Con l’obiettivo di presentare le lotte e le organizzazioni protagoniste di questo percorso, lanciamo questa rubrica curata dall’Associazione Ya Basta! Êdî Bese! pubblicando alcune interviste raccolte durante la carovana “México Profundo” dello scorso agosto. Intendiamo così iniziare un percorso di approfondimento e avvicinamento alla carovana “El Sur Resiste”, alla quale parteciperà anche una delegazione dell’Associazione Ya basta! Êdî bese! e dei Centri Sociali del Nordest.
Il Messico sta subendo una delle aggressioni capitaliste più violente della sua storia. Il controllo delle risorse e dei territori è al centro della disputa tra poteri formali ed economie illegali, fin dalla decisione dell’ex presidente Calderón di iniziare la cosiddetta “guerra al narco”. Tale disputa, che vede Stato ed Esercito alleati o nemici del cartello di turno in base a calcoli ed equilibri politici, riversa le sue drammatiche conseguenze sulla popolazione e le comunità indigene resistenti che non si rassegnano a vivere nella violenza, in un sistema che giorno dopo giorno sta togliendo il sostentamento a chi vive dei frutti della terra.
Il governo “progressista” di AMLO, nonostante l’immagine patinata di pacificazione sociale e di strenuo difensore delle culture indigene sta proseguendo nel cammino intrapreso dalle precedenti amministrazioni e attraverso la militarizzazione sta imponendo una serie di grandi opere inutili e dannose ai territori, che una volta ultimate provocherebbero trasformazioni così gravi da rendere irriconoscibile la natura incontaminata di questo luoghi e stravolgendo il loro equilibrio sociale.
Stiamo parlando del mal chiamato Tren Maya, del Proyecto Integral Morelos, del Corredor Interoceanico, tutti progetti faraonici su cui il governo punta con determinazione al punto di concedere ai militari la gestione diretta dei cantieri, in cui oltre alla sicurezza si occupano anche della costruzione con imprese proprie e avranno diritto a una quota degli introiti futuri delle opere.
Contro questi progetti di morte e di controllo dei territori e delle risorse e per un’alternativa di vita sono centinaia le comunità indigene in mobilitazione permanente con l’obiettivo di difendere non solo i propri territori ma anche la propria stessa esistenza. Comunità di lotta del sud-est messicano che stanno mettendo in rete le proprie lotte e le proprie resistenze in vista di una grande carovana nella primavera del 2023, dal nome “El Sur Resiste”.