Di Katia Migliore per ComeDonChisciotte.org
Bergoglio ci ha lasciati, ora è sottoposto al Giudizio di Dio.
Nei giorni di questa Pasqua, che è passaggio, morte e Resurrezione di Cristo, quest’uomo controverso, seduto dal 13 marzo 2013 sul soglio pontificio, ha lasciato tutti sorpresi e attoniti.
Lo avevamo visto ieri con il vicepresidente degli USA, tutto sommato abbastanza sorridente, a differenza di altri incontri passati con altri leaders politici, nei confronti dei quali non nascose il suo totale disappunto perché erano appartenenti a una parte politica che, in tutta evidenza, non gli piaceva.
Gesuita, ha rappresentato una eccezione nella tradizione dell’elezione dei Papi del passato. E anche il suo nome, che voleva richiamare il fraticello povero di Assisi, è stato un segnale preciso di rottura con la tradizione. Aveva rifiutato di dormire nelle stanze dell’appartamento papale, convinto che la scelta pauperistica sarebbe stata più in linea con il suo messaggio apostolico.
Promulgatore del dialogo interreligioso, proseguì nel cammino tracciato dai suoi predecessori, firmando un documento che chiamo alla contestazione tutti i cattolici tradizionalisti e conservatori. Con il documento di Abu Dhabi del 2019 “SULLA FRATELLANZA UMANA PER LA PACE MONDIALE E LA CONVIVENZA COMUNE”, Bergoglio fece un atto di totale smantellamento della prerogativa cristiana, mettendo sullo stesso piano tutte le religioni tra loro, negando l’importanza dell’apostolato e della predicazione dei Vangeli. La conoscenza degli altri, con la finalità di disconoscere sé stessi, verrebbe da dire leggendo l’introduzione al documento:
In nome di Dio e di tutto questo, Al-Azhar al-Sharif – con i musulmani d’Oriente e d’Occidente –, insieme alla Chiesa Cattolica – con i cattolici d’Oriente e d’Occidente –, dichiarano di adottare la cultura del dialogo come via; la collaborazione comune come condotta; la conoscenza reciproca come metodo e criterio.
Per non parlare delle assonanze con l’ideale massonico, evidenziate persino in grandeoriente.it:
Nella sua ultima enciclica “Fratelli tutti”, pubblicata il 3 ottobre, Papa Francesco ha espresso apertis verbis in chiave assolutamente inedita un’idea di fratellanza universale, come legame che unisce tutti gli esseri umani, al di là della loro fede, ideologia, colore della pelle, estrazione sociale, lingua, cultura e nazione. Si tratta di un pensiero che è vicino agli ideali che costituiscono fin dalle origini le fondamenta stesse della Massoneria.
Il giudizio sull’operato di Bergoglio è severo da parte di molti cattolici, perché tante delle sue decisioni sembrarono più miranti a cancellare le consuetudini consolidate del rito cristiano, nell’ottica di uno smaccato relativismo.
Molte sono state, dicevamo, le scelte discutibili. A partire dalla sua infausta decisione nel 2014 di inserire un idolo pagano nella Basilica fondata sulla tomba di Pietro.
Alla luce della Rivelazione Divina, contenuta nella Parola di Dio, nella Tradizione della Chiesa e nel Magistero, la questione è molto semplice: fabbricare idoli da adorare è un peccato gravissimo. Prostrarsi difronte agli idoli è idolatria. Fare loro offerte, sacrifici, portarli in trionfo, porli su un trono, incoronarli, bruciare loro incenso, rappresenta un evidente culto idolatrico gravemente immorale. Metterli su altari o all’interno di chiese consacrate per venerarli costituisce una vera e propria profanazione. (culturacattolica.it)
E nel 2022, in Canada, in un rito sciamanico aveva indossato il classico copricapo indiano di piume, scatenando la reazione di moltissimi cattolici.
Che differenza c’è tra le piume sulla testa e i copricapi che usano gli officiali dei nostri dicasteri?”
Aveva chiesto retoricamente il Capo della Chiesa con sorprendente (finta?) ingenuità.
