Dopo poche settimane dal decreto dei ministri che ufficialmente vietava l’ingresso delle navi da crociera in laguna, oggi la MSC Opera attraversa il canale della Giudecca.
La prima nave a sfidare il decreto: una nave da 92mila tonnellate che già secondo il decreto Clini-Passera del 2012 non sarebbe potuta entrare in laguna.
Il problema – cronico nella storia delle infrastrutture di questo Paese – sta nell’assenza di alternative pronte. Non c’è una soluzione temporanea che tenga le navi lontane da Venezia e quindi si continua come se nulla fosse cambiato.
Di cambiamenti invece ce ne sono stati: in 9 anni, il Comitato No Grandi Navi ha portato in piazza migliaia di persone, ha organizzato un referendum popolare che ha evidenziato la contrarietà della popolazione all’ingresso di questi mostri galleggianti, ha prodotto perizie e valutazioni tecniche, ha proposto alternative e tavoli di confronto. In 9 anni, il Comitato è riuscito a mostrare al mondo i danni che il crocierismo ha causato a Venezia: danni ambientali e sociali.
Il peggioramento della qualità dell’aria, l’erosione dei fondali, l’alterazione dell’ecosistema lagunare, fanno il paio con flussi soffocanti di turismo mordi e fuggi, con milioni di persone che ogni anno attraversano una città che conta sempre meno residenti. Flussi che hanno alterato ed edulcorato il mercato del lavoro, rendendo impossibile trovarne uno al di fuori del settore turistico, che hanno modificato l’assetto urbano, riempiendo la città di negozi e attività del tutto inutili alla popolazione residente, che hanno cambiato il mercato immobiliare facendo schizzare alle stelle i prezzi degli affitti.
Un anno di pandemia ha dimostrato l’insostenibilità di questo modello di sviluppo cittadino: è bastato sospendere la mobilità per vedere calli deserte, saracinesche abbassate, palazzi vuoti.
Per tutti questi motivi il Comitato oggi ha lanciato una grandissima tavolata alle Zattere, luogo simbolo delle manifestazioni No Navi. Una tavolata per la città, per la popolazione. Una tavolata che dimostri un modo diverso di stare insieme, che antepone la salute e la tutela dell’ambiente ai profitti.
Dopo la comunicazione della partenza delle MSC Orchestra alle 17:00, è appena arrivata notizia dell’accelerazione delle procedure di imbarco. Come al suo arrivo, che è avvenuto alle 5:37 di giovedì mattina, quando ancora la città dormiva e non poteva reagire con rabbia a quest’arroganza, a questa violenza, oggi di nuovo si provano a cambiare le carte in tavola, a cogliere impreparata la città.
Il comitato ha però diffuso la notizia e subito è arrivato un corteo acque di piccole imbarcazioni, le imbarcazioni che appartengono alla tradizione e alle dimensioni di Venezia, mentre la riva inizia a riempirsi.
Poco dopo, con un’ora di anticipo rispetto a quanto precedentemente previsto, la MSC Orchestra ha attraversato il canale scortata da cinque rimorchiatori. Una flotta di piccole barche l’ha accolta insieme a una riva piena di persone con fischi, cori e grida di rabbia per un sistema che uccide i territori, devasta l’ambiente, monopolizza l’economia e soffoca Venezia.