L’appello è promosso da Caracol Olol Jackson, CS Bocciodromo, Fridays for Future Vicenza, NotAVicenza. Prime adesioni: ADL Cobas Vicenza, USB Vicenza, ASC Vicenza, Aps Legambiente Vicenza, Polisportiva Independiente Fornaci Rosse, Coordinamento Studentesco Vicenza, Welcome Refugees Vicenza, Collettivo rotte balcaniche Alto Vicentino, PFAS.land, Rifondazione Comunista Vicenza. Per aderire inviare una mail a stampabocciodromo@gmail.com.
Negli ultimi anni a Vicenza il dibattito sulla progettazione del TAV è stato acceso ma non ha mai preso in considerazione la voce di cittadin*, associazioni e quartieri che si sono mobilitati con assemblee, fiaccolate, azioni e momenti di forte contestazione come l’occupazione del Comune di Vicenza nell’autunno scorso.
A luglio, in occasione dell’approvazione del progetto definitivo, centinaia di attivist* per il clima hanno bloccato Ponte Alto per mettere in evidenza gli enormi disagi che si creeranno nella zona ovest della città a causa dei cantieri e dell’abbattimento del ponte stesso, che secondo il progetto resterà chiuso per oltre due anni.
Il blocco stradale è una modalità di dissenso che viene attuata da sempre da ogni movimento sociale e politico. Usare i propri corpi è necessario quando la posta in gioco supera le rivendicazioni specifiche e coinvolge la vita di un’intera comunità: la nostra città non è nuova a proteste di questo tipo, l’abbiamo vissuto durante la lotta contro la costruzione base militare al Dal Molin, o il blocco dei treni durante la guerra del Golfo.
La risposta della Questura all’iniziativa di luglio è stata quella di emettere multe, che superano ognuna i 1300 euro, contro i manifestanti. Per un totale di oltre 40.000 euro. Una cifra impressionante che, oltre a sanzionare, ha anche il chiaro obiettivo di spaventare chi scende in piazza per esprimere la propria contrarietà ad un’opera i cui danni saranno molto più impattanti di un blocco temporaneo del traffico.
È inaccettabile che chi manifesta per la tutela dell’ambiente, della salute e della vita stessa venga multato con sanzioni di questo tipo. Pensiamo che organizzarsi e praticare opposizione anche con pratiche di lotta incisive sia una componete importante della vita della nostra città e non possano essere considerate reato o criminali. Le misure repressive, messe in atto contro i movimenti di lotta, sono un chiaro attacco a chi decide di lottare per un mondo non distruttivo e dimostrano la paura dei ceti dominanti nei confronti dei reali movimenti di opposizione.
Il 21 settembre alle ore 21.00 in Piazza delle Poste, uniamoci per difendere il nostro diritto a dissentire e ad opporci al TAV in una una mobilitazione amplia in cui prenderanno parola giuristi, associazioni e movimenti sociali e politici. Alziamo la voce contro un’opera dannosa per la nostra città!