Qualcosa di sinistra

Nestor Halak per Comedonchisciotte.org

Diversi anni fa il noto regista Nanni Moretti girò una scena in cui gridava a Massimo D’Alema, allora segretario del partito PDS (DS, PD, Quercia, Olivo, o comunque si facesse chiamare in quel momento il partito degli ex comunisti fulminati sulla via di Mosca e convertitisi piamente al più bieco credo liberista): “D’Alema,  dì una cosa di sinistra!”

La scena rimase più celebre dal film da cui è tratta, ma né D’Alema né i suoi successori dissero mai più “qualcosa di sinistra”, tanto che nel corso degli anni della sinistra è rimasto solamente il l’involucro vuoto e qualche ammiccamento a quelli che allora si chiamavano diritti civili.

Ma pochi giorni fa, ho sentito di nuovo un politico italiano a dire “qualcosa di sinistra”: paradossalmente è stato il presidente del consiglio in carica e capo del partito più a destra nel panorama politico italiano (almeno tra quelli rappresentati in parlamento), nell’ambito di una disputa sulla ripartizione dei “migranti” con il presidente francese. La Meloni ha accusato senza mezzi termini la Francia di neocolonialismo, di sfruttamento delle popolazioni africane tramite signoraggio monetario e di ipocrisia sui “migranti” che si fa vanto di accogliere  mentre è in buona parte la causa dell’emigrazione medesima. Come dovrebbe essere chiaro a tutti, infatti, si aiutano le popolazioni africane non tanto trasferendo all’estero i più giovani e intraprendenti, ma creando le condizioni di sviluppo in patria o, quantomeno, evitando di sfruttarli come popoli coloniali. Sorprendente.

Immagino che il discorso sia stato decisamente troppo ardito per un presidente del consiglio e che, anche se ci saranno veloci ammende, queste parole non saranno dimenticate facilmente in certi ambienti e probabilmente dovranno essere adeguatamente pagate al potere internazionale al momento opportuno.

Dato, però, che non sono presidente del consiglio, ma semplice cittadino per di più privo di rappresentanza politica nelle istituzioni, penso di poter aggiungere qualche ulteriore considerazione sulla vicenda “migranti”. I burocrati non eletti di Bruxelles  ed in generale i governi europei e americano sostengono pubblicamente l’immigrazione di massa principalmente con considerazioni umanitarie: è nostro dovere accogliere i migranti poiché sono bisognosi di aiuto. Un atteggiamento, per inciso, piuttosto simile a quello della chiesa nel corso dei secoli che ha sempre ritenuto di dover proteggere i  miseri come esercizio di pietà e mai di giustizia, come invece una sinistra degna di questo nome dovrebbe fare.

Ma ovviamente quella umanitaria non è la vera ragione per la quale i governi occidentali promuovono e propagandano l’immigrazione di massa: banalmente, se davvero lo fosse, rimarrebbe impossibile spiegare gli innumerevoli episodi di aggressione armata dei medesimi governi occidentali a quelle popolazioni ora “migranti” avvenute negli ultimi anni e ancora in corso.

Come è possibile credere che i governi americano ed europei amino i popoli migranti e vogliano aiutarli quando al medesimo tempo li uccidono letteralmente a milioni a casa loro? L’aggressione manu militari degli Stati Uniti al Vietnam, alla Cambogia, al Laos, alla Serbia, all’Iraq, all’Afghanistan, alla Libia, alla Siria (e l’elenco non è certo esaustivo), accompagnata ed appoggiata attivamente da tutti i loro stati satelliti ha provocato cataste di morti che non sono mai stati mostrati in televisione: e adesso vengono a dirci che appoggiano l’emigrazione di questi stessi popoli per motivi umanitari? E’ come credere che le docce di Auschwitz servissero davvero contro i parassiti.  Al momento attuale le potenze occidentali (meglio: la potenza, visto che il resto è oramai composto soltanto fantocci), è impegnata nel massacro del popolo russo/ucraino, e allo stesso tempo nell’”accoglienza” dei profughi.

