Ricordo che a fine anni Ottanta una delle cose che mi colpì di più nei miei viaggi presso i centri per
le tecnologie alternative nel nord Europa, oltre alla loro assoluta fede nel solare (in posti dove l’insolazione media annua è molto minore che in Italia e il sole si vede davvero poco), furono anche i sistemi di recupero dell’acqua piovana. Paesi come la Germania, dove la pioggia e l’acqua non sono certo un problema, comunque insistevano sull’importanza del recupero e riutilizzo di quella piovana, oltre che ovviamente sul fatto di non sprecare. Sia la fede nel solare (in posti dove scarseggia) che l’importanza dell’acqua (dove abbonda) stavano a dimostrare che il problema è sempre e solo quello della mentalità, non è né tecnologico, né monetario.
Noi in Italia abbiamo fatto esattamente il contrario, essendo il nostro problema proprio la mentalità chiusa e restia ai cambiamenti. Potevamo sfruttare il sole che abbiamo in abbondanza e non lo abbiamo fatto, potevamo prevedere risparmi idrici e recupero di acqua piovana perché siamo a rischio desertificazione e non lo abbiamo fatto.
Ora ci ritroviamo legati mani e piedi ai combustibili fossili, quindi ostaggio di multinazionali e paesi esteri vari e in una emergenza idrica gravissima. Una apoteosi di lungimiranza e intelligenza da parte di esperti, governanti, istituzioni, aziende e affini, non c’è che dire. Non rimane che imparare la lezione e agire direttamente iniziando proprio dal problema centrale, il cambio di mentalità; infatti quando provo a dire che i sistemi di recupero di acqua piovana sono essenziali, si danno in genere le solite due risposte: i costi non si ammortizzano con il risparmio di acqua in bolletta, oppure che da noi non piove tanto.
E’ possibile dire ancora che questi sistemi non si “ammortizzano”, se stiamo parlando di un bene essenziale come l’acqua senza la quale non si vive? Tra l’altro chi usa questi concetti di ammortamento, lo fa solo quando si tratta di investire su cose che hanno un senso. Quando si tratta di acquistare un bagno firmato, la vasca design, un capo di abbigliamento in, un orologio di marca, un’automobile con tutti gli optional, l’ennesimo cellulare costosissimo, stranamente non si fa mai il ragionamento dell’ammortamento di queste merci.
In merito all’obiezione che non piove tanto, proprio per quel motivo, quando piove dobbiamo recuperarne il più possibile.
Correre ai ripari ora sarebbe comunque un “meglio tardi che mai” e un modo per iniziare è sicuramente l’ottimo libro sul recupero dell’acqua piovana, guarda caso scritto dal tedesco Karl Heinz Böse intitolato
Recuperare l’acqua piovana (Terra Nuova Edizioni). Il fatto che praticamente sia l’unico libro su questo specifico argomento editato in Italia la dice purtroppo lunga su quanto per noi sia poco importante il tema. L’autore riassume in alcuni punti fondamentali perché intervenire.
Le riserve di acqua sono limitate, l’utilizzo dell’acqua piovana fa risparmiare denaro, si risparmia energia poiché si usano pompe meno potenti di quelle che ci fanno arrivare l’acqua in casa dalla rete idrica; si utilizzano meno detersivi non essendoci il calcare nell’acqua e di ciò beneficiano anche gli elettrodomestici e le tubature varie; diminuisce il bisogno dei bacini di ritenzione e il pericolo di inondazioni; le piante traggono più beneficio dall’acqua piovana se parte dell’acqua potabile viene sostituita con quella piovana si produce meno acqua di scarico complessiva.
L’autore spiega poi che praticamente metà degli usi quotidiani di acqua può essere sostituito da acqua piovana. In pratica però sappiamo che si può arrivare anche al 95% di uso di acqua piovana nei vari usi domestici ma già la metà sarebbe comunque un grande risultato.
Il libro spiega nel dettaglio i vari tipi di impianti, i sistemi di filtraggio, le tubature, serbatoi e metodi di riaccolta, i vantaggi, i costi, la funzionalità. Sistemi più o meno complessi, più o meno costosi e per le viarie tipologie di abitazioni o edifici con sistemi anche semplici fai da te. Questo per ribadire che quella dei costi è la solita banale scusa per non fare nulla.
Speriamo che almeno la famosa pedagogia delle catastrofi di Latouchiana memoria ci spinga a cambiare mentalità ed agire. Si facciano ovunque sia possibile sistemi di recupero e riutilizzo dell’acqua piovana, che sono tra gli interventi più urgenti a tutela della nostra vita e quindi salute.