Oggi su Il Fatto Quotidiano Gad Lerner recensisce a tutta pagina La Q di Qomplotto definendolo «formidabile inchiesta sul cospirazionismo».
«Il grande merito [del lavoro di Wu Ming 1]», scrive Lerner, «risiede nell’inquadramento storico delle varie fantasie circolanti sull’instaurazione di un dominio totalitario e predatorio ai danni dei popoli, artefice delle loro sofferenze. Wu Ming 1 rintraccia, lungo i secoli, una continuità di argomentazioni impressionanti, e si addentra nei luoghi sensibili della mente umana su cui fanno leva».
Molto forti le ultime righe della recensione: «Non a caso il libro è dedicato a Marco Dimitri, uno dei Bambini di Satana, scomparso di recente dopo essere stato vittima innocente di una surreale persecuzione. Va a onore di Wu Ming 1 aver contribuito a scoperchiare la macchinazione di cui fu oggetto. Non illudiamoci. Le farneticanti macchinazioni del Qomplotto non sono solo merce d’importazione».
Sempre oggi le Edizioni Alegre hanno pubblicato sui propri canali web la prima puntata dell’audioserie La Q di Podqast, in cui Wu Ming 1 prolunga temi e riflessioni de La Q di Qomplotto dialogando con interlocutori e interlocutrici citate nel libro. Si comincia con Mariano Tomatis, storico e critico dell’illusionismo. Titolo della prima puntata: «Magia».
–
Il video è disponibile su Vimeo. Anche su YouTube, ma per rispetto della policy di Giap non mettiamo il link.
Chi vuole soltanto l’audio lo trova nella nostra audioteca Radio Giap Rebelde, su Archive.org. Disponibile anche su iTunes/Apple Music, Player.fm e altri servizi di podcasting.
Sempre oggi la trasmissione Lo specchio nero, in onda sulla webradio RKO, ha trasmesso la prima parte (di due) di una lunga intervista a Wu Ming 1, realizzata a colpi di messaggi vocali su Telegram. L’intervistatore è un membro del collettivo Dikotomiko, già ospitato qui su Giap come autore di un’importante ricerca su cinema e neofascismo.
Lo scambio ci sembra venuto bene, al netto di una metafora ripugnante inserita da WM1 nella prima risposta, roba da Salò di Pasolini.
N.B. Dal marasma musicale in sottofondo emerge ogni tanto Bob Dylan, Talkin’ John Birch Paranoid Blues.
Per gli appassionati di queste cose: Dikotomiko detiene un record. L’annuncio dell’intervista, fatto due giorni fa, è anche la primissima recensione de La Q di Qomplotto. Ha battuto sul tempo tutte e tutti.
Ieri Wu Ming 1 è stato ospite della trasmissione Fahrenheit di Radio 3. La puntata è qui. La parte con WM1 inizia a 01:02:44 ma è interessante anche quel che viene prima, ad esempio c’è Simone Pieranni che parla di Cina e riconoscimento facciale.
A chi si chiede come mai, a tratti, l’intervistato sembri in debito d’ossigeno: era in debito d’ossigeno. Trovandosi a rispondere da una stanza pressoché vuota e temendo il rimbombo, ha seguito un consiglio di un’amica autrice di podcast: mettere testa e telefono sotto un telo da mare. Ha funzionato: il rimbombo era assente. Ma dopo un po’ era assente anche l’aria. Aggiungiamoci che, essendo i tempi stretti e le cose da dire molte, WM1 ha parlato a mitraglia, ed ecco spiegato il frequente pant! pant!
Per terminare la carrellata: dopodomani, sabato 3 aprile, a partire dalle h.17:30, una lunga intervista a Wu Ming 1 sarà parte di «Viaggio al fondo del buco nero», speciale sul cospirazionismo, in streaming sul canale Telegram di Radio Frequenza Appennino.
Curiosità: la web radio è stata bannata da Facebook subito dopo aver annunciato l’evento, forse l’algoritmo – o chi per esso – ha interpretato il primo manifesto come apologetico di QAnon.
A nostro avviso essere bannati da FB è una benedizione: spinge a cercare altre forme e altri canali. Dunque diamo una mano a RFA.
Qui la presentazione dell’evento, con spiegazione dell’accaduto.
Per ora è tutto. Buoni ascolti e buona lettura. Da qui alla prossima rassegna, aggiornamenti sul nostro canale Telegram, qui.
Scarica questo articolo in formato ebook (ePub o Kindle)