Marcello Pamio – 15 luglio 2023
Dal 1971 con gli accordi di Bretton Woods l’oro ha avuto un rendimento medio annuo intorno al 10%.
Per esempio nel 2004 la quotazione era di 10mila euro/kg, nel 2023 è di 56mila euro/kg! Fate due conti!
L’oro riesce a dare il meglio di sé durante i periodi di crisi, come il caso di Black Monday o la crisi finanziaria del 2008-2009, quando tutto è crollato ad eccezione del metallo nobile.
Quando infatti i mercati finanziari entrano in crisi la solidità dell’oro come bene rifugio spinge gli investitori a spostare le loro attenzioni dai titoli rischiosi al metallo giallo.
Non a caso si parla di “bene rifugio”, cioè l’investimento che, nonostante i momenti di incertezza economica, instabilità politica o inflazione elevata, conserva il proprio valore nel tempo. A pieno titolo l’oro, da sempre è considerato il bene rifugio per eccellenza.
Quali sono le forme migliori di investimento? No alla carta da culo degli ETF, ma solo oro fisico sotto forma di lingotti e monete (Sterlina, Marengo o Kruggerad).
Negli ultimi dieci anni i piccoli lingotti e le monete hanno rappresentato il 27% della domanda globale di oro. Ci sarà un motivo, o no?
Ad accumulare lingotti sono soprattutto Russia e Cina. A livello mondiale è la Cina il più grande produttore al mondo di oro, poi c’è l’Australia seguita da Russia, Stati Uniti e Canada.
Cina e India assieme consumano il 50% della domanda mondiale di oro. Eh già, la Cina oltre ad essere il primo produttore di oro al mondo è anche il più grande consumatore.
PS: certamente tenere i soldi in banca oltre a non avere senso, è molto più rischioso!
Disinformazione.it