DI TYLER DURDEN
zerohedge.com
Il presidente della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con la Cina, Reinhard Bütikofer, ha denunciato la Volkswagen per il suo rifiuto di confrontarsi con la Cina sul trattamento dei musulmani uiguri, secondo quanto scrive Politico.
Questa settimana, un gruppo di sindacati e organizzazioni non governative ha invitato grandi marchi come Nike, Adidas e Amazon a smettere di acquistare merci dallo Xinjiang.
Mentre gli Stati Uniti hanno già introdotto alcune sanzioni contro lo Xinjiang, Bütikofer si è lamentato del fatto che la Commissione europea stia ancora resistendo alla pressione delle lobby per prendere posizione. Tuttavia, ha riservato la sua più forte critica a Volkswagen, che ha una fabbrica nella capitale di Urumqi del Xinjiang. – Politico
“La Volkswagen … è una compagnia senza coscienza”, ha detto Bütikofer al Politico , aggiungendo che “società del genere sono complici nel sostenere l’inferno totalitario dello Xinjiang”.
Ha anche criticato la casa automobilistica tedesca perché “avrebbe ignorato l’oppressione del popolo uiguro nello Xinjiang”.
Drone footage out of #Xinjiang showing hundreds of handcuffed #Uyghurs being led on a train headed to who-knows-where.#Beijing‘s treatment of #China‘s Uyghur minority is straight out of the #Communist playbook.pic.twitter.com/WzOjT8ldzs
— Prof. Steve Hanke (@steve_hanke) July 18, 2020
In un’intervista alla BBC, il funzionario dell’UE ha criticato l’ex amministratore delegato della VW, Herbert Deiss, il quale aveva affermato di non essere a conoscenza dei famigerati campi di detenzione della Cina, aggiungendo poi “È tutt’altro che credibile, semplicemente non voleva fare dichiarazioni circa una sua presa di posizione“.
Bütikofer ha sostenuto che la società era stata riluttante a reagire ad un rapporto del 2020 dell’Australian Strategic Policy Institute che rivelava il trasferimento di massa di uiguri per costringerli a condizioni di lavoro forzato nelle fabbriche in Cina.
Il rapporto ha elencato la Volkswagen tra le “società che beneficiano direttamente o indirettamente dell’uso di lavoratori uiguri fuori dallo Xinjiang, attraverso programmi di trasferimento del lavoro potenzialmente abusivi”.
La Volkswagen ha respinto le accuse relative all’impianto di Urumqi e alle sue catene di approvvigionamento. – Politico
In una risposta via e-mail, la Volkswagen ha dichiarato al Politico “Non ci sono state notizie di violazioni dei diritti umani nello stabilimento di Urumqi”, aggiungendo poi che “non c’erano ulteriori indicazioni che il lavoro forzato degli uiguri facesse parte della catena di approvvigionamento del Volkswagen Group China o di sue unità.” Inoltre, VW afferma di aver istituito un sistema per garantire in qualche modo che i suoi fornitori diretti rispettino i diritti umani.
Bütikofer è uno dei firmatari di una lettera aperta inviata venerdì da oltre 70 deputati di diversi gruppi politici, che sollecitava il capo della politica estera europea Josep Borrell a chiedere l’intervento delle Nazioni Unite per fermare “violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani da parte del governo cinese contro le minoranze musulmane nella regione dello Xinjiang”. Giovedì, gli eurodeputati della Renew Europe hanno anche chiesto a Borrell di accelerare l’adozione di un sistema sanzionatorio per i trasgressori dei diritti umani.
“Il Parlamento è molto attivo, ma finora la Commissione non lo ha capito”, ha dichiarato Bütikofer, aggiungendo che la Commissione non dovrebbe “nascondersi dietro la scusa” di non avere un organo giuridico per agire.
“Esiste sempre l’opportunità di dare un nome alla vergogna. La violazione dei diritti umani fondamentali è così grave che non dovremmo accettare questa situazione come consueta”, ha affermato.
Le azioni dell’UE arrivano una settimana dopo che il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha aggiunto 11 società cinesi a una lista nera economica per il loro coinvolgimento nel maltrattamento dei musulmani uiguri nella regione occidentale dello Xinjiang.
Secondo Reuters, numerose aziende tessili e due ditte che conducono analisi genetiche “usate per favorire la repressione degli uiguri e di altre minoranze musulmane” sono state aggiunte all’elenco, spingendo la Cina ad accusare l’Occidente di calunnia.
