Un po’ di cioccolato e ci si sente subito meglio. Il cacao, infatti, stimola la produzione di alcuni neurotrasmettitori coinvolti nelle sensazioni di benessere, tra cui la serotonina, la dopamina, le endorfine. Inoltre, agisce sulle cellule cerebrali grazie alla presenza di feniletilammina (PEA), una sostanza che viene rilasciata dal cervello quando siamo innamorati che aiuta la concentrazione mentale e ritarda la comparsa della fatica (è considerata una sorta di antidepressivo naturale). Il cioccolato (che andrebbe sempre scelto fondente e senza aromi artificiali) è anche una fonte importante di flavonoidi, antiossidanti con effetti benefici sulla funzione endoteliale. Motivo in più per consumarlo.
C’è da stare attenti, però. E soprattutto in questi giorni che viviamo i possibili eccessi delle feste, perché uno studio pubblicato nelle ultime settimane da Consumer Reports, rivista statunitense di un’organizzazione a difesa dei consumatori, ha evidenziato quantitativi di piombo e cadmio oltre i livelli consentiti nelle tavolette di cioccolato fondente di molte marche vendute negli Stati Uniti, alcune conosciute anche qui in Europa (tra queste, una molto nota anche in Italia).
Il piombo è tossico, in particolar modo per i bambini perché può danneggiare il cervello e il sistema nervoso centrale, portando anche a problemi di apprendimento e comportamento, mentre il cadmio è stato ricollegato al cancro.
Secondo le ricerche di Michael J. DiBartolomeis, PhD, tossicologo ed ex funzionario del Dipartimento della sanità pubblica della California che ha studiato i metalli pesanti nel cioccolato, le piante di cacao assorbono cadmio dal terreno attraverso le radici; invece, il piombo sarebbe un contaminante portato dal vento mentre le fave di cacao, già raccolte, sono ad asciugare all’aperto.
Due modi diversi di contaminazione, dunque, che richiederebbero soluzioni diverse: da un lato cambiamenti nei metodi di produzione (in primis scelta di coltivare in terreni sani o, quanto meno, bonifica dei terreni noti per essere contaminati) e dall’altro decisioni alternative nelle pratiche di raccolta (ad esempio essiccazione delle fave di cacao in luoghi puliti, comunque con coperture di teli che proteggano dalla polvere eventualmente contaminata dal piombo e, in ogni caso, applicazione di tecniche per rimuovere eventuali contaminanti metallici quando le fave di cacao vengono pulite nelle fabbriche). Tutte soluzioni che richiedono volontà e impegno da parte delle varie aziende produttrici e che non offrono garanzie di certa e veloce realizzazione.
Intanto ci si può proteggere, come sempre, informandosi e facendo, di conseguenza, scelte più consapevoli negli acquisti.
QUI si può leggere l’elenco dei vari tipi di tavolette di cioccolato in cui è stato riscontrato da Consumer Reports un alto contenuto di piombo oppure di cadmio oppure di entrambi.
Benché non siano stati testati, preoccupazioni in merito alla presenza degli stessi metalli pesanti potrebbero estendersi a questo punto anche a prodotti realizzati con cacao in polvere, come ad esempio le cialde per le cioccolate calde e le miscele per brownie e torte.
Allora, sempre meglio non esagerare e, in particolare, limitare il consumo da parte dei bambini o se si è in gravidanza.
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VB