Più ricchezza, più povertà, poca resistenza. Un anno di crisi Covid in Germania

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di Michael Tellmann (Attac Deutschland) traduzione di Roberto Spini e Stefano Risso

Covid – Crisi multiforme del capitalismo senza una risposta delle forze di sinistra

La pandemia del Covid ha scosso gravemente e globalmente i fondamenti biologici dell’economia globale, oltre alla crisi climatica e ambientale dovuta al depauperamento sistemico della natura. Per decenni il sistema economico ha sofferto di un declino del tasso di crescita della produttività. L’insufficiente domanda privata e pubblica dovuta all’accumulo di ricchezza ostacola sempre più gli investimenti redditizi. Il ripiegamento sui pericolosi prodotti di “finanza creativa” ha portato il sistema finanziario al collasso del 2008, che non è stato ancora superato. Questa multiforme complessità della crisi determina lo sfondo oggettivo delle percezioni e delle valutazioni politiche sulle conseguenze della pandemia.

Anche se la consapevolezza di queste interdipendenze è diffusa, le forze della sinistra politica in Germania non sono ancora state in grado di sviluppare un’adeguata mobilitazione.  Partendo dalle conseguenze sociali e politiche di questa crisi che coinvolgono milioni di persone, questo auspicato movimento potrebbe costruire una consapevolezza di massa che metta in discussione il sistema politico ed economico esistente in una prospettiva di rottura.

Con le sue forze limitate, la sinistra vacilla tra la partecipazione e il sostegno di movimenti sociali e ambientali da un lato e gli interessi più identitari (rifugiati, genere, razzismo) dall’altro. Non è ancora possibile riunire questi campi politici, anche per la mancanza di uno o più attori nei movimenti che siano in grado di farlo.

Con le sue forze limitate, la sinistra vacilla tra partecipazione e il sostegno di movimenti sociali e ambientali da un lato e gli interessi più identitari (rifugiati, genere, razzismo) dall’altro. Non è ancora possibile riunire questi campi politici, anche per la mancanza di uno o più attori nei movimenti che siano in grado di farlo.

Gestione della pandemia come gestione di capitali

Come nella stragrande maggioranza dei paesi, la gestione della pandemia da parte del governo tedesco ha considerato prioritari gli interessi delle grandi imprese nel proseguire le proprie attività.

Ciò si è verificato sin dall’inizio del 2020, con la mancata compartimentazione del paese al verificarsi dei primi casi. Questo benché, fin dal 2012, i rischi pandemici e i relativi scenari di risposta fossero già stati previsti in uno studio, per il governo e il parlamento, senza però dar luogo a iniziative pratiche come la creazione di scorte di mascherine e abiti protettivi e la necessaria conseguente organizzazione del sistema sanitario. Quest’ultimo, sin dall’inizio degli anni 2000, è stato costantemente orientato a una gestione aziendale e privatistica piuttosto che alle necessità dell‘emergenza: in particolare sono state tagliate decine di migliaia di posti di infermieri.

All’inizio della crisi, l’obiettivo politico del governo era la volontà di un proprio rafforzamento contro concorrenti politici ed economici a livello globale.[i]

Intervento statale contro la crisi economica

L’economia tedesca si trovava in stato di crisi già nel 2019.

L’interruzione delle catene di approvvigionamento globale, la caduta della domanda nei mercati europei, americani e asiatici, così come il crollo dei trasporti internazionali, hanno aggravato la recessione, che oggi è valutata dal governo a circa il 5,0%[ii].

Con massicci prestiti statali e sussidi per l’assicurazione contro la disoccupazione, il governo ha finanziato la sopravvivenza di migliaia di aziende, comprese quelle più piccole, evitando così un’ondata di milioni di licenziamenti. Ciononostante, rimangono sostanziali perdite di posti di lavoro[iii] e salariali, che hanno portato a un declino dei salari reali[iv].

Questo programma è stato sostenuto dai sindacati della grande industria. Loro stessi non hanno avuto risposte per una diversa gestione della crisi e hanno a lungo fatto affidamento sul dominio internazionale delle aziende tedesche come base per le loro battaglie redistributive.

Il debito statale per la gestione della crisi ha anche rotto con il dogma europeo e tedesco di limitazione del debito statale (come già nel 2008 nella crisi finanziaria) Come già fece la BCE dal 2012, centinaia di miliardi hanno compensato la perdita di creazione di valore e di domanda nell’economia.

Garanti dell’economia: Sanità e Stato

Nel settore sanitario, poco prima della crisi, i sindacati avevano ottenuto dei primi successi difensivi nell’arrestare ulteriori tagli di posti di lavoro nel settore dell’assistenza, riscuotendo un ampio consenso sociale.

La pandemia ha rivelato le conseguenze fatali della gestione ospedaliera orientata al profitto e l’evidente importanza della sanità per un’economia capitalista.

