Ora sono 500 i negozi Starbucks sindacalizzati negli Stati Uniti

Mentre gli Stati Uniti stanno attraversando una delle giornate più delicate della loro storia politica, le lotte sindacali ci parlano di un Paese in cui la questione di classe è viva e va oltre le scadenze elettorali. Dal dicembre 2021 a Buffalo, nello Stato di New York, all’ottobre 2024 a Bellingham, nello stato di Washington sul Pacifico, la campagna di sindacalizzazione delle caffetterie statunitensi di Starbucks ha raggiunto un primo grande risultato: 500 negozi, con un totale di 11.000 lavoratori, hanno votato sede per sede (così come impone la legge del lavoro degli USA) per affiliarsi a Starbucks Workers United (SBWU).

Una foto di baristi neo-arrivati nel Sindacato che issano 3 palloncini formanti la cifra 500 è stata accompagnata dalle congratulazioni delle due grandi Confederazioni degli USA (AFL-CIO e Strategic Organizing Center), dalla Federazione del Lavoro di Chicago, dal Consiglio comunale del Lavoro di New York, da molte sezioni locali di vari Sindacati.

SBWU ha condotto dal 2021 scioperi in quasi 200 punti vendita per oltre 450 giorni totali per convincere l’azienda a trattare un contratto collettivo di lavoro che, come anzidetto, dev’essere di singola unità produttiva. Ma l’azienda ha contrapposto repressione, ritorsioni, chiusure di negozi sindacalizzati e dilazioni della trattativa.

il 17 novembre 2022, la “Red Cup Rebellion” è stata indetta in 105 negozi in occasione dell’offerta aziendale “Red Cup Day” di Starbucks. Uno dei più grandi giorni di vendite, in cui  è regalata una tazza rossa riutilizzabile. Davanti a molti negozi, i lavoratori in lotta sono stati raggiunti quel giorno sulla linea di picchetto dai sostenitori del Sindacato. Così è avvenuto anche alle fermate del bus del Sindacato che ha girato per gli USA.

Un altro grande sciopero, il 22 marzo 2023, si è materializzato quando 117 sedi sindacali hanno partecipato ad un “One Day Longer, One Day Stronger” in occasione delle dimissioni dell’amministratore delegato ad interim Howard Schultz, prima della sua audizione alla commissione per salute, istruzione, lavoro e pensioni del Senato, presieduta da Bernie Sanders, in merito al suo comportamento antisindacale. Schultz si è fatto attendere per mesi a quell’audizione senatoriale, fino ad esserne costretto da un’intimazione a comparire, quando ha fatto una figura barbina (visibile su YouTube).

Schultz, fondatore di Starbucks, declamava un tempo appartenenze progressiste: avrebbe potuto diventare Ministro del lavoro se Hillary Clinton avesse vinto le presidenziali del 2016 contro Trump. Considera il Sindacato come un affronto personale per un “benefattore” con lui, che decide, quando, a chi e se, dare delle elargizioni (coperture sanitarie, retribuzioni più alte del minimo, contributi alle tasse universitarie) solo a chi è un ossequiente partner (il termine con cui l’azienda definisce i “propri” dipendenti). Per un certo periodo, tutte queste concessioni sono state riservate solo ai negozi non sindacalizzati.

 Agli uffici regionali del National Labor Relations Board – NLRB (l’agenzia federale sui diritti del Lavoro, con la direzione dal 2020 nominata da Biden) sono stati sottoposti quasi 700 casi di “pratica del lavoro sleale” (in sostanza, discriminazione antisindacale) rivolte contro Starbucks in 39 Stati degli USA.

In questi giorni, Schultz, ora solo più Presidente onorario, ha ricevuto anche una (ennesima) diffida  per avere nel 2022 infranto la legge federale sul lavoro, dicendo irritato ad un barista della California, che avava sollevato la necessità della sindacalizzazione in un suo comizio, che “se non sei felice di Starbucks, puoi andare a lavorare per un’altra azienda”. La dichiarazione pubblica di Schultz è stata giudicata dal NLRB una minaccia illegale e coercitiva.

La multinazionale Starbucks ha 34.000 negozi in 83 Stati del mondo. E’ stata ripetutamente accusata negli Stati Uniti di comportamenti antisindacali: licenziamenti di organizzatori sindacali, chiusura di negozi in cui la maggioranza dei baristi aveva aderito a SBWU, obbligo di partecipazione a riunioni in cui s’invitava a non tesserarsi tenute da aziende specializzate, e pagate profumatamente, per fare Union busting (contrasto del Sindacato).

