No Tav: in diecimila assediano i Mulini

Il corteo partito da Venaus si è diviso per raggiungere San Didero e il presidio ai mulini in Val Clarea. Migliaia di persone si sono unite alla manifestazione, decise in questa giornata di lotta nell’opporsi con i propri corpi alla costruzione della TAV. I manifestanti ai mulini hanno aperto con determinazione il cantiere abbattendo i jersey, mentre a San Didero si è svolta una sonora battitura. La risposta repressiva della polizia è stata veloce e importante, con un fitto lancio di lacrimogeni che però non ha impedito ai manifestanti di raggiungere l’obiettivo. Il comunicato su Notav.info.

Questa mattina (ieri, ndr) 10000 persone sono partite da Venaus per raggiungere i cantieri della devastazione.
Diecimila giovani e giovanissimi ma anche anziani. Come tradizione del Movimento No Tav le grandi occasioni sono attraversate da tutti e tutte coloro che hanno a cuore la difesa della propria terra e vogliono opporsi alla mitarizzazione e all’occupazione da parte di chi legittima la realizzazione di opere mortifere ed ecocide.
Moltissimi e moltissime giovani che hanno preso parte al Movimento in solidarietà alla Palestina, hanno partecipato oggi (ieri, ndr) alla marcia per lottare anche qui per la liberazione dei popoli e dei territori.
Il popolo no tav oggi (ieri, ndr) ha dimostrato dignità e determinazione riprendendosi i luoghi simbolo della resistenza in Valsusa.
Un parte del corteo partito da Venaus ha raggiunto il cantiere di San Didero superando i jersey posti sulla statale e arrivati al fortino uno striscione in solidarietà alla Palestina è stato srotolato sul cancello del cantiere accompagnato da una sonora battitura.
Dopodiché, sotto il getto dell’idrante metri di concertina sono stati divelti e il cantiere è stato circondato da più punti.
La marcia che si è diretta verso il presidio dei Mulini è riuscita a raggiungerlo da diversi lati:
molti e molte No Tav hanno proseguito sul sentiero gallo romano arrivando al primo sbarramento posto dalle forze dell’ordine sulla strada, riuscendo ad abbatterlo e ad oltrepassarlo, occupando una parte di carreggiata dell’A32 all’altezza dello svincolo danneggiando alcuni mezzi di lavoro dell’autostrada.
Chi invece ha intrapreso i sentieri della Val Clarea, è riuscito a raggiungere e riprendersi il Presidio dei Mulini circondando il cantiere di Chiomonte da più lati. Qui, a ritmo dei fuochi d’artificio, nonostante un fitto lancio di lacrimogeni, i jersey sono stati abbattuti e le reti tagliate, invadendo così il cantiere dove sono stati messi fuori uso diversi mezzi e macchinari utili alla devastazione. Da qui sventolavano la bandiera palestinese e No Tav.
Si parte e si torna insieme per il Movimento No Tav non è solo uno slogan e infatti la marcia ha ripreso i sentieri lasciando dietro di sé un importante segnale contro la devastazione del territorio e chi la mette in atto. La forza del movimento scandisce il passo, continua ad essere sorprendente in barba ai continui attacchi della questura e prefettura scrivendo la parte giusta della storia!

Avanti No Tav!

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