Il crollo della sanità ha minacciato di delegittimare l’intero sistema politico. Pertanto, il governo ha deciso di basare il finanziamento della forza lavoro infermieristica degli ospedali secondo le necessità e di proseguire nella medesima direzione nel tempo. Allo stesso tempo, però, i limiti massimi del costo del lavoro del personale infermieristico, che erano stati combattuti nei contratti collettivi, sono stati nuovamente ritirati durante il periodo pandemico.

L’ampio sostegno al governo si trasforma in scetticismo e rifiuto

I media e il governo sono riusciti a fissare nell’opinione pubblica l’idea di un “disastro naturale”. Tutte le restrizioni pandemiche sono state prontamente sostenute. Il placarsi della diffusione del virus da aprile a settembre 2020 ha contribuito a ciò, anche se nel processo le regole democratiche del parlamento e la libertà di riunione sono state violate in modo massiccio. Quest’ultimo fatto ha incoraggiato un forte movimento contro le misure adottate per la pandemia.

Una miscela di giustificate critiche mediche e politiche, di teorie complottiste e di contrasto egoistico alle misure igieniche individuali, ha dominato la sfera pubblica.

La sinistra non si è espressa specificamente su questi temi per le sue critiche al sistema. Così le forze fasciste hanno cercato di espandere la propria influenza nelle manifestazioni, talvolta grandi. In base ai risultati elettorali dell’AfD (Alternative für Deutschland, partito radicale di destra) alle elezioni in primavera negli stati (Länder), tale scopo non è stato raggiunto. L’AfD ha spesso perso fino a un terzo dei suoi voti nell’ovest della Repubblica.

In autunno e in inverno è diventato chiaro che il governo stava dando la priorità alla produzione e all’economia senza un piano per contrastare una nuova intensificazione della pandemia. I ritardi, la presenza di misure contraddittorie e incoerenti sia nella gestione dei contatti sia nell’organizzazione delle vaccinazioni hanno portato a una perdita di fiducia nei confronti dei partiti di governo CDU e SPD nelle elezioni statali (nei Länder ) all’inizio del 2021. Solo in primavera il governo ha preso delle mezze misure, come le offerte di test diagnostici nelle aziende.

Anche il disastro dell’approvvigionamento di vaccini, organizzato privatamente nell’UE e la competizione globale per i vaccini purtroppo non potevano essere usati con successo dai movimenti di sinistra per promuovere una necessaria trasformazione del sistema economico.

Ci sono state numerose iniziative che hanno affrontato questi temi.  È tuttavia completamente mancato un legame sostanziale tra esse.

Trasformare gli stati d’animo critici in impatto politico

C’è un’alleanza chiamata “Indivisibili” che include i sindacati e molte iniziative dei movimenti antirazzisti, dei rifugiati e delle donne. Raccoglie gli stati d’animo della società senza entrare nel confronto politico con i responsabili economici e politici. In questo modo, l’impegno critico fluisce in una sfera che trasmette l’identità politica critica a coloro che vi partecipano senza il rischio del conflitto e del fallimento.

Il compito di affrontare e tentare di mobilitare i milioni di persone socialmente colpite direttamente dal Corona virus e dalla crisi economica attualmente si basa su alcune iniziative condotte da associazioni di inquilini, sul lavoro del sindacato della sanità e sulle iniziative per i rifugiati.

Né la pandemia né la crisi economica in corso scompariranno nel prossimo futuro. È dunque giunto il momento per la sinistra dei movimenti  di chiarire come le soluzioni reazionarie e antisociali alla crisi possano essere combattute e come una svolta democratica verso la trasformazione socio-ecologica possa essere conquistata contro ogni aspettativa.

Le Università estive di Attac e dei movimenti sociali, la mobilitazione per il COP26 a Glasgow nel novembre di quest’anno e l’Università Estiva  Europea organizzata dagli Attac di tutta Europa prevista per il 2022 a Francoforte sul Meno, offrono grandi spazi per un confronto internazionale tra i movimenti sociali.

[i]  “Dobbiamo agire in modo europeo per uscire bene e più forti da questa crisi – Wir müssen europäisch handeln, damit wir gut und gestärkt aus dieser Krise herauskommen.” Angela Merkel, 18.5.2020

[ii]     Governo Federale di Germania – Bundesregierung Deutschland https://www.bundesregierung.de/breg-de/themen/coronavirus

[iii] https://statistik.arbeitsagentur.de/SiteGlobals/Forms/Suche/Einzelheftsuche_Formular.html;jsessionid=F20FDDFAEA8B33B72636D974A0B625F9?nn=20726&topic_f=corona-datenset-corona

[iv]     https://www.destatis.de/DE/Themen/Arbeit/Verdienste/Realloehne-Nettoverdienste/_inhalt.html

Il testo orignale dell’articolo di Michael Tellmann è disponibile qui.

Photo Credits: attac.de: “L’assistenza sanitaria non è una merce!”

Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 46 di maggio-giugno 2021:  “La salute non è una merce

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