Martedì 28 aprile alle 18 si svolgerà il seminario web che avrà come tema il “reddito universale”. Da molte settimane, infatti, il percorso politico “Reddito di quarantena. Verso un reddito universale” ha inserito nella propria piattaforma rivendicativa una misura di welfare in aperta discontinuità con la previdenza sociale del passato e gli attuali sussidi economici varati dal Governo, i cui risvolti oscuri – come la durata, l’ammontare e le condizioni dell’ammortizzatore – sono stati messi in evidenza da lavoratori e lavoratrici autonomi e precari. Obiettivo del seminario è fornire spunti per una definizione del “reddito universale” che sia al servizio dei lavoratori e delle lavoratrici, così come dei movimenti sociali e sindacali. Il seminario verrà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook Reddito di Quarantena. Per partecipare direttamente alla discussione mandare una mail a redditodiquarantena@gmail.com e verranno forniti tutti i dettagli tecnici.
Nel contesto della crisi sanitaria e economica, molti politici e economisti hanno parlato di un’erogazione di denaro da versare alle e ai lavoratori in difficoltà (ad esempio: “reddito di base”, “reddito di emergenza”). Ciononostante, nella loro ottica il reddito è temporaneo, non andando a trasformare alla radice il nostro sistema di welfare che già prima dell’emergenza faceva discriminazioni in base alla tipologia contrattuale e al settore lavorativo. Inoltre, spesso una simile proposta fa da corollario allo smantellamento dei nostri istituti del welfare, nel perfetto stile di chi ci ha governato negli ultimi decenni. In opposizione a queste distorsioni tutte a vantaggio dei datori di lavoro e dei capitali, è necessario delineare un’altra proposta;
“Reddito universale” significa remunerazione diretta nelle tasche delle e dei cittadini di una somma di denaro corrispondente almeno alla soglia relativa di povertà del territorio in cui vivono e senza alcuna condizionalità (ad esempio, il servizio obbligatorio richiesto dall’attuale “reddito di cittadinanza” del M5S). Allo stesso tempo, però, tale misura non può essere sganciata da un investimento strategico e di lungo termine di quegli stessi servizi essenziali che, a vario livello, stanno tenendo in piedi il Paese durante l’emergenza (sanità, scuola, università e ricerca, lavoro di cura);
Il “reddito universale” ha un carattere permanente e la sua assegnazione non fa discriminazioni in base alla tipologia contrattuale (dipendente o autonomo) o all’ambito nel quale si lavora. Esso, in aggiunta, può essere definito anche “reddito di autodeterminazione” perché fornisce un supporto materiale a cui le donne e le persone LGBTQIA+ possono appoggiarsi per fuggire da contesti domestici violenti. Infine, il reddito può essere usato come misura rivolta a coloro che sono impiegati/e negli indotti produttivi inquinanti, facilitandone la riconversione in attività non climalteranti.
Nel corso del seminario affronteremo il tema del reddito da vari punti di vista, in modo da interconnettere – sebbene non in maniera esaustiva – le varie sfaccettature di cui questa misura è composta. Lo faremo grazie agli interventi di esperti/e e di attivisti/e che da molto tempo si fanno promotori/trici di questa rivendicazione. Il seminario sarà dunque suddiviso in tre sessioni, ciascuna delle quali focalizzata su un ambito e una prospettiva particolare da cui guardare il reddito. Durante ogni sessione, manderemo in onda un breve video in cui l’ospite esperto/a contribuirà con il suo intervento; a seguire, la discussione proseguirà “dal vivo” con le domande e le suggestioni degli/delle attivisti/e. Sarà possibile partecipare al seminario direttamente da casa, facendo delle domande in diretta in merito all’oggetto della discussione.
Le sessioni saranno le seguenti:
1) Economia e finanza. Alcuni dei quesiti attorno a cui ci muoveremo saranno:
Da dove si reperiscono le risorse (fiscalità, tassazione, spostamento di investimenti)? Il “reddito universale” può essere una misura di contrasto alla crisi e di redistribuzione della ricchezza? Qual è il ruolo del welfare nel XXI secolo? Quali modelli di erogazione diretta di denaro esistono al mondo, e in che modo funzionano e/o sono problematici? Quale lotta mettere in campo nei confronti delle istituzioni dell’Unione Europea?
ospiti: Francesca Coin; Andrea Fumagalli
2) Riproduzione sociale tra genere e ambiente. Alcuni dei quesiti attorno a cui ruoterà la discussione saranno:
Cosa significano “reddito di autodeterminazione” e “reddito di cura”? Quali sono le ragioni dei movimenti femministi e transfemministi a favore del reddito? In che modo è possibile dare valore al lavoro di cura e di riproduzione, da sempre invisibilizzato e sfruttato dal neoliberalismo? È possibile andare oltre la contrapposizione tra lavoro e salute, tutta a svantaggio di chi lavora, grazie al reddito? Quale la relazione tra reddito e movimento per la giustizia climatica? Quali orizzonti per l’eguaglianza delle relazioni tra i generi e tra esseri umani e ambienti si aprono con il reddito?
ospiti: Emanuele Leonardi; un’altra relatrice in attesa di conferma
3) Sindacalismo sociale. Alcune delle domande attorno alle quali ruoterà la discussione:
Quale il ruolo dei sindacati di base nell’organizzazione delle lotte per il reddito? Esso può avere una funzione ricompositiva delle figure frammentate dalla precarietà? Come coniugare il reddito con la lotta per un salario minimo e la riduzione dell’orario lavorativo? Con l’attuale trasformazione del lavoro (4.0, smart working, automazione, ecc.), il “reddito universale” può evitare la deriva dei diritti del lavoro? È possibile pensare al reddito come arma contro il ricatto dei datori di lavoro, che impongono di andare a lavorare quando non ci sono condizioni di sicurezza sanitaria (dispositivi di protezione) o economica (salario dignitoso, diritti)?
ospiti: Carlotta Cossutta; Roberto Ciccarelli
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