Patologie neurologiche: la soluzione esiste, ma…

di Gianluca Cosentino

Ormai lo sappiamo: nel mondo della medicina, ogni volta che qualcuno di intraprendente cerca soluzioni fuori dallo schema legato alla vendita di farmaci, viene subito messo all’angolo, sia come professionista che addirittura come persona. Tutti noi ricordiamo l’impegno e l’intraprendenza del dott. Giuseppe De Donno con il plasma iperimmune, ma dimentichiamo facilmente tutte le ripicche che politici, comunità scientifica e istituzioni hanno messo in atto nei suoi confronti, portandolo ad un gesto estremo e tutto questo con l’appoggio – se non l’istigazione – dei cosiddetti “professionisti dell’informazione”.

Abbiamo visto lo stesso trattamento sul Metodo Di Bella ai tempi di Rosy Bindi, sul Metodo Stamina ai tempi di Beatrice Lorenzin e molti altri casi analoghi in giro per il mondo.

Quando si parla di curare è come se si attivassero immediatamente degli allarmi antifurto.

Oggi vorrei parlarvi di uno studio pubblicato da parte di un team di neuroscienziati della EPFL di Losanna con a capo la Prof.ssa Jocelyne Bloch, che già dal 2009 ha iniziato a lavorare su una terapia basata su cellule staminali prelevate dagli stessi pazienti per poi essere iniettate nelle zone di interesse. In sostanza un autotrapianto.

I risultati sui macachi sono molto promettenti: si sono registrate riparazioni del sistema nervoso centrale e potrebbe essere un approccio su pazienti colpiti da ictus cerebrali, traumi cerebrali, lesioni del midollo spinale, Morbo di Parkinson e altre patologie legate al sistema nervoso centrale.

A questo punto, vi starete chiedendo: “Fantastico, cosa impedisce di portare queste terapie sull’uomo?” Tutti noi in maniera diretta o indiretta abbiamo visto a cosa si va incontro quando si vive una tragedia legata ad una patologie neurologica.

Sappiate che questa stessa domanda è stata posta alla fine di una conferenza TED di Ginevra del 2016 dal conduttore alla Bloch, e la risposta è stata: “Gli enti regolatori”. Lo potete vedere nel video pubblicato qui di seguito.

(Usate la rotella per attivare i sottotitoli in italiano)

Si, perché quando si propone qualcosa fuori dagli schemi, bisogna dimostrare in tutti i modi possibili e immaginabili che queste terapie funzionano, attraverso gruppi di controllo, studi in doppio cieco, gruppi multicentrici e molto altro, oltre che a una quantità esorbitante di procedure burocratiche che rendono praticamente impossibile anche solo l’avvio di tali sperimentazioni.

Peccato che lo stesso iter non sia stato applicato su un vaccino di ormai evidente dubbia efficacia, rendendolo inoltre obbligatorio a tappeto e sotto la propria responsabilità.

Si, ma quella era un’emergenza! – dirà qualcuno.

Quindi una persona che vive in uno stato vegetativo può attendere?

Ancora più paradossale è che si discuta molto di eutanasia per questi pazienti e si portino avanti battaglie politiche e referendum, ma guai per chi prova a chiedere un approccio innovativo, pur sapendo che si tratta anche solo di un tentativo che nel peggiore delle ipotesi non cambia la situazione terribile che già si vive.

Dopo quella conferenza la Prof.ssa Bloch ha intrapreso un’altra strada che prevede approcci alle stesse patologie, ma attraverso l’utilizzo di dispositivi medici come elettrostimolatori e neuroprotesi prodotti da note aziende farmaceutiche e probabilmente non avranno gli stessi ostacoli da lei presentati nel 2016 su un approccio democratico e senza farmaci, esattamente come quello del Dott. De Donno.

Gianluca Cosentino

Note dell’autore: Qui il link dove la Bloch è ospite insieme a Gregoire Courtine (responsabile del progetto di Brain Machine Interface dell’EPFL Losanna) su Rai uno
https://youtu.be/ieWO6fO9vZ4

Qui invece un altro video di Al Jazeera sulle sperimentazioni fatte
https://youtu.be/OWNZ5axNadk

Qui infine lo studio pubblicato su nature di quest’anno con gli aggiornamenti sui dispositivi di neuromodulazione.
https://www.nature.com/articles/s41591-021-01663-5

Notare che queste sperimentazioni legate ai dispositivi medici, sono avvenute subito dopo la conferenza legata alle cellule auto trapiantate.

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