Ieri, sabato 18 novembre, a Venezia è risuonata la frase “Qui Viviamo qui restiamo”, ovvero la voce di una città che chiede un cambiamento radicale nell’amministrazione della città, partendo innanzitutto da un cambiamento delle politiche abitative. Quattrocento persone sono scese in piazza rispondendo alla chiamata dell’Assemblea Sociale per la Casa. Da troppi anni, dicono, l’amministrazione cittadina non si interessa dei bisogni di una città sempre più soggetta a turistificazione e spopolamento. Al contrario, la giunta Brugnaro viene indicata come il motivo e la causa principale dell’attuale situazione di una città caratterizzata da un continuo spopolamento – in soli 7 anni sono 6mila i residenti che se ne sono andati – dalla presenza di più di 2000 case pubbliche chiuse, da un numero di posti letto per turisti maggiore di quello per residenti, da affitti sempre più alti e dalla conseguente impossibilità di trovare casa per chiunque voglia abitarvi, sia esso residente, lavoratore o studente.
Partendo proprio da queste premesse la manifestazione ha indicato delle richieste estremamente chiare e puntuali: restauro e assegnazione immediata delle 2000 case pubbliche vuote e abbandonate; stop a airbnb e regolamentazione delle affittanze turistiche; affitti calmierati per studenti, lavoratori e residenti; no al ticket, Venezia non è un museo.
Il corteo si è sviluppato dai piedi del ponte di Rialto al comune. Passando per il ponte i tanti manifestanti hanno srotolato tre striscioni che hanno “impacchettato” Rialto con le principali richieste della manifestazione. Le persone hanno poi proseguito verso il comune, con l’obbiettivo di portare delle simboliche casette proprio sotto al principale luogo decisionale della città, per ricordare al sindaco e agli assessori che è necessario tornare a parlare di politiche per la casa a Venezia, e non solo di nuovi scavi per il ritorno delle grandi navi e del famoso bosco dello sport. Proprio sotto al comune le forze dell’ordine chiamate dal sindaco hanno impedito ai manifestanti di portare le loro richieste alla casa dei cittadini. Il corteo ha provato a più riprese a chiedere di passare per proseguire in un’azione pacifica e solamente simbolica, ma il muro di forze dell’ordine non si è mosso. Sono quindi seguite accuse verso il sindaco e la sua amministrazione: “questa è la città di Brugnaro, questa la sua democrazia!”, ed è quindi proseguito nel suo percorso.
Quella di ieri ha rappresentato un momento importante nella battaglia per la casa in una città che sempre più soffre delle conseguenze del turismo di massa e della mercificazione di ogni suo angolo. La piazza è stata caratterizzata da una moltitudine di persone: studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici, residenti, chi vorrebbe avere un affitto residenziale e non riesce ad averlo, chi è nato a Venezia e vorrebbe tornarci, chi vorrebbe semplicemente continuare a vivere in una città sempre più respingente. Studenti e studentesse hanno richiesto affitti calmierati, lo stop alle residenze di lusso, una possibilità di restare in futuro nella città dove studiano.
La voce e la volontà di una città che resiste si è sentita forte e chiara. Dopo questa importante manifestazione è già stata lanciata un’assemblea pubblica per il diritto alla casa il 2 dicembre, con l’obiettivo di proseguire un percorso per la lotta per la residenzialità a Venezia.