Oggi a Trento, dopo la diffusione del video girato da alcuni attivisti, tantissime persone da tutta Italia sono scese in piazza, accomunate dallo sdegno per le terribili condizioni dei tre orsi rinchiusi nel carcere di massima sicurezza del Casteller e per esprimere contrarietà alle assurde posizioni della Giunta Provinciale.
Sono stati due i presidi, uno nella centrale piazza Fiera da cui i manifestanti hanno poi sfilato con maschere d’orso fino a piazza Dante, sede dei palazzi del potere, per manifestare il loro dissenso verso quella che è «l’ottusità della Giunta Fugatti, responsabile delle catture e con potere di vita o di morte sugli animali oggi rinchiusi e anche su quelli attualmente liberi, che rischiano l’abbattimento».
È stata portata una rete simbolica delle gabbie del Casteller per chiudere la Provincia, la polizia ha risposto con manganellate nel tentativo di allontanare i manifestanti.
Per la prima volta nessuno slogan semplicistico quale “trentini assassini” e nessun ingenuo invito al boicottaggio dei prodotti locali: al contrario, è stata una mobilitazione che ha preso vita dal territorio e che, negli scorsi mesi, ha visto diverse iniziative locali, l’ultima appena una settimana fa con “l’ingabbiamento” simbolico dell’orso berlinese sulla rotatoria del ponte di San Lorenzo.
Gli attivisti hanno attraversato la città fino ad arrivare di fronte al palazzo della Provincia Autonoma, dove hanno manifestato il loro dissenso verso quella che definiscono «l’ottusità della Giunta Fugatti, responsabile delle catture e con potere di vita o di morte sugli animali oggi rinchiusi e anche su quelli attualmente liberi, che rischiano l’abbattimento».
«Chi oggi è sceso in piazza – hanno dichiarato Centro sociale Bruno e di Assemblea Antispecista – lo ha fatto “al fianco degli orsi”. La grande sete di libertà e autodeterminazione dimostrate dall’orso denominato M49, con le sue due rocambolesche fughe dal carcere del Casteller, resta, a distanza di mesi, forte. Vederlo rinchiuso in quelle condizioni ha fatto crescere l’indignazione e il desiderio della sua liberazione insieme agli altri orsi prigionieri».
«Rispediamo quindi al mittente la categoria di “orso problematico” – hanno continuato gli attivisti – perché ad essere realmente problematici sono invece l’arroganza della Giunta leghista e, più in generale, l’idea diffusa che il mondo, l’ambiente e gli animali siano a totale disposizione dell’essere umano. Questo si esprime in un modello di gestione del territorio che cementifica e inquina, in nome del turismo di massa e del profitto di pochi. Un modello totalmente anacronistico e sbagliato, la cui incompatibilità con questo nostro tempo dovrebbe risultare ormai evidente dopo il recente inverno trascorso senza turismo, che ha lasciato a casa tantissimi lavoratori e lavoratrici».
È stato lanciato un appello alla stampa affinché diventi parte attiva nella diffusione di buone pratiche, per una migliore convivenza con l’orso e con il lupo, «evitando articoli allarmanti nei quotidiani che mostrano alle persone un immaginario infondato, dove l’orso è dipinto come un pericolo per l’incolumità delle persone, minando un lavoro di condivisione e conoscenza che molti formatori e naturalisti trentini stanno provando a costruire, in ore di lavoro, anche nelle le scuole».
A conclusione della giornata, è stato ribadito alla Provincia la promessa fatta lo scorso 18 ottobre, quando un corteo altrettanto determinato abbatté decine di metri della rete esterna della struttura del Casteller: «presto o tardi smonteremo quella gabbia».
«Promettiamo che torneremo puntuali a far sentire la nostra rabbia ogni qualvolta ci sarà una nuova cattura, quando una mamma orsa finirà nel mirino per aver difeso i suoi cuccioli, quando un giovane orso libero sarà braccato per aver rovistato in cassonetti non a norma e per questo sarà additato come “problematico”. Finché la persecuzione degli orsi non finirà, ci troverete al nostro posto, al fianco degli orsi ribelli».