Giovedì 4 giugno l’appuntamento è alle ore 11.30 davanti la sede dell’Istituto Superiore di Sanità (Viale Regina Elena 299, Roma): si terrà infatti il sit-in di protesta organizzato dall’Alleanza Italiana Stop 5G per «denunciare i pericoli del wireless nelle inappropriate interpretazioni sugli effetti biologici contenute nell’ultimo Rapporto Istisan 19/11, criticato anche nella sentenza della Corte d’Appello di Torino sezione lavoro emessa il 3 Dicembre 2019, in cui nel nesso con l’irradiazione elettromagnetica i giudici hanno riconosciuto la natura professionale del neurinoma del nervo acustico, tumore contratto da un lavoratore per uso di telefoni cellulari» spiegano dal gruppo.
«Altresì non cautelativa, arbitraria nonché isolata dalla comunità medico-scientifica internazionale appare poi la posizione assunta dal Dott. Alessandro Vittorio Polichetti, primo ricercatore del Centro nazionale per la protezione dalle radiazioni e fisica computazionale dell’Istituto Superiore di Sanità – spiegano dall’Alleanza Stop 5G – responsabile di dichiarazioni negazioniste del rischio rilasciate agli organi d’informazione e nel 2019 autore di un’audizione parlamentare presso la IX Commissione permanente della Camera dei Deputati in cui ha affermato che il “5G non porrà prevedibilmente nessun problema per la salute”, mentre l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro nella sezione oncologica del The Lancet ha invece ufficializzato l’aggiornamento con precedenza di valutazione di classificazione sulla cancerogenesi delle radiofrequenze onde non ionizzanti, inserita nelle “Raccomandazioni del gruppo consultivo sulle priorità per la Monografia IARC” per il periodo 2020-2024».
I promotori della protesta ricordano poi «la consegna delle firme di 340.000 cittadini contrari alla nuova invasione elettromagnetica prevista col lancio del 5G» effettuata nei giorni scorsi, il fatto che «quasi 500 Comuni d’Italia» abbiano «approvato atti amministrativi per la precauzione a tutela di milioni di cittadini» e «le oltre 300 ordinanze di sindaci che vietano la sperimentazione dello standard tecnologico di quinta generazione anche perché privo di valutazioni ambientali e studi preliminari sugli effetti socio-sanitari».
I promotori chiedono:
1) la sospensione immediata di qualsiasi forma di sperimentazione tecnologica del 5G nelle città italiane in attesa della produzione di evidenze scientifiche sull’impatto, promuovendo la ricerca di tecnologie più sicure, meno pericolose ed alternative al wireless;
2) di non innalzare gli attuali valori limite di legge nella soglia d’irradiazione elettromagnetica, puntando sulla minimizzazione del rischio proprio come indicato nei Report del Bioinitiative Group, dal Parlamento Europeo nella Risoluzione del 2009 e dall’Assemblea del Consiglio d’Europa con la Risoluzione n° 1815 del 2011;
3) di valutare tutte le opinioni critiche e i giudizi negativi giunti dalla comunità scientifica in merito agli effetti non termici e biologici anche a medio e lungo termine dell’irradiazione elettromagnetica;
4) di farsi portavoce in sede comunitaria per l’annullamento immediato, nell’ottica della protezione della salute pubblica dall’elettrosmog, di qualunque riferimento a valutazioni e/o pareri espressi dalla c.d. ‘Commissione internazionale per la protezione delle radiazioni non ionizzanti’ (ICNIRP), associazione privata di tecnici con sede in Germania già al centro di numerosi scandali per conflitti d’interessi e legami con l’industria delle telecomunicazioni.