Il caso più conosciuto di repressione è quello dei cosiddetti “Memphis 7”, i dipendenti licenziati nel febbraio 2022 nel Tennessee, uno Stato del Sud degli USA in cui il Sindacato, ma anche i diritti civili, è debole e ostacolato in tutte le forme possibili dal padronato e dalle Istituzioni locali, Starbucks ha speso migliaia di dollari per fare appello alla Corte Suprema contro il pronunciamento di reintegro dei Sette stabilito dal NLRB nell’agosto 2022. Le motivazioni della sentenza, sfavorevole ai lavoratori e ancora da eseguire, hanno reso molto più difficile la protezione legale di chi si avventura a costituire un Sindacato nel proprio posto di lavoro.

Lo stesso NLRB ha ordinato a Starbucks di desistere dalla minaccia di licenziare i dipendenti per attività sindacalizzanti, gli ha più volte richiesto di esporre un avviso sui diritti dei lavoratori in tutti i suoi negozi e, il mese scorso, ha intimato all’azienda che non può vietare di apporsi sul bavero dell’indumento di lavoro spille del Sindacato.

Non si può dimenticare che Starbucks aveva attaccato e denunciato nell’ottobre 2023 il Sindacato SBWU per il sostegno al popolo palestinese e ciò gli si era rivoltato contro, comportando l’inizio di un boicottaggio delle caffetterie in molte città del Medio Oriente. Boicottaggio che è stato praticato anche in alcuni campus universitari.

ll diritto del lavoro degli Stati Uniti è assai debole: il licenziamento nella maggior parte dei posti di lavoro non prevede una giusta causa. Anche se con evidenza è stato fatto per ritorsione all’attività sindacale, il ricorso al NLRB richiede anni per ottenere al massimo la retribuzione perduta e non prevede multe al padrone che ha violato la legge. Il NLRB, più in generale, ha cercato d’introdurre una norma che, nel caso di violazioni padronali della legge sul lavoro che abbiano influenzato l’esito di un’elezione sindacale (che deve ottenere più del 50% del voto degli addetti), prevede la legittimazione automatica del Sindacato in azienda.

Le forti critiche da parte del padronato sul ruolo assunto dal NLRB, che poi sarebbe quello per cui è stato istituito negli anni ’30 durante il New Deal, sono state replicate da Trump nell’ambito di una sua promessa di ridurre o eliminare il ruolo di tutte le agenzie federali che limitano in parte il ruolo del Presidente e il potere assoluto delle imprese. Sull’argomento, si è proposta per un ruolo di governo per un futuro “Ministero dell’Efficienza” dell’amministrazione trumpiana, prima del suo progetto di colonizzare Marte, la persona più ricca del mondo, il proprietario di Tesla, X (ex Twitter) e SpaceX, Egon Musk.

Tornando al 500esimo negozio Starbucks sindacalizzato negli USA, un portavoce della società ha, forse per la prima volta, affermato che “rispettiamo i diritti dei nostri partner di avere una scelta sul tema dei sindacati” e “siamo orgogliosi dei progressi che abbiamo fatto sulla contrattazione e ci impegniamo a continuare a lavorare insieme per raggiungere i nostri obiettivi condivisi”. Peccato però che da aprile, quando con una svolta imprevista, trattative sono iniziate col Sindacato SEIU dei servizi e con SBWU, a cui esso aderisce, nessun accordo sia stato raggiunto. L’obiettivo sindacale è di fissare una base per i contratti collettivi che dovrebbero poi essere stipulati in sede di singolo negozio, alcuni con pochi addetti.

Se e quando tale “accordo quadro” sarà raggiunto, sarà da valutare se esso porterà concreti miglioramenti delle condizioni di lavoro nelle caffetterie e se ad essi dovrà essere sacrificata la radicalità delle giovani e dei giovani organizzatori sindacali di base, che da tre anni stanno affrontando una delle più squallide campagne contro i diritti collettivi del lavoro negli Stati Uniti. 

Fonti principali:

https://sbworkersunited.org/

M.Sainato, ‘You can’t beat us’: Starbucks workers to strike in ‘Red Cup Rebellion’, The Guardian, 15.11.2023

J.Corbett, Starbucks Workers Win Union at 500th US Shop, Common Dreams, 1.10.2024

K.Burt, 500 Starbucks locations have voted to unionize as labor talks continue, CNBC, 1.10.2024 

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