Quella di oggi a Padova non è stata la prima manifestazione contro la guerra, da quando la Russia ha invaso l’Ucraina. È stata però la prima che non ha lasciato spazio alle ambiguità: disarmo, rifiuto di ogni forma di guerra, «dispositivo attorno al quale si coagula tutta la brutalità del capitalismo», contrarietà alla Russia e alla sua politica estera e interna estremamente aggressiva, alla NATO e al suo retaggio espansionista e coloniale, all’estrattivismo che è la causa principale di questo conflitto, da molti definito «una vera e propria guerra climatica». E ancora «contro i nazionalismi, vecchi e nuovi, solidarietà ai civili in fuga dall’Ucraina, corridoi umanitari, libertà di movimento per tutte le persone del mondo, che fuggono da guerre, miseria, crisi climatica, o semplicemente per il desiderio di un presente e futuro migliore».
L’appello lanciato da Pedro, Adl Cobas, Quadrato Meticcio e Polisportiva San Precario è stato accolto da decine di realtà cittadine, che hanno aderito e partecipato. Ma a partecipare è stata soprattutto quella Padova solidale e inclusiva che non è mai mancata all’appello nei momenti importanti. Piazza Antenore – luogo del concentramento – non è riuscita a contenere le oltre mille persone che hanno scelto di prendere parte a una manifestazione con contenuti politici molto chiari. «Lo diciamo senza alcuna ambiguità: quello che sta accedendo in Ucraina ha delle corresponsabilità chiare» dice un attivista nell’intervento d’apertura, «da un lato l’invasione russa, che mette in luce le politiche neo-imperiali di Putin che da anni vede nell’Ucraina un territorio strategico per il controllo egemonico di risorse energetiche e gasdotti. Dall’altro c’è la NATO, un’alleanza militare nata e cresciuta per controllare il mondo attraverso la guerra e l’espansionismo, come dimostrato nel continuo allargamento a est avvenuto negli ultimi decenni».
I vari interventi hanno sottolineato la contrarietà alla guerra e alla gestione che le grandi potenze mondiali stanno attuando.
L’intervento di Adl Cobas, tra le altre cose, ha sottolineato quanto questa guerra sia determinata da sete di potere e interessi economici. Una guerra generata da un nazionalismo che crea razzismo e marginalizzazione.
San Precario e Quadrato Meticcio ha messo in risalto la situazione degli sportivi ucraini e russi e di come la questione del potere e degli interessi economici sia strettamente collegata, lo è l’esempio di Gasprom Mainaponsor di UEFA.
Tra gli interventi anche Friday For Future, che pone il suo accento su quello che appare chiaramente come il tema cardine di questa guerra: «il controllo dell’Ucraina garantisce il controllo delle pipeline dirette verso l’Europa Occidentale: per questo assistiamo a una guerra, forse la prima, che si inserisce chiaramente nel campo di battaglia globale legato alla crisi climatica e alla cosiddetta “transizione energetica”. La ricaduta di questo scenario la vediamo già ora: Draghi e le istituzioni europee hanno già annunciato che il prezzo da pagare per questa guerra sarà il riutilizzo di centrali a carbone e di nuove trivellazioni per sopperire alle carenze di gas, ridando nuova linfa all’estrattivismo fossile».
Grande solidarietà è stata data in più interventi agli e alle attiviste russe che in questi giorni si sono mobilitati contro quest’invasione e che hanno avuto come risposta arresti di massa e repressione poliziesca: «a loro voce è in movimento e ci raggiunge e noi, in movimento, la porteremo a partire da questa piazza che non ci contiene più per portarla in tutte le strade e le piazze di Padova gridando a gran voce che vogliamo estirpare la guerra dalla storia e continueremo a lottare ogni giorno per un altro mondo possibile!».
Il corteo dopo aver attraversato il centro storico si è fermato davanti al palazzo comunale.