Un Papa politico, e piuttosto allineato, su questo non c’è dubbio. E particolarmente attento a smantellare, pezzo per pezzo, i fondamenti della Chiesa cattolica. La statua di Martin Lutero in Vaticano, ha rappresentato, non meno degli idoli pagani, uno sfregio anche alla Storia e al Concilio di Trento, oltre che ai cattolici praticanti.
Le sue encicliche hanno destato polemiche potentissime: accusato di aprire le porte alla sodomia e alla fornicazione (Fiducia Supplicans e Amoris Letitia) e di combattere la Messa tradizionale (Traditionis Custodes), è stato spesso chiamato anti-Papa, soprattutto a causa di certe sue dichiarazioni a dir poco destabilizzanti per tutti i cattolici. Un esempio, lo scalpore che fecero le dichiarazioni di Eugenio Scalfari del 2019.
Qualche giorno fa Eugenio Scalfari ha pubblicato sul quotidiano da lui fondato, «Repubblica», una nota in cui, parlando dei suoi colloqui con papa Francesco, ha “rivelato” che il pontefice, quando si intrattiene con lui «con la massima confidenza culturale», non ha difficoltà a spiegare che egli «concepisce il Cristo come Gesù di Nazareth, uomo, non Dio incarnato. Una volta incarnato, Gesù cessa di essere un Dio e diventa fino alla sua morte sulla croce un uomo».
Gli equivoci di Scalfari sulle posizioni di papa Bergoglio in realtà risalgono ancora più indietro nel tempo, all’inizio del suo pontificato. Senza pretendere, questa volta, di riferire una conversazione privata, ma basandosi sui documenti e i discorsi di Francesco, il giornalista sosteneva che Francesco è un pontefice «rivoluzionario», perché «ha abolito il peccato». E lo fa, spiegava, «servendosi di due strumenti: identificando il Dio cristiano rivelato da Cristo con l’amore, la misericordia e il perdono. E poi attribuendo alla persona umana piena libertà di coscienza».
Uomo che si definiva umile attraverso gli atti che tanto piacevano alle élites del mondo, anche questo era Bergoglio, che si potrebbe dire non avesse il senso del sacro che noi ci aspetteremmo dal Capo della Chiesa Cattolica..
Al limite della mancanza di Fede apparvero anche quelle dichiarazioni sul clima, stile Greta Thumberg. A sposare le tesi delle classi dominanti mondialiste, era in effetti sempre pronto.
Stiamo a fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica”.
E come dimenticare la clamorosa decisione, sotto dittatura covid, della chiusura delle Chiese? Così titolava un importante quotidiano nazionale nel marzo del 2020:
Chiese chiuse, niente messa, vietati ritiri e pellegrinaggi: la Chiesa in stato di guerra per il Coronavirus
Limitazioni rigide dalla Cei per il rischio contagio di Covid-19. Il Vicariato di Roma sospende ogni attività pastorale. La Santa Sede: «Allo studio misure in coordinamento con quelle delle autorità italiane». Si teme per la Pasqua. (lastampa.it)
Quali immagini più devastanti, più simbolicamente mancanti di Fede ci sono state rispetto a quella di un Bergoglio in piena solitudine in Piazza San Pietro?
In quante Chiese non fu permesso entrare senza mascherina? La Chiesa bergogliana sposò la narrazione del terrore dei media. Dio era sparito, mentre si chiudevano le porte in faccia ai fedeli che non avevano accettato mascherine e vaccinazioni.
In compenso, è stato sempre tema ricorrente del papato bergogliano quello dell’apertura di porte e confini ai clandestini, o, se preferite, ai migranti.
Nessuno sia escluso dalla società: lo ripete il Papa all’Angelus poi inaugura e benedice in Piazza San Pietro il monumento al Migrante, “Angel Unwares”, perché ricordi a tutti la sfida evangelica dell’accoglienza.
Ora Josè Maria Bergoglio è nella Casa del Padre, sottoposto al Suo giudizio. E noi preghiamo per la sua anima.
Per il futuro, ciò che resta a noi è la speranza di un ritorno a un figura di Papa che dimostri, per lo meno, di credere in Dio.
Di Katia Migliore per ComeDonChisciotte.org
21.04.2025