E’ strano che improvvisamente gli Stati Uniti si preoccupino del trattamento da parte della Cina di oltre 1 milione di schiavi appartenenti a minoranze etniche, che vivono in gigantesche città di lavoro forzato, però gli Stati Uniti, ed ora anche l’Unione europea, sono ora entusiasti di tenere sulla graticola i piedi di Xi. Prima dell’amministrazione Trump, sembrava che al governo degli Stati Uniti non potesse importarne proprio nulla. Ora però ci sono 37 entità nella lista nera.
“Pechino promuove attivamente la pratica riprovevole del lavoro forzato e dei programmi abusivi di raccolta e analisi del DNA per reprimere i suoi cittadini”, ha dichiarato il segretario al commercio Wilbur Ross in una nota.
La Cina, nel frattempo, ha accusato l’amministrazione di Trump di diffamazione – con il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, che in una conferenza stampa di martedì avrebbe detto che la Cina ha adottato tutte le misure per proteggere i diritti delle sue compagnie.
Le società aggiunte alla lista nera includono Nanchang O-Film Tech, un fornitore per l’iPhone di Apple, che ha ospitato l’amministratore delegato di Apple Tim Cook nel dicembre 2017, secondo il sito Web di O-Film. È anche un fornitore di Amazon.com Inc. e Microsoft , secondo una lettera di aprile del Congresso.
L’elenco comprende due filiali del Beijing Genomics Institute (BGI), una società di genomica legata al governo cinese , ha affermato il senatore Marco Rubio. – Reuters
Il senatore Rubio ha affermato che le aggiunte alla lista nera “garantiranno che la tecnologia degli Stati Uniti non sostiene i crimini del Partito Comunista Cinese contro l’umanità e le gravi violazioni dei diritti umani contro gli Uiguri e altre minoranze nello Xinjiang, inclusa la raccolta forzata di DNA”.
Un’altra società sulla lista è KTK Group Co, che produce oltre 2.000 articoli per treni ad alta velocità “che vanno dall’elettronica ai sedili; e Tanyuan Technology Co, che assembla compositi di alluminio rinforzati e conduttivi con grafite ad alta temperatura”, secondo il rapporto.
La società ha dichiarato di non fare investimenti negli Stati Uniti, e di non fare affidamento sulla tecnologia statunitense, visto che le esportazioni statunitensi rappresentano meno dello 0,5% delle entrate del 2019.
C’è anche Changji Esquel Textile Company, che produce abbigliamento per Ralph Lauren, Tommy Hilfiger e Hugo Boss, è stata aggiunta all’elenco. La società ha chiesto a Ross di essere rimossa dalla lista nera, con il CEO John Cheh che afferma in una lettera “Esquel non usa e non userà mai il lavoro forzato”, aggiungendo “Ci opponiamo assolutamente e categoricamente al lavoro forzato”.
Come abbiamo notato la scorsa settimana, gli Uiguri vengono presumibilmente utilizzati anche come soggetti umani, benché riluttanti, nella ricerca genetica, come riporta Reuters :
Nella lista ci sono numerose aziende tessili e due aziende che il governo ha affermato che stavano conducendo analisi genetiche utilizzate per favorire la repressione degli uiguri e di altre minoranze musulmane.
Era il terzo gruppo di società e istituzioni con sede in Cina, aggiunto alla lista nera degli Stati Uniti, dopo due occasioni in cui l’amministrazione Trump aveva citato 37 aziende che si diceva fossero coinvolte nella repressione cinese dello Xinjiang.
“Pechino promuove attivamente la pratica riprovevole del lavoro forzato e dei programmi abusivi di raccolta e analisi del DNA, per reprimere i suoi cittadini”, ha dichiarato il segretario al commercio Wilbur Ross in una nota.
In un altro spaventoso esempio, si dice che una società raccolga in massa capelli umani da prigionieri uiguri da usare in prodotti per parrucche :
Nel listino vietato c’è anche Hetian Haolin Hair Accessories Co. Il 1 ° maggio, la protezione doganale e delle frontiere (CBP) degli Stati Uniti ha dichiarato che avrebbe bloccato le importazioni di prodotti per capelli dell’azienda, citando prove sul lavoro forzato utilizzato.
Il 1° luglio, la CBP ha sequestrato a Newark una spedizione di quasi 13 tonnellate di prodotti composti di capelli umani per un valore di oltre $ 800.000, che si dice abbiano avuto origine nello Xinjiang .
La notizia del New York Times è stata pubblicata proprio quando i filmati che riprendevano i musulmani cinesi legati e bendati che venivano caricati sui vagoni del treno, erano diventati virali.
#Marr asks Chinese ambassador to the UK Liu Xiaoming to explain footage from China of handcuffed and blindfolded detained peoplehttps://t.co/PkjcTsClEX pic.twitter.com/RSbrSaOAPT
— BBC Politics (@BBCPolitics) July 19, 2020
28.07.2020
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte da Rosanna