, situazioni o persone è puramente casuale
– È un racconto fantasy, naturalmente, che mi è venuto così, una mattina, leggendo qua e là qualche giornale
– Se scorgete nel testo una punta di amarezza e di ironia o avvertite una sfumatura tagliente, direi che potete annoverarvi tra chi ancora è capace di un sorriso, benché appunto amaro
Detto questo eccomi qui con questo mio scritto.
Siamo nel Paese XXX.
Si dice che esista un sito misterioso dove poter trovare i numeri di serie e di lotto delle fiale con la cura sperimentale che sono state inoculate ad appartenenti ai vertici alla guida del Paese, a rappresentanti istituzionali e non solo, o, ancora, a tutti coloro che ricoprono incarichi strategici, con tanto di consenso informato; e lo stesso varebbe per gli ecclesiastici.
In quel Paese sono veramente tutti uguali.
Pensate che per questa iniziativa si sono rivolti addirittura al Garante della Privacy per sottoscrivere una liberatoria pur di dimostrare al popolo che hanno realmente dato il buon esempio. E il popolo sta facendo una raccolta firme per candidarli al Nobel per la Pace.
E’ l’ennesimo gesto d’amore e di trasparenza dedicato ai malfidati e agli ingrati.
Da veri condottieri hanno dato l’esempio e il corpo alla scienza.
Il potere spirituale e quello temporale in questa delicata fase storica stanno vivendo un idillio.
Nel Paese XXX hanno creato il governissimo al quadrato, la perfezione del pensiero unico, esattamente come accade in alcuni altri Paesi oggi alla ribalta della cronaca, con la differenza (del tutto marginale) che a XXX il potere secolare ha vinto su quello spirituale, mentre altrove è l’opposto.
Per favore non saltate sulla sedia per il paragone, leggetemi pazientemente.
A XXX hanno superato qualsiasi barriera del diritto, sono amministrati e guidati dai talebani laici dell’amore eterno. Oltre il PIL e la Statistica, oltre le religioni e le sperimentazioni, oltre ogni contratto sociale: finalmente ci sono loro che indicano la strada.
Le vie dell’emergenza a XXX poggiano sulla contingenza e mai sulla strategia: sono lastricate di DPCM e decreti legge e hanno obiettivi variabili e mobili.
Nel Paese XXX da marzo 2020 è stata completamente azzerata la Chiesa (consenziente e prostrata), da quando ha accettato di tenere chiusi i templi apparentemente in ossequio alle richieste secolari.
Un gesto con una profonda simbologia ed estremamente auto esplicativo: non c’è fede che tenga di fronte al malgoverno della sanità e all’inettitudine degli uomini.
I sacerdoti, in fuga dalle loro responsabilità morali, esattamente come tanti medici, confessavano per telefono, rintanati nelle canoniche, inventandosi l’estrema unzione virtuale come nei peggiori film di fantascienza.
Forse per questo le donazioni dei vivi sono un po’ calate, ma i lasciti…
A XXX non ci sono più i sacerdoti di una volta che magari torturavano gli eretici ma sfidavano la peste, la lebbra, la malaria e ne uscivano vincitori con il miglior placebo esistente: la Fede.
Ma si vuol mettere i virus di allora con quelli brevettati di oggi?
Questa generazione di sacerdoti ha inventato la vigile attesa religiosa laddove da secoli i templi erano un luogo da cui ripartire, un luogo in cui rifugiarsi.
Uomini di poca fede.
Da allora il sillogismo posto in essere, per recuperare credibilità (e forse soldi?) e visibilità è stato:
I1 – fare la cura sperimentale (i sacerdoti la chiamano vaccino) è un atto d’amore
I2 – il governo somministra il siero ai cittadini
S – il governo ama i cittadini
Ripartono le donazioni. E passa la paura.
A XXX un altro immenso atto d’amore concertato fra potere secolare e potere spirituale è il Green Pass.
Permette a tutti di crescere interiormente provando realmente l’emarginazione proprio come nella fattoria degli animali (ora abitata da criceti) in cui tutti gli animali sono uguali ma ce ne sono di più uguali.
Stanno provando quello che da occidentali ricchi e boriosi non credevano di dover mai provare, quello che provano i barboni quando d’inverno guardano dentro i ristoranti e aspettano che i camerieri buttino gli avanzi per recuperarli.
Sicuramente il profilo morale di quella società migliorerà.
Sicuramente impareranno un po’ di più ad accogliere e ascoltare (ma non tanto, perché passata la nottata tutto torna come prima).
E’ un immenso atto d’amore quello di aver concesso a ogni suddito di guardarsi allo specchio e capire realmente cosa volesse fare della propria vita ma, soprattutto, cosa gli altri avrebbero voluto che facesse della sua vita e riflettere sull’assurdità della cosa.
Nella storia dell’Umanità rare volte è stata concessa a un Popolo intero un’occasione del genere. Forse mai.
Ma appartenere a quel popolo, del Paese XXX, che annovera intellettuali, condottieri, strateghi, santi, scienziati, rivoluzionari (e mi devo fermare perché non basterebbero 100 pagine per elencare tutti i nomi di quegli illustri), non è da tutti.
Ovviamente i Popoli mal guidati scelgono la via più facile, quella che illude e non risolve, quella che tampona e ha effetti collaterali. Non si curano le cause, le inefficienze, le incompetenze, ma gli effetti.
Così tutto rimarrà invariato per il prossimo virus con la differenza (non banale), che la strada è stata già tracciata.
Noi nel Paese XXX, invece; perché là sono fortunati, le premesse per un innalzamento del profilo morale e sociale ci sono tutte.
Dopo un anno e più di spacconate mediatiche smentite quasi sempre dall’andamento statistico, hanno applicato il manuale della comunicazione d’emergenza sostituendo un politico con un tecnico.
Non è cosa banale: in emergenza le persone si fidano dei tecnici e NON dei politici. Quando gli scienziati opinionisti della domenica hanno fatto il loro tempo (finalmente), il passo cambia: ora hanno un tecnico che parla raramente (altro modo per avere la massima attenzione) che, però, capisce di medicina come io di astrofisica, e una guida “spirituale” che prende posizioni in materia di salute pubblica che hanno il valore di una chiacchiera al Bar dello Sport, dato che non ne può parlare “ex cathedra”.
Ma sono tutti atti d’amore che permettono alle persone finalmente di capire di che pasta sono fatte e fin dove possono sopportare e accettare.
Hanno una fortuna unica eppure continuano a lamentarsi di obblighi e restrizioni, invece di esplorare nuove strade, abbandonare i luoghi in cui tutto è visibile e prevedibile, creare alternative vere, tornare a essere umani e fantasticamente creativi.
Sono loro e solo loro i responsabili di tutto quello che accade, ogni tanto è bene che se lo ricordino.
Magari ascoltando la messa in tv e appuntandosi i punti salienti dell’omelia del presidente quando, dal pulpito, addita i peccatori seduti nei banchi in fondo.