Quali sono allora i veri motivi che inducono le elite occidentali che controllano i governi a fare dell’immigrazione di massa uno dei pilastri della loro politica? Un primo banale motivo è quello della creazione di ciò che Marx chiamava “un esercito di lavoratori di riserva”, poveracci disposti a lavorare per il semplice sostentamento da contrapporre ai lavoratori europei e americani oramai abituati ad altri standard di vita a tutto vantaggio del proprio profitto. Mi pare infatti evidente che non siano gli operai a trarre guadagno dalla presenza dei “migranti”, ma chi ha la possibilità di farli lavorare per i propri interessi. Probabilmente a ciò si aggiunge un disegno più generale di annacquamento delle popolazioni europee e americane in modo da fiaccare con questioni etniche la loro resistenza ad un peggioramento delle condizioni  di vita così da poterle portare pian piano indietro nel tempo fino, magari, ad uno standard di puro sostentamento.

In altre parole il tenore di vita delle popolazioni occidentali è più alto del necessario dal punto di vista delle elite, occorre riportarli a più accettabili livelli: l’immigrazione di massa è uno dei   mezzi usati assieme alla “transizione ecologica”. Il fine che si può intravedere è la creazione di un mondo dove una ristrettissima aristocrazia cosmopolita regni su una plebe senza diritti che vive ad un livello di poco superiore alla sussistenza e possibilmente ridotta drasticamente di numero, poiché l’eccessiva numerosità crea problemi di controllo e rovina il “loro” pianeta.

Per convincersene, basta notare che a finanziare la tratta dei migranti sono quelli stessi oligarchi che apertamente stanno dietro al progetto del “nuovo ordine mondiale” (avete notato che lo stesso tipo di persone si chiamano miliardari filantropi o anche “visionari” se sono occidentali oppure oligarchi se sono russi?). Le organizzazioni che usano sono chiamate ong dal circo mediatico al loro servizio, cioè organizzazioni non governative. Cosa diavolo vuol dire organizzazioni non governative? Quando mai un’entità si definisce per ciò che non è? Probabilmente quando si vuol nascondere ciò che è. Anche la bocciofila di Treviso è un’organizzazione non governativa, anche l’associazione micologica di Monterotondo lo è. Ma dire che sono ong non chiarisce in nulla che cosa effettivamente sono. Nella fattispecie si tratta di organismi che vanno a prendere gli immigrati clandestini dalle coste libiche per trasportarli nei porti italiani, oppure organismi che si occupano di organizzare l’eversione di governi non graditi. E spesso non sono neppure non governative, in quanto sono creature dei servizi segreti. Per quale motivo poi gli americani avrebbero il diritto di decidere quale governo debba governare in Iraq, in Russia o in Afghanistan, nessuno ce lo ha mai spiegato.

La tratta dei migranti ha evidenti analogie con la storica tratta degli schiavi che serviva a procurare lavoratori per lo sviluppo delle colonie americane, dato che gli indigeni erano stati decimati dagli eccidi, ma, più sostanzialmente, dalle malattie. Anche allora il viaggio era costoso e pericoloso, la grande innovazione, se mai, è stato indurre i nuovi schiavi a desiderare la loro condizione, la si è ottenuta anche aiutando a creare in patria condizioni talmente abbrutite da rendere desiderabile qualsiasi altro destino. Cosa che non accadeva nella vita millenaria dei tradizionali villaggi africani dei tempi della tratta storica. Una cosa è vivere in un villaggio in mezzo alla foresta con le proprie tradizioni e la propria cultura intatte, un’altra vivere in un sobborgo di Lagos cercando di non morire di stenti, mentre la popolazione esplode e gli stranieri si portano via il petrolio quasi per nulla.

Questa volta non si tratta più di popolare un territorio spopolato, ma di contribuire alla distruzione di una popolazione che ha raggiunto un livello di vita troppo alto per i desideri delle nuove elite. In fondo che gusto c’è a sdraiarsi su una spiaggia dei caraibi con un mojito in mano se un ragioniere di Gallarate può fare impunemente la stessa cosa?

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