Una Cassa Depositi e Prestiti al servizio delle comunità locali

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di Marco Bersani (Campagna Riprendiamoci il Comune)

Come trovare le risorse per un altro modello sociale, ecologico e relazionale a partire dalle comunità territoriali? Un modo c’è: trasformare Cassa Depositi e Prestiti in un ente di diritto pubblico, decentrato e partecipativo, mettendo a disposizione l’ingente risparmio postale che oltre venti milioni di persone, tramite Poste, le affidano e che oggi raggiunge l’ingente cifra complessiva di 280 miliardi.

Come fare lo spiega la proposta di legge d’iniziativa popolare “Principi e disposizioni per la tutela del risparmio e la socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti”, abbinata ad analoga iniziativa sulla riforma della finanza locale, all’interno della campagna Riprendiamoci il Comune. Se la proposta sulla riforma della finanza locale delinea un nuovo ruolo dei Comuni nella costruzione di un altro modello sociale ed ecologico a livello territoriale, questa seconda proposta indica dove reperire e come utilizzare le risorse per renderlo realizzabile.

I primi tre articoli della legge definiscono le finalità e gli obiettivi generali della legge, riassumibili come tutela del risparmio (art. 47 della Costituzione) ed utilizzo dello stesso per finanziare gli investimenti degli enti locali per finalità sociali ed ecologiche di interesse generale.

Gli articoli 4-5-6 ridefiniscono puntualmente le nuove finalità a cui l’azione di Cassa Depositi e Prestiti deve indirizzarsi, definendo le priorità di finanziamento come segue (art. 4):

  1. il sostegno agli investimenti finalizzati alla riappropriazione sociale dei beni comuni e dei servizi pubblici;
  2. il sostegno agli investimenti finalizzati a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici: tutela idrogeologica del territorio, riforestazione dei suoli, ristrutturazione delle reti idriche, efficientamento energetico degli edifici, promozione di comunità energetiche, perseguimento del modello rifiuti zero, mobilità sostenibile;
  3. il sostegno agli investimenti finalizzati alla messa in sicurezza del patrimonio pubblico e degli edifici scolastici, alla realizzazione di opere pubbliche finalizzate all’espansione dei servizi offerti ai cittadini;
  4. il sostegno agli investimenti finalizzati a garantire il diritto all’abitare, attraverso progetti di manutenzione straordinaria del patrimonio abitativo pubblico esistente e progetti di riutilizzo a funzione abitativa popolare di edifici dismessi e/o abbandonati;
  5. il sostegno agli investimenti finalizzati all’uso sociale del patrimonio inutilizzato e/o confiscato alle mafie;
  6. il sostegno agli investimenti finalizzati all’occupazione e alla riconversione ecologica della produzione territoriale;
  7. il sostegno alla ricerca scientifica e culturale finalizzata alla realizzazione degli obiettivi indicati nel presente articolo.

Con l’art. 5 si specifica cosa si intenda per “riappropriazione sociale dei beni comuni” (lett. a dell’art. 4), definendola come l’insieme dei processi di fuoriuscita dalle Spa e di reinternalizzazione della gestione dei servizi pubblici, assegnando priorità in questo settore ai processi di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, come stabilito dall’esito del referendum dl 2011. Con l’art. 6 si specifica cosa si intenda per “sostegno agli investimenti finalizzati all’occupazione e alla riconversione ecologica della produzione territoriale” e per “sostegno agli investimenti finalizzati alla mobilità sostenibile” (lett. e – f dell’art. 4), declinandoli come interventi finalizzati a:

  1. favorire l’occupazione e la produzione di alimenti a filiera corta in agricoltura;
  2. favorire l’occupazione e la conversione ecologica della produzione artigianale e industriale;
  3. sostenere le aziende sottoposte a processi di ristrutturazione o di crisi aziendale, per favorirne processi di riconversione produttiva in senso ecologico, che garantiscano l’occupazione dei lavoratori, anche attraverso esperienze di autogestione produttiva da parte dei lavoratori stessi;
  4. sostenere i processi di riconversione energetica degli edifici e degli impianti, finalizzati al risparmio energetico e all’obiettivo della massima estensione dell’autoproduzione diffusa di energia pulita e rinnovabile;
  5. sostenere i processi di riconversione della mobilità urbana ed extra-urbana, in direzione dell’espansione del trasporto pubblico urbano e pendolare e di una mobilità pulita e sostenibile;
  6. sostenere i percorsi di ricerca scientifica e culturale finalizzati alla realizzazione degli obiettivi indicati nel presente articolo.

Con l’art. 7 si determina il fatto che i prestiti concessi da Cassa Depositi e Prestiti agli investimenti degli enti locali saranno a tasso agevolato.

Nella seconda parte della proposta di legge si ridefinisce l’assetto giuridico e il perimetro d’intervento di Cassa Depositi e Prestiti.

Nell’art. 8 della proposta si prevede da una parte il trasferimento da Cassa Depositi e Prestiti al Ministero dell’Economia e delle Finanze di tutte le quote societarie detenute in fondi di investimento, in aziende acquisite attraverso il Fondo Strategico Italiano e in aziende delle reti strategiche; dall’altra, la trasformazione giuridica di Cassa Depositi e Prestiti in ente di diritto pubblico, attraverso l’acquisto da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze delle quote di capitale sociale di Cassa Depositi e Prestiti detenute dal socio di minoranza (le fondazioni bancarie). L’intero processo previsto dall’art. 8 deve concludersi entro un anno dall’approvazione della proposta di legge.

Gli articoli 9-10-11 definiscono il nuovo assetto centrale e territoriale dell’operatività di Cassa Depositi e Prestiti e le norme di trasparenza sulle sue attività.

L’art. 12 definisce le forme di partecipazione delle cittadine e dei cittadini alle scelte prioritarie di intervento nella comunità locale come requisito fondamentale per l’accesso ai finanziamenti concessi da Cassa Depositi e Prestiti.

L’art. 13 definisce le forme di partecipazione delle e dei titolari del risparmio postale nelle scelte di destinazione del gettito raccolto.

L’art.14 interviene sui mutui in essere, prevedendone la ristrutturazione per diminuire i tassi applicati e la possibilità di estinzione anticipata degli stessi senza l’applicazione di penali.

Infine, l’art. 15 indica la copertura finanziaria necessaria al riacquisto delle quote del socio di minoranza attraverso la contestuale riduzione, pari alla cifra necessaria, del Bilancio del Ministero della Difesa.

Quale sarebbe l’impatto di questa trasformazione sulle comunità locali?

Immaginiamolo attraverso un esempio. Una comunità territoriale, grazie al bilancio partecipativo, sceglie democraticamente le priorità d’intervento tra le opere da realizzare nel proprio territorio.

Le opere scelte -un asilo nido, un parco, una comunità energetica, la messa a norma degli edifici scolastici, la sistemazione idrogeologica del territorio, la ristrutturazione della rete idrica etc.- vengono finanziate attraverso il risparmio dei cittadini, depositato in libretti postali e buoni fruttiferi e consegnato alla Cassa Depositi e Prestiti territoriale. Poiché questi risparmi hanno un rendimento minimo, la Cassa Depositi e Prestiti territoriale potrà finanziare gli interventi con un tasso altrettanto minimo.

La comunità territoriale, proprio perché ha partecipato direttamente alle scelte sulle priorità d’intervento e le ha finanziate con il risparmio dei propri membri, avrà una naturale propensione a controllare che tempi e qualità delle opere realizzate siano le migliori possibili, evitando di per sé sprechi e corruttele.

Avremmo così ottenuto: un aumento della partecipazione e della democrazia basata sull’autogoverno; la realizzazione di opere che abbiano come finalità l’interesse generale; la possibilità di finanziarne la realizzazione fuori dal circuito speculativo del mondo bancario e finanziario; l’aumento del controllo democratico sulle procedure e i lavori di realizzazione, con la conseguente diminuzione di corruzione e sprechi; un’aumentata coesione sociale.

Un orizzonte ben diverso dall’attuale contesto in cui domina la solitudine competitiva.

Foto: Campagna Riprendiamoci il Comune

Articolo tratto dal Granello di Sabbia n. 51 di Gennaio-Marzo 2023: “Riprendiamoci il